23 novembre 2024
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Il dictat del PDL

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Dal Corriere.it si riporta:

Berlusconi: i pm vogliono farmi cadere

Il premier: «Fuori dal partito chi non si adegua»

ROMA - Avanti sul processo breve e sul Lodo Alfano per via costituzionale. Il Popolo della libertà conferma la linea politica sulla giustizia al termine dell'ufficio di presidenza che si è tenuto a Palazzo Grazioli

 

(vertice che si è aperto con l'abbraccio distensivo tra i ministri Tremonti e Brunetta). «Anche il corso dell'attuale legislatura - si legge nel documento del Pdl approvato all'unanimità - è stato turbato dall'azione di una parte tanto esigua quanto dannosa della magistratura, dimentica del proprio ruolo di imparzialità». «Si tratta di una questione che è giunta ormai a intaccare la natura stessa della democrazia, che si fonda su un corretto e giusto equilibrio fra i diversi poteri e ordini dello Stato» prosegue la nota. «Questo equilibrio, che le diverse tradizioni politiche che contribuirono a scrivere la nostra carta costituzionale avevano cercato di garantire e preservare, è completamente saltato soprattutto dopo le vicende giudiziarie che hanno travolto il sistema politico della cosiddetta Prima Repubblica». «L'Italia - si legge ancora - è l'unico Paese in cui la magistratura ha finito per acquisire un peso così abnorme nella vita democratica» mentre «di converso il potere politico fondato sulla sovranità popolare rischia di apparire impotente a svolgere le proprie finalità. Questo problema - si sottolinea ancora - non riguarda una sola una persona o un solo partito, ma la natura stessa della democrazia e la capacità di chi è investito di una responsabilità politica di adempiere alle proprie responsabilità nei confronti del Paese».

LA RUSSA - Poco dopo, tocca al ministro della Difesa, Ignazio La Russa, spiegare le prossime misure del governo in materia di giustizia: «Riproporremo il lodo Alfano per via costituzionale. Tenendo in considerazione i rilievi fatti dalla Consulta. Abbiamo convenuto all'unanimità di avviare il percorso per la riforma costituzionale della giustizia e abbiamo deciso di sostenere il ddl che voi chiamate del processo breve, ma che noi definiamo processo a durata certa». A questo proposito, il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, ha affermato che dal 2004 al 2009 sono stati prescritti 466 processi al giorno.

GLI ALTRI PUNTI - L'ufficio di presidenza del Pdl ha ribadito «che ogni ipotesi di voto a non cittadini italiani è estranea al programma e alla linea politica del Popolo della libertà». In vista delle prossime elezioni regionali, poi, è stato dato mandato ai coordinatori nazionali di presentare entro la prossima settimana le proposte riguardanti i candidati. Il Pdl rilancia anche l'ipotesi di elezione diretta del premier, per consentire «una maggiore efficacia dell’azione dell'esecutivo», anche nell’ambito «di un sistema di contrappesi fondato su un maggior potere di controllo e di indirizzo del Parlamento».

BERLUSCONI - Prima della diffusione del documento ufficiale, erano trapelate alcune indiscrezioni sul discorso di Silvio Berlusconi ai dirigenti del Pdl. Secondo il premier, è in atto un tentativo di far cadere il governo. Berlusconi avrebbe puntato il dito soprattutto contro la magistratura, spiegando che certi giudici hanno preso una deriva eversiva. Secondo quanto hanno riferito alcuni presenti, Berlusconi ha parlato di una vera e propria persecuzione giudiziaria nei suoi confronti, che porta il paese sull'orlo della guerra civile (ma quest'ultima espressione è stata smentita successivamente dall'ufficio stampa del Pdl). Proprio per questo, Berlusconi avrebbe chiesto di andare avanti con il provvedimento sul processo breve e sulla riforma costituzionale della giustizia. Il capo del governo è intervenuto poi sulle fibrillazioni interne al Pdl: «Il partito decide su tutto a maggioranza, chi non si adegua è fuori». Più tardi, però, La Russa precisa: «Oggi eravamo tutti d'accordo che in un partito esiste la maggioranza; ma non è detto che chi non fa parte della tesi che in quel momento è maggioranza, sia fuori dal partito, anzi...».

