DICHIARAZIONI DI VOTO AL PACCHETTO SICUREZZA 15 luglio 2008
DAL BLOG DI ANTONIO DI PIETRO, SI RIPORTA:
Il ministro della giustizia