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Benzina: prezzi vergognosi

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Ecco perchè i prezzi di benzina e gasolio non scendono come quello del greggio

di Giuseppe Chiellino 4 settembre 2008

DAL SOLE 24 ORE SI RIPORTA:

«Nei primi otto mesi del 2008 i margini lordi di distribuzione per benzina e gasolio sono aumenti, nella media, del 7,4%, rispetto all'intero 2007 e ciò è dovuto alla lentezza con cui il prezzo finale si adegua alla diminuzione delle quotazioni del petrolio». Lo afferma senza mezzi termini Davide Tabarelli, di Nomisma Energia, il quale sottolinea come « alle condizioni attuali le compagnie dovrebbero essere in grado di ridurre i prezzi al distributore di 2-3 centesimi al litro». Nell'ultima settimana di agosto - afferma l'esperto di questioni petrolifere - in Italia si è ampliato il divario tra il prezzo ottimale dei carburanti, calcolato da Nomisma Energia sulla base del prezzo internazionale della benzina, più le tasse e il margine lordo di distribuzione. Secondo tali elaborazioni, il divario al primo settembre era di 4 centesimi di euro al litro per il gasolio e di 2,2 centesimi per la benzina. Inoltre, come emerge dal monitoraggio del ministero dello Sviluppo economico (fermo al 25 agosto) il prezzo al consumo della benzina in Italia è tra i più alti della Ue a 27, dopo Olanda, Finlandia, Germania Danimarca e Belgio). Ancora più penalizzante è il confronto per il gasolio: l'Italia è quarta dopo Regno Unito, Slovacchia e Irlanda.

Perchè le compagnie di distribuzione italiane si adeguano lentamente alla discesa dei prezzi del greggio

«Incidono diversi fattori: innanzitutto cercano di compensare i margini ridotti che hanno avuto nei tre-quattro anni precedenti. Per un lungo periodo di tempo, infatti, i guadagni lordi delle società che fanno distribuzione sono rimasti piatti. Ho il sospetto, però, che in questa fase il sistema stia anche cercando di coprire i costi aggiuntivi che derivano dalla Robin Tax. Non ho elementi certi anche perchè non c'è una contabilità così raffinata, ma è sicuramente uno dei costi aggiuntivi a cui le società devono fare fronte». Se fosse accertata una eventualità del genere, tuttavia, le autorità di vigilanza sul mercato hanno strumenti per intervenire.

Tabarelli ci tiene comunque a distinguere le compagnie petrolifere che operano nella produzione di petrolio, «le quali continuano a realizzare profitti scandalosi, ingiustificabili anche sul piano etico assolutamente non confrontabili» dalle società di distribuzione. «Abbiamo fatto un'analisi sul lungo periodo - spiega - e non sono emersi margini stratosferici per le attività di distribuzione. Nel 2008 - conferma - però l'aumento c'è stato. In Italia - aggiunge - continuiamo a pagare la benzina 2-3 centesimi in più rispetto al prezzo ottimale perchè non è stata realizzata una vera liberalizzazione della rete distributiva, tentata più volte da ministri e governi diversi, ma sempre naufragata di fronte alla fortissima sindacalizzazione del settore». Una realtà, quella della rete di distribuzione dei carburanti, che Tabarelli non esita a paragonare - da questo punto di vista - all'Alitalia. «Nessun ministro, purtroppo, è in grado di scontrarsi con questo sindacato, con la minaccia di paralizzare il paese con tre giorni di sciopero. Si difende l'occupazione ma i costi sono a carico di tutto il sistema Paese».

 

Gli interventi necessari per avvicinarsi alla media europea

«Sicuramente è utile che i consumatori esercitino pressioni sulle società di distribuzione e sulle compagnie. Ma non può bastare». Gli interventi indispensabili per Tabarelli sono:

1) Liberalizzazione totale degli orari: è inaccettabile che alle 2 del pomeriggio i distributori siano chiusi;

2) dare la possibilità ai distributori di vendere di tutto, per scaricare la redditività su altri prodotti diversi dai carburanti;

3) chiudere 4mila distributori fuori norma, inefficienti, con costi che pesano sull'intera rete. Abbiamo 22mila stazioni di servizio, un quinto di tutta la rete europea, con l'erogato medio più basso della Ue».

Ma si tratta di interventi annunciati più volte ma che nessun governo è riuscito ad realizzare fino in fondo. «E' scandaloso - conclude Davide Tabarelli - che siamo ancora qui a discuterne».


Benzina: Scajola, mercoledì misure per ridurre prezzi 16.06.2008

DAL SOLE 24 ORE SI RIPORTA:

