Che sta succedendo in Iran ?
(di Avv. Fernando Cannizzaro 22-06-2009)
Ahmadinejad ha vinto le elezioni Presidenziali in Iran con il 62,63% di consensi. Il suo sfidante Mir Hossein Moussavi, si è attestato al 33,75%.
Molto distanti gli altri due candidati: l’ex capo dei pasdaran, Mohsen Rezai, si è attestato all’1,73%. Allo 0,85% l’ex presidente del parlamento, Mehdi Karroubi. Affluenza record: ha votato l’85% degli aventi diritto.
Ahmadinejad è un protettore e confidente del leader Supremo Ayatollah Ali Khamenei che lo ha sostenuto e voluto in queste elezioni. Ahmadinejad è un dittatore e totalitario. Negli anni 80 interrogava i prigionieri in carcere e poi li torturava. Negli anni 90 lo vediamo impegnato ad organizzare squadroni di vigilantes che menavano in piazza e facevano sparire studenti durante le manifestazioni. La sua permanenza nella Guardia Rivoluzionaria ed il suo ruolo nei vigilantes gli hanno assicurato notevoli benefici durante le ultime elezioni. Non intende dialogare né con l’ Europa né con gli Stati Uniti per la sospensione del programma nucleare. Sostiene Abbas ed è nemico di Israele.
Hossein Moussavi non è di meglio. Giudicò Israele un tumore canceroso. Inviò al fronte 100.000 bambini. Fece impiccare su proprio mandato migliaia di dissidenti politici, criminali, donne fedifraghe e omosessuali. Definì gli Stati Uniti d’America “il grande Satana”. Nel 1988 Mousavi fu responsabile di uno dei più orrendi crimini del regime islamico: lo sterminio sistematico nelle carceri iraniane di circa 30mila militanti della resistenza dei Mujaheddin del Popolo. Nei suoi anni di governo, l’Iran fu ritenuto responsabile di 144 azioni terroristiche all’estero, della fucilazione di 90mila dissidenti e dell’epurazione del corpo insegnanti nelle università. Non è certamente un angioletto calato dal cielo.
Al di sopra di questi dittatori sta Ali Khamenei che è largamente considerato il simbolo della classe dirigente conservatrice del Paese. I programmi missilistico e nucleare sono nelle mani di Ali Khamenei, così come i programmi di sostegno ai gruppi terroristi all’estero. L'Āyatollāh Khāmeneī ha costantemente puntato sul ruolo supervisore del conservatore Consiglio dei Guardiani che tira le fila della politica in Iran e che appoggia Ahmadinejad.
In questo triste scenario l’Iran è da ritenersi, a tutti gli effetti, una dittatura. Le elezioni sono una mezza presa in giro. Sono controllate dal regime attraverso il Consiglio dei Guardiani della Rivoluzione, organo non rappresentativo, che sceglie le candidature secondo il gradimento del Consiglio. Le elezioni sono gestite interamente da un Ministero degli Interni guidato e pilotato dalla Guardia Rivoluzionaria vicina ad Ahmadinejad. Secondo l’’opposizione, sarebbero state stampate milioni di schede in più. La rivoluzione di questi giorni viene fuori da una lite interna al regime dittatoriale iraniano. Moussavi, cavalcando la rivoluzione del popolo Iraniano cerca di acquisire una verginità che non gli compete. In mezzo a questa diatriba di dittatori sta il popolo iraniano che cerca da anni di sollevarsi e reagire alla dittatura di questi tiranni che lo opprimono nei modi più feroci. Non bisogna confondere la guerra del popolo Iraniano che lotta per la democrazia, dalla lotta personale di Moussavi che cerca di conquistare il potere agendo faziosamente sulle masse. Sono due cose distinte e separate.
Ma le democrazie occidentali, che fanno? Perché Obama, non prende posizione ? Gli iraniani scesi in piazza, stanno sfidando apertamente il regime. Non sono seguaci di Mousavi, ma un popolo stanco di lunghi anni di sacrifici, violenze e oppressioni di regime. Il popolo vuole LA DEMOCRAZIA. Non vuole Moussavi o Ahmadinejad. Questi tiranni non c’entrano un c…..con il popolo Iraniano e con la democrazia. E’ augurabile che anche l’Occidente “cd democratico” apra gli occhi. Voi ci credete? Io,no.-