04 luglio 2024
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IRPEF: riduzione di 5 punti. Era ora!

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Il piano di Berlusconi: due aliquote secche

Fonte:il Giornale.it

Il premier rivela: "La riforma tributaria è la prima emergenza che affronteremo". L’obiettivo è lo stesso del ’94: abbassare le tasse semplificando l’Irpef. Tremonti già al lavoro: "Servono grande prudenza e grande consenso". Meno Stato e più mercato: 10 riforme "low cost" per modernizzare l'Italia

 

Roma La volontà di «dare un segnale» sul fronte delle tasse è forte. Lo conferma anche il fatto che nell’intervista concessa ieri a Repubblica da Silvio Berlusconi, la «riforma tributaria» sia indicata come la prima delle «emergenze» da affrontare, una priorità che precede lo stesso capitolo istituzionale, giustizia inclusa. L’incontro tra il premier e il ministro dell’Economia di venerdì scorso si è articolato interamente attorno alle modalità per rimodulare la pressione fiscale, beneficiando le fasce più deboli. In pratica, Berlusconi ha invitato i suoi interlocutori ad attivarsi affinché entro la fine della legislatura la riforma possa effettivamente concretizzarsi.

Nel colloquio con il quotidiano diretto da Ezio Mauro, il presidente del Consiglio ha dichiarato che con Tremonti si stanno «studiando tutte le possibilità» per arrivare al sistema delle due aliquote Irpef (23% per redditi fino a 100mila euro e 33% oltre i 100mila), teorizzato sin dal 1994 e cavallo di battaglia della campagna elettorale nel 2001. Ma non ha fissato scadenze precise, salvo sottolineare che «il 2010 è l’anno in cui possiamo uscire definitivamente dalla crisi».

La chiave di lettura è questa: occorre avviare la riforma fiscale il prima possibile. E se nell’ambito del riordino delle imposte si riesce ad alleggerire un po’ il carico di imposizione dalle famiglie, soprattutto quelle meno agiate e con figli, è cosa buona e giusta. In fondo, è una vecchia idea tremontiana quella di spostare la tassazione dal lavoro e dalla produzione di ricchezza ai consumi, soprattutto quelli che danneggiano l’ambiente. Se le procedure consentissero di inviare il «segnale» in concomitanza con le Regionali, la circostanza sarebbe molto gradita. Le tasse, infatti, rappresentano un argomento che disarmerebbe l’opposizione preconcetta. Perfino Di Pietro si è dichiarato disponibile a parlarne, a dispetto del segretario del Pd Bersani che ha liquidato il tutto con un «troppi soldi verso i ricchi».

Ma c’è da confrontarsi con Tremonti che, sebbene abbia più volte ribadito che «la riforma fiscale è fondamentale», ha tuttavia evidenziato la necessità di «una grande prudenza e di un grande consenso». Il titolare del Tesoro ha accelerato i tempi e da domani i tecnici del ministero avvieranno il confronto con le parti sociali per aprire il tavolo sulla riforma in poche settimane.

La volontà dialogante di Tremonti non implica automaticamente un via libera alla spesa: la riforma fiscale con la riduzione del numero delle aliquote Irpef a due implicherebbe un minor gettito di circa 18 miliardi di euro considerato che il 99,5% dei contribuenti italiani dichiara redditi inferiori a 100mila euro. E la stabilità del gettito fiscale è uno dei fiori all’occhiello della gestione della crisi. Anche nel 2009, anno molto difficile per l’economia, le entrate fiscali sono rimaste sostanzialmente invariate (-2,4% la stima dell’Istat), a fronte di un aumento contenuto della spesa pubblica. Modificare il meccanismo significherebbe creare più deficit e più debito mettendo a rischio non solo la tenuta dei conti, ma anche la reputazione internazionale dell’Italia, che si è mantenuta a livelli ottimali negli ultimi due anni. Di qui il comunicato stampa diffuso dal sottosegretario Paolo Bonaiuti, che ha voluto fare chiarezza e tranquillizzare l’inquilino di via XX Settembre dai timori di «assalti alla diligenza» in un Paese con 480 miliardi di titoli di Stato da emettere nel 2010 e un rapporto deficit/Pil che ha superato il 5 per cento. «Il governo non vara provvedimenti una tantum come segnali propiziatori di consensi ma interviene con provvedimenti seri, concreti e strutturali». Da un lato, ha aggiunto Bonaiuti, l’esecutivo intende mantenere «l’equilibrio fondamentale dei conti dello Stato»; dall’altro «intende disegnare un sistema che porti l’Italia alla modernità fiscale».

