Riflessioni sul concetto odierno di democrazia rappresentativa in Italia
Abbiamo deciso di dare anche Noi un modestissimo contributo sulla vexata questio della democrazia rappresentaiva. Prima di addentrarci in un argomento così difficile e delicato, riteniamo sia utile ed opportuno riepilogare, a grandi linee, il sistema elettorale vigente in Italia di reclutamento dei Parlamentari.
Sistemi elettorali
Prima del 1993 in Italia vigeva il sistema proporzionale puro ancora usato per le elezioni del Parlamento Europeo. Con Legge 207/2005 il sistema proporzionale è stato ritoccato con un premio di maggioranza eventuale che scatta a determinate condizioni:
CAMERA DEI DEPUTATI
Per le Regioni (19) tutti i partiti si possono unire fra loro e per l’assegnazione dei seggi la coalizione deve ottenere, sommando i voti di tutte le 19 Regioni, almeno il 10% dei voti validi espressi e almeno una lista della coalizione deve ottenere un minimo del 2%. Le liste non coalizzate,invece, devono ottenere almeno il 4% dei voti (cd. Sbarramento )Per le liste coalizzate esiste lo sbarramento del 2%. E’ previsto,inoltre,un premio di maggioranza che scatta nel caso in cui una coalizione o un partito abbia ottenuto, sommando i voti delle 19 Regioni, la maggioranza relativa. La Valle d’Aosta ha un solo seggio maggioritario.
SENATO
Le 18 Regioni eleggono i propri senatori con sistema proporzionale.I partiti si possono coalizzare ma devono ottenere almeno il 20% dei voti validi e ogni partito della coalizione non meno del 3%. Il Molise ha 2 Senatori e la Val d’Aosta ed il Trentino 1 ciascuno. Grosso modo – ed a parte alcuni tecnicismi insiti nei sistemi – ci troviamo difronte ad un cd. Sistema di democrazia rappresentativa indiretta. Le attuali leggi elettorali di Camera e Senato prevedono un sistema proporzionale con premio di maggioranza. Tale premio è attribuito su base nazionale alla Camera dei Deputati e su base regionale al Senato. Esso è attribuito alla “singola lista” o alla “coalizione di liste” che ottiene il maggior numero di voti. Il fatto che sia consentito alle liste di coalizzarsi per ottenere il premio ha fatto sì che, alle ultime elezioni, si siano formate due grandi coalizioni composte di numerosi partiti al proprio interno. E la frammentazione è notevolmente aumentata. Da più parti si sollevano voci e critiche – anche autorevoli – a questa forma di democrazia rappresentativa indiretta. Si afferma, infatti, che tale tipo di democrazia sarebbe in realtà “un sistema di finzioni” atteso che opera una scissione tra realtà ed ideologia (Kelsen).
Altri sostengono che nonostante il voto sia libero ed uguale per tutti, la democrazia, in realtà, è solo apparente, poiché, è sempre una minoranza ben organizzata e detentiva dei Mass media che assieme alle grandi lobby finanziarie determinano le scelte di potere.
Vi sono poi altre teorie sul concetto di democrazia (tipo la cd. Democrazia presidenzialista ecc.) che evitiamo di prendere in considerazioni per non impelagarci in discussioni teoriche che appesantirebbero non poco la discussione.
Noi riteniamo che la democrazia rappresentativa indiretta sia ancora uno strumento valido di sbarramento del potere.
Del resto una forma di democrazia diretta non sarebbe possibile, oggi, realizzarla in Italia, data la vastità del territorio ed il numero di abitanti (circa 45 milioni di votanti).
La democrazia rappresentativa è stato frutto di lotte e conquiste attraverso i secoli per porre fine allo strapotere dei sovrani e dei dittatori.
Le critiche a questo sistema di democrazia rappresentativa non devono essere teorizzate solo in astratto senza poi proporre valide alternative al sistema in atto.
Occorre, invece, analizzare i motivi che stanno alla base della patologia che affligge da tempo la Nostra democrazia.
In realtà se l’organismo democrazia è ammalato siano anche Noi, intesi come totalità di individui, ad essere la causa scatenante.
Cominciamo sin da ora a fare meno saliva e manifestare il Ns dissenso operativamente. Di retorica, nei giornali e nei forum abbiamo, ormai, le tasche piene. Siamo tutti d'accordo che in questo Governo la maggior parte dei componenti deve andare a casa. Allora operiamo in tal senso. Finiamola di dire "questo non va bene... " "quest'altro si doveva fare così...." ed erigerci ad arbitri e giudici delle manchevolezze altrui.
Con la bocca tutti siamo i primi della classe. Criticare è facile. Operare di meno. Cosa significa operare ? In parole povere significa tradurre in azione il pensiero. Come? Con una strategia, non violenta, ovviamente, da concordare assieme. Non possiamo munirci di bastoni e fare una rivoluzione armata: come vorrebbero molti. Vi sono tanti modi per modificare democraticamente le cose, che, in questa sede , sarebbe troppo lungo esporre. Ma la via esiste: e, allora, operiamo in questo senso.
Proviamo a riprenderci, in modo democratico, tutto quello che ci è stato tolto. (Mass media, potere finanziario, banche, ecc..) Qualcosa alla fine cambierà. Proviamo ad essere più critici nel dare il voto: se sappiamo che esistono politici incapaci o in odore di mafia. Non votiamoli. No sprechiamo i Nostri voti inutilmente contribuendo a mantenere al potere gente inutile. Lasciamo stare la democrazia rappresentativa, intesa in senso istituzionale, che non ha colpa dello sfasciume attuale. I veri colpevoli siamo Noi che consentiamo alle lobby finanziarie esistenti in Italia di farci governare dai politici scelti da loro.
Fernando