«Nel provvedimento metterò qualcosa per aiutare la riduzione del costo del carburante». Lo ha detto il ministro per lo Sviluppo economico, Claudio Scajola, riferendosi al pacchetto energia che sarà all'esame del Consiglio dei ministri mercoledì prossimo. Nel «piano triennale di sviluppo» che verrà presentato mercoledì in Consiglio dei ministri ci sarà in campo energetico anche «un rafforzamento del potere del Garante sui prezzi» per contenere i costi dei carburanti. Scajola ha comunque sottolineato che «la nostra azione è fatta comunque in un contesto internazionale».
Nessuna indicazione invece sul fronte del taglio delle tasse sui carburanti. Secondo un'indagine del centro studi Promotor bisognerebbe intervenire sull'Iva. Lo Stato, secondo una stima fatta sulla base dei prezzi alla pompa e dei consumi pubblicati dal Ministero dello Sviluppo Economico, dovrebbe incassare circa 1,8 miliardi in più di gettito Iva dai carburanti. Si passerebbe quindi dai 9,5 miliardi del 2007 a circa 11,3 miliardi nel 2008, di cui circa 600 milioni di euro solo nei primi 5 mesi. A tanto ammonterebbe, secondo le prime stime di settore proiettando i prezzi attuali per il resto dell'anno, l'impatto del caro-pieno di benzina e diesel sulle entrate statali in base all'attuale meccanismo sull'Iva. L'imposta si applica infatti alla somma tra prezzo industriale e accisa: all'aumentare del prezzo industriale, trainato dalle fiammate della materia prima, sale la base imponibile iva e, di conseguenza, il gettito per l'erario che «guadagnà dai rincari dei prezzi dei carburanti». Dati alla mano, il Csp, rileva - in una nota - che dei 3,5 miliardi di euro di aggravio sulle tasche degli automobilisti per l'aumento del prezzo dei carburanti, 500 milioni sono legati «alla crescita del prelievo fiscale».

Oltre ai fattori internazionali, quali le fiammate della materia prima e le speculazioni, sul costo dei carburanti pesano così «fattori interni», quali «gli extraprofitti del settore petrolifero e la tassazione». «Venendo ai fattori nazionali, vi sono innanzitutto gli extraprofitti del sistema distributivo italiano legati ad un imperfetto funzionamento della concorrenza e messi chiaramente in luce sia dagli utili eccezionali delle compagnie petrolifere» sui quali «il Ministro Tremonti ha annunciato la Robin Hood Tax». «Bisogna quindi rimodulare la tassazione, riducendo il prelievo su benzina a gasolio e recuperando il minor gettito attraverso altre imposte».

Ecco l'elenco dei distributori dove si risparmia

DAL SOLE 24 ORE SI RIPORTA:

Si chiamano "pompe bianche" e, con il prezzo della benzina che sfiora le stelle, sono un utile rimedio al problema del caro greggio.
Si tratta di distributori senza marchio, controllati da piccoli imprenditori che, grazie a una gestione autonoma dell'impianto, e a prezzi di rifornimento ridotti da parte delle compagnie petrolifere (si parla di 150 euro ogni mille litri contro i 35 concessi agli impianti tradizionali) possono smaltire i costi di vendita. Attualmente sul territorio italiano le "pompe bianche"sono circa 2000 e il risparmio per i consumatori è di circa sei centesimi al litro. Nel link in alto, un elenco dei distributori compilato a cura di Federconsumatori.

DAL SITO www.newsfood.com , si riporta:

Contro il caro-benzina che sta impoverendo gli italiani, con effetti non solo sul pieno di carburante ma in tutti i settori, servono interventi urgenti sul piano fiscale, al fine di contenere i rincari selvaggi dei listini.

Il Codacons rivolge quindi una richiesta precisa al Governo: eliminare o tagliare le tasse su benzina e gasolio, alcune delle quali gravano addirittura da 73 anni!
«Su ogni litro di carburante – spiega il Presidente Carlo Rienzi – ogni automobilista paga 0,27 euro per guerre, catastrofi naturali, missioni all’estero, ecc. Balzelli imposti in epoche lontane e in circostanza assai diverse, e mai più eliminati, per i quali si rende ora indispensabile un intervento mirato dell’esecutivo in favore dei cittadini massacrati dal caro-petrolio».

Su ogni litro di carburante gravano ancora:
• 1,90 lire per la guerra di Abissinia del 1935;
• 14 lire per la crisi di Suez del 1956;
• 10 lire per il disastro del Vajont del 1963;
• 10 lire per l'alluvione di Firenze del 1966;
• 10 lire per il terremoto del Belice del 1968;
• 99 lire per il terremoto del Friuli del 1976;
• 75 lire per il terremoto dell'Irpinia del 1980;
• 205 lire per la missione in Libano del 1983;
• 22 lire per la missione in Bosnia del 1996;
• 2,15 centesimi di euro nel 2001 per il ripristino delle 50 lire tolte dal Governo precedente che servivano a calmierare il prezzo del carburante
• 1,6 centesimi di euro nel 2004 per il contratto degli autoferrotranviari;
• 0,5 centesimi di euro nel 2005 per acquisto autobus ecologici

TOTALE 0,27 EURO = Lire 523

COMMENTO DI FERNANDO: Abbiamo riportato tre articoli molto indicativi sull’attuale rincaro del prezzo della benzina. Le lobbies del petrolio è difficile abbatterle. Il ricorso ad energie alternative potrebbe essere una soluzione. E’ un vero schifo che ancora vengano mantenute tasse obsolete e senza alcun senso quando il prezzo della benzina è al limite della sopportabilità. Attenzione “l’elastico quando si stira molto si taglia” ed ai petrolieri rimarrà un pugno di mosche in mano. E’ quello che AUGURIAMO! Ai partiti di opposizione ed al Codacons, invece, chiediamo di intervenire, in tutti i modi, per tagliare queste tasse obsolete su benzina e gasolio. VERGOGNA! VERGOGNA! VERGOGNA!

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Commenti (1)add comment

alessio said:

prova
ciao fernando,
ti lascio un abbraccio, il commento su questo pezzo l'ho postato su calabriafotoweb
 
settembre 12, 2008
Voti: +0

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