IL PD - Il documento del Pdl, e le indiscrezioni sulle frasi del premier, fanno insorgere il Partito democratico. «L'esito dell'ufficio politico del Pdl, unito alle presunte affermazioni, poi smentite, di Berlusconi, sono di una gravità allarmante» dichiara la presidente del gruppo Pd al Senato, Anna Finocchiaro, secondo la quale «tutto ciò testimonia e tradisce la parossistica tensione che anima il presidente del Consiglio e il disagio sempre più evidente di una parte consistente della maggioranza». «Un grande partito di opposizione - prosegue - ha il dovere di respingere affermazioni della natura e della gravità di quelle scaturite dall'ufficio politico del Pdl e di assicurare per proprio conto i cittadini, le famiglie e i lavoratori circa il proprio impegno a difendere la democrazia italiana e a mantenere vive le istituzioni». «Continueremo a porre al centro della nostra azione politica - assicura Finocchiaro - le questioni che più interessano gli italiani: il lavoro, il reddito, le prospettive delle future generazioni. Un grande Paese in difficoltà non si governa con irresponsabili isterismi e allo smarrimento giustificato dei cittadini noi risponderemo con la serietà e la responsabilità delle nostre buone ragioni e delle nostre proposte politiche e con una difesa rigorosa e seria degli equilibri democratici».

CSM - In serata si apre poi un altro fronte di polemica. Con il Pdl che replica alla notizia secondo la quale il Csm potrebbe acquisire le dichiarazioni fatte dagli esponenti del partito nel corso della riunione dell'ufficio di presidenza. «Sarebbe gravissimo, del tutto inusitato e anche grottesco se il Csm volesse acquisire le dichiarazioni pronunciate nel corso di una libera riunione di partito» affermano i capigruppo del Pdl al Senato ed alla Camera, Maurizio Gasparri e Fabrizio Cicchitto.

Csm acquisirà le frasi del premier

Il consigliere Fresa: «Escalation di denigrazioni contro la magistratura, non possiamo fare a meno di intervenire»

ROMA - Il Csm acquisirà le dichiarazioni del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, durante la riunione dell’ufficio di presidenza del Pdl. «È un'escalation di denigrazioni contro tutta la magistratura, non possiamo fare a meno di intervenire», dice il consigliere togato Mario Fresa (Movimento per la giustizia), che in Prima Commissione è relatore della pratica già aperta dopo le affermazioni con le quali il premier, lo scorso settembre, accusava i magistrati di Milano e Palermo di cospirare contro di lui.

ACCUSE GRAVI - «Chiederò alla Commissione - spiega - di acquisire le ultime dichiarazioni, anche riportate attraverso gli organi di stampa. Sono dichiarazioni pubbliche. Lunedì avremmo comunque discusso della pratica già aperta. Avremmo voluto che non ci fossero altre dichiarazioni di questo tenore. Quelle pronunciate stasera (giovedì, ndr) sono anche più gravi: si accusa la magistratura di voler sovvertire la democrazia, la Costituzione. Sono queste dichiarazioni - sostiene ancora Fresa - che pongono seri problemi di tenuta delle istituzioni democratiche, si altera l’equilibrio tra poteri e funzioni dello Stato».

NOSTRO COMMENTO: Dall’Ufficio politico del PDL escono deliri del tipo «Il partito decide su tutto a maggioranza, chi non si adegua è fuori». Meno male che si chiama Polo delle Libertà.! Mai io dico Fini, come fa Fini a rimanere ancora dentro al PDL? E’ allucinante! Presidente Fini, tempo addietro Lei non ebbe a dire: “Siamo alle comiche finali!” Perché ora dove siamo! Presidente FINI se non vuole perdere la credibilità di cui ancora gode (per poco però! ) esca fuori da questo Governo.

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