04 luglio 2024
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Dell'Utri ride delle rivelazioni di Spatuzza

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Mafia: Dell'Utri; a pg nuovo verbale pentito Spatuzza

Fonte: www.antimafia2000.com

Palermo 22.10.2009 Un verbale con le rivelazioni del neopentito Gaspare Spatuzza potrebbe riaprire il processo d'appello al senatore del Pdl Marcello Dell'Utri, accusato di concorso in associazione mafiosa e condannato in I grado a nove anni.

 

I pm di Palermo hanno trasmesso, questo pomeriggio, alla Procura generale, prossima a concludere la requisitoria e a fare la richiesta di pena per l'imputato, le dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia il 6 ottobre scorso. Nell'interrogatorio Spatuzza riferisce, tra l'altro, che il boss di Brancaccio Giuseppe Graviano, di cui era il braccio destro, gli disse che Dell'Utri era il referente politico di Cosa nostra. Il pg, Nino Gatto, valuterà domattina se mettere il verbale a disposizione della difesa e chiedere alla corte d'appello l'esame di Spatuzza. Se i giudici dovessero ritenere assolutamente rilevante la nuova prova e decidessero di accogliere l'istanza, verrebbe sospesa la discussione e riaperta l'istruttoria di un processo ormai giunto alle battute finali. Spatuzza è stato interrogato dai pm di Palermo che indagano sulla trattativa tra mafia e Stato e proprio in questo contesto ha fornito le indicazioni sul senatore del Pdl che potrebbero confluire nel processo d'appello. Il pentito è stato sentito anche dai magistrati di Caltanissetta che hanno riaperto le inchieste sulle stragi del '92. A loro ha dato una versione completamente nuova della fase esecutiva dell'eccidio di via D'Amelio. Il collaboratore ha, inoltre, reso dichiarazioni alla dda di Firenze che indaga sui mandanti occulti delle stragi del '93. Di Dell'Utri il pentito avrebbe parlato anche ai pm toscani che, però, hanno secretato i verbali mai trasmessi ai colleghi di Palermo. (ANSA)

In data 23 Ottobre 2009 dal Corriere.it, riportiamo:

Dell'Utri: «Le accuse di Spatuzza mi fanno ridere» Il senatore del Pdl risponde al pentito che lo ha definito «referente politico di Cosa nostra»

PALERMO - «Sono tutte grandi cazzate di cui, per fortuna, riesco ancora a ridere. È tutto un teatrino che mi fa divertire. Lo faccio passare, altrimenti il danno sarebbe maggiore di quello che viene dalle sentenze». Così, il senatore del Pdl Marcello dell'Utri ha bollato le nuove accuse a suo carico del pentito Gaspare Spatuzza che lo ha definito «referente politico di Cosa nostra».

IL PROCESSO - Il parlamentare è a Palermo per assistere all'udienza del processo d'appello in cui è imputato di concorso in associazione mafiosa. Giovedì la procura ha trasmesso alla procura generale, che sostiene l'accusa in secondo grado, i verbali con le dichiarazioni del collaboratore di giustizia che potrebbero avere un effetto dirompente sul processo. Se il pg, che oggi avrebbe dovuto concludere la requisitoria con la richiesta di pene, ritenesse rilevanti per la decisone le parole del pentito, potrebbe chiedere alla corte la sospensione della discussione e l'esame di Spatuzza. «C'è tutta un'organizzazione - ha aggiunto Dell'Utri - per dare rilevanza mediatica a delle banalità: evidentemente ci sono obiettivi superiori». «Quando tutto sarà finito - ha proseguito - ci sarà da fare una riflessione su come sono state condotte alcune inchieste nel nostro Paese. Perché i magistrati, invece di perdere tempo con me, non indagano su chi ha fatto le stragi? I tre processi per l'eccidio di Borsellino pare siano stati un fallimento e non potrà passare sotto silenzio. E invece se la prendono con me e con i carabinieri».

L'ASSOLUZIONE - «Cosa mi aspetto da questo processo? Tutti gli imputati si aspettano di essere assolti». Il senatore Dell’Utri, ondannato a 9 anni di reclusione in primo grado, aggiunge: «Sono venuto qua - dice - per rispetto della Corte e perché oggi c’è la fine della requisitoria del pg e credo che sia un mio dovere di imputato partecipare al processo anche se lo ritengo assolutamente ingiusto», ha concluso.

