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Processo Spartacus

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Processo Spartacus - Sentenza d'appello 20.06.2008

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DAL BLOG DI ANTONIO DI PIETRO, SI RIPORTA:

Il 4 giugno avevo dichiarato su questo blog che avrei seguito da vicino il processo Spartacus e che vi avrei tenuto informati. Pubblico il resoconto del nostro inviato a Napoli, Daniele Martinelli.

 

"Giovedi 19 giugno 2008. Un cordiale saluto da Daniele Martinelli. Mi trovo all’esterno del carcere di Poggioreale, a Napoli, per il processo Spartacus di cui è attesa la sentenza d’appello per esponenti del clan Casalesi. In tutto una trentina di esponenti che secondo calcoli approssimativi hanno un giro d’affari attorno ai 30 miliardi di euro e ramificazioni in mezzo mondo.
Si vive un po' di tensione attorno al carcere per i timori di atti eclatanti dopo le minacce pronunciate verso i giornalisti in aula durante l’udienza di lunedì da parte di Sandokan, alias Francesco Schiavone, che ha detto di non voler essere ripreso dalle telecamere. Schiavone già condannato in primo grado all’ergastolo. Quindi, sosta vietata attorno al perimetro del carcere, tiratori scelti negli edifici circostanti, vigilanza armata agli angoli delle strade e anche un’ispezione dentro delle fogne perimetrali del penitenziario che fortunatamente non portano alla luce ordigni. Nel frattempo noi operatori della stampa veniamo fatti entrare nell’aula bunker in attesa dell’arrivo dei giudici della corte d’appello, che infatti si presentano a mezzogiorno.
Come già detto prima, gli imputati sono una trentina di camorristi, tra cui gli storici capi clan accusati di ben 16 omicidi compiuti tra il 1988 e il 1991 nell’area del lagro aversano. La sentenza di primo grado del settembre del 2005 si era conclusa con 21 condanne all’ergastolo. Il procuratore generale, Francesco Iacone, rappresenta l’accusa in questo processo. Tra la folla si intravede nascosto dietro un muro di agenti anche lo scrittore Roberto Saviano, autore di Gomorra, il libro che con nomi e cognomi ha messo in luce la camorra imprenditrice di Casal di Principe. Saviano per ciò vive sotto scorta e non lo si può avvicinare nemmeno per un intervista. Nell’aula bunker in teleconferenza sono collegati gli avvocati difensori di alcuni imputati rinchiusi nelle carceri dell’Aquila e Alessandria.
Ora sentiamo la lettura della sentenza del Presidente della Prima sezione della Corte d’Assise d’appello di Napoli, Raimondo Romeres: Ergastolo con isolamento diurno per anni 2 per Bidognetti Francesco, Caterino Giuseppe, Iovine Antoni, Schiavone Francesco del '54, Schiavone Francesco del '53, Schiavone Walter e Zagaria Vincenzo. Ergastolo con isolamento diurno per anni 1 e mesi 6 per Alessandro Cipriano e Diana Raffaele. Ergastolo con isolamento diurno per mesi 3 per Martinelli Enrico e Zara Alfredo. Ergastolo per Caterino Marco, Ian Giuseppe, Diana Giuseppe, Tanaro Sebastiano, Canosa Luigi e Zagaria Michele.

Quindi sono trenta le condanne emesse, di cui 16 ergastoli, come richiesto dai pubblici ministeri, qualche attenuante per alcuni collaboratori. Colpiti quindi tutti i capi storici della banda criminale, da Francesco Schiavone a Francesco Bidognetti, e anche Antonio Iovine e Michele Zagaria, entrambi latitanti. Sono state poi derubricate alcune accuse di estorsione a minaccia. Sentiamo qualche dichiarazioni del pg Iacone: “Sono contento salvo poi a valutare meglio il dispositivo con la motivazione di questa sentenza, ci sono state delle attenuanti comunque, certamente, ma sono state ancorate o alla confessione o alla collaborazione.” Il clan dei Casalesi a questo punto?E chi lo sa, lo deve chiedere al clan.Ai condannati rimane la carta della Cassazione, intanto va ricordato che il clan del Casalesi è tra i principale sospettati anche dell’omicidio dell’imprenditore Michele Orsi, ucciso a colpi di pistola poche settimane fa a Casal di Principi, per il quale sono in corso indagini serrate. Riporto l’intervento dell’avvocato Caterino: Sono impegnato in quel processo, sono state fatte varie ipotesi accusatorie, allo stato, se mi si consente non voglio interferire nel merito di un'indagine della magistratura. Se a voi fa piacere giornalisticamente ritenere esistente questo clan dei Casalesi allora ben venga... ma non esiste una sentenza definitiva e finché non esiste una sentenza definitiva ritengo che non esiste un clan dei Casalesi.

Mi rivolgo a Geppino Fiorenza, dell’associazione Libera contro le mafie. A suo avviso il fatto che anche un politico di alleanza nazionale sia finito indagato perché pare avere avuto dei collegamenti, anche se la sentenza di oggi non ha relazione diretta con questa vicenda, Michele Orsi, comunque sempre clan dei Casalesi...
Ancora tutte le cose devono essere chiarite in quel caso.. è indiscutibile che ci siano collusioni con aspetti della politica malsana, insomma le mafie non potevano diventare così potenti e anche con aspetti di imprenditoria. Io credo che nessuno si può meravigliare del fatto che per esempio quando c'è stato l'accumulo di ricchezze per lo sversamento di rifiuti tossici in Campania, certo, a qualcuno, anche agli imprenditori del Nord questo faceva comodo come ha ricordato il Capo dello Stato”.

Ma queste sentenze alla fine decapitano il clan dei Casalesi oppure il clan ha al suo interno elementi liberi in grado di influenzare la vita pubblica poi alla fine perché poi anche i rifiuti sono un po' collegati.
Le rispondo con una sola parola quella di Don Luigi Ciotti: continuità anche un'affermazione come quella di oggi che è importante da parte dello Stato non può essere un'affermazione fine a se stessa. E' indiscutibile che le mafie si riorganizzano, tra l'altro la differenza tra le camorre rispetto alla mafia siciliana è quella proprio di avere un'organizzazione più orizzontale, quindi è evidente che c'è un ricambio e a maggior ragione quella continuità significa non abbassare mai la guardia ma andare avanti con continuità e che vincere si possa questo è nelle cose…

COMMENTO DI FERNANDO: Ogni commento è superfluo! Ogni tanto qualcosa di Buono....
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