Per comprendere le strategie che si potrebbero adottare è utile rileggere il «Libro bianco» sulla riforma fiscale che Tremonti stilò nel 1994. Il riordino deve passare attraverso il federalismo fiscale (riforma già realizzata e in attesa dei decreti attuativi), la cessione degli immobili pubblici agli enti locali (avviata con l’ultima Finanziaria) e la riorganizzazione delle imposte (prevista dalla legge delega del 2002 ma non ultimata). Solo su questi pilastri si può poggiare la contrazione delle aliquote per sostenere i redditi medio-bassi.

NOSTRO COMMENTO: Questa si che è una riforma condivisibile  ridurre da cinque a due le aliquote IRPEF. Noi lo abbiamo sempre predicato da queste pagine. Riducendo l’Irpef ai dipendenti ed ai pensionati aumenteranno di pari passo i consumi con indubbio beneficio anche per le imprese. Persino il tanto vituperato IDV è disponibile a votarla. Più stitico appare Bersani che si porta dietro ancora il retaggio della politica di Prodi caratterizzata da una eccessiva pressione fiscale verso i cittadini, dai quali, è stato severamente punito assieme a quelli di sinistra. Auguriamo che questa riforma dell’IRPEF non sia una VOX CLAMANTIS IN DESERTO.

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Commenti (4)add comment

sergio said:

...
Ma non dite cavolate!!!
Ma dove l'avete letto che l'IRPEF potrebbe essere abbassata del 5%?
 
gennaio 10, 2010
Voti: +0

Fernando Cannizzaro said:

...
Infatti non ci siamo mai sognati di dire che l'Irpef potrebbe essere abbassata del 5%. Queste cavolate Le dice solo Lei. Abbiamo solo parlato di 5 punti solo nel titolo dell'articolo (nel senso però di scaglioni) e non del 5/%. Il 5% lo ha sognato Lei! Quello che intendevamo dire - forse avremmo dovuto esplicitarlo meglio dal momento che ha generato confusione - è che Berlusconi con la sua proposta di riforma fiscale vorrebbe ridurre gli attuali 5 scaglioni di Irpef (23-27-38-41-43) a due soltanto e cioè (23-33) . Questa proposta di riforma viene bocciata dal Segretario del PD Bersani. Vedremo come finirà. Personalmente penso che sono solo rumori in vista delle prossime elezioni Regionali.
 
gennaio 10, 2010
Voti: +0

Alberto said:

...
Interessante. Titolate "IRPEF: riduzione di 5 punti" e a chi vi fa notare che non c'è scritto da nessuna parte che verrà ridotta l'IRPEF di cinque punti, reagite insultandolo (dimostrando grande signorilità) e replicando che era evidente che si parlava di riduzione degli scaglioni (di cui è noto che in italiano "punti" è un sinonimo).
Avete davvero un'opinione così bassa dei vostri lettori da pensare che si bevano proprio tutto?
 
gennaio 13, 2010
Voti: +0

Fernando Cannizzaro said:

...
E' stato Lei per primo a usare un linguaggio piuttosto colorito, per non dire altro, parlando di "cavolate" Io non ho fatto altro che rispondere alle sue "cavolate". Se qualcuno doveva ritenersi offeso quello ero io e non Lei. La spiegazione gliela ho data. Del resto alla fine dell'articolo dove scrivo il " Mio commento " chiarisco in modo inequivoco il mio pensiero. Ovviamente Lei è libero di pensare quello che vuole. Per quanto riguarda i miei lettori si sbaglia di grosso. Ho una grande stima e considerazione. Non sopporto però l'ineducazione. Quando qualcuno entra a fare un commento non esordisce scrivendo: "ma non dite cavolate!" Questo lo fà a casa Sua. Io non glielo consento!
 
gennaio 13, 2010
Voti: +0

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