BERLUSCONI - Il contenuto del verbale di Spatuzza consegnato oggi è relativo all'interrogatorio reso il 6 ottobre scorso al procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia e ai pm Lia Sava e Antonino Di Matteo, e fa riferimento ad un presunto incontro con il boss mafioso Giuseppe Graviano nel gennaio del '94. «Incontrai Giuseppe Graviano all'interno di un bar in via Veneto (a Roma, ndr). Graviano era molto felice, disse che avevamo ottenuto tutto e che queste persone non erano come quei "quattro crasti" dei socialisti. La persona dalla quale avevamo ottenuto tutto era Berlusconi e c'era di mezzo un nostro compaesano, Dell'Utri». «Io non conoscevo Berlusconi -aggiunge Spatuzza nelle dichiarazioni- e chiesi se era quello di Canale 5 e Graviano mi disse sì. Del nostro paesano mi venne fatto solo il cognome, Dell'Utri, non il nome. In sostanza, Graviano mi disse che grazie alla serietà di queste persone noi avevamo ottenuto quello che cercavamo "ci siamo messi il paese nelle mani", mettendo in evidenza la mancanza di serietà dei socialisti negli anni precedenti. A quel punto abbiamo avuto via libera all'attentato all'Olimpico che poi fallì e non si riprogrammò perché i fratelli Graviano vennero arrestati e non se ne fece più nulla». Spatuzza nel suo interrogatorio rivela quindi alcuni retroscena della presunta trattativa tra Stato e Cosa nostra. Così, racconta di un altro incontro avvenuto a Campofelice di Roccella, nel palermitano, dopo la strage di Firenze nel '93. «Quell'incontro -ha detto ai magistrati- doveva essere finalizzato a programmare un attentato ai carabinieri da fare a Roma. Noi avevamo perplessità perchè si trattava di "fare morti" fuori dalla Sicilia. Graviano, per rassicurarci, ci disse che da quei morti avremmo tratto tutti benefici, a partire dai carcerati. In quel momento io compresi che c'era una trattativa. Lo compresi perché Graviano disse a me e a Lo Nigro se noi capivamo qualcosa di politica e ci disse che lui ne capiva. Questa affermazione mi fece intendere che c'era una trattativa che riguardava anche la politica. Da quel momento io dovevo organizzare l'attentato ai carabinieri e mi mossi in questo senso. Individuai quale obiettivo lo stadio Olimpico. Mentre preparavo l'attentato mi venne detto che dovevo potenziarne gli effetti lesivi e ,intanto, dovevo aspettare un nuovo incontro con Giuseppe Graviano a Roma che in effetti avvenne». Alla domanda sul perché non avesse riferito tutto subito sul presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, Spatuzza ha risposto: «Perché intendevo prima di tutto che venisse riconosciuta la mia attendibilità su altri argomenti e poi riferirne, sia per ovvie ragioni inerenti la mia sicurezza sia per non essere sospettato di speculazioni su questo nome nella fase iniziale, giá molto delicata della mia collaborazione».

GHEDINI - Sulle dichiarazioni di Spatuzza si registra anche l'intervento di Niccolò Ghedini (Pdl), legale del presidente del Consiglio: «Le dichiarazioni rilasciate da tale Spatuzza nei confronti del presidente Berlusconi sono del tutto prive di ogni fondamento e di ogni possibile riscontro. L'autorità giudiziaria ha già ampiamente indagato sulle assurde accuse che nel passato erano state mosse nei confronti del presidente Berlusconi e ne ha accertato, come era ovvio, la più totale estraneità a qualsiasi ipotesi di connessione con la mafia, fenomeno che i governi presieduti dall'on. Berlusconi hanno sempre fortemente ed efficacemente contrastato». «Tale linea di condotta - prosegue - è la migliore dimostrazione della inconsistenza di qualsiasi ipotesi in tal senso. È davvero incredibile che vi sia ancora qualcuno che può dar credito a dichiarazioni siffatte, la cui portata antigiuridica è evidente e per le quali si procederà in ogni sede». 23 ottobre 2009

NOSTRO COMMENTO: Noi che non siamo forcaioli Le auguriamo che possa ridere sempre. Ma, attenzione ai proverbi (che sono la saggezza dei popoli) “Ride bene chi ride l’ultimo!” Non Le pare? Attendiamo fiduciosi che la Magistratura faccia il suo corso. Se Dell’Utri è innocente va subito rilasciato. Se Dell’Utri è colpevole va punito. Tertium non datur!

 

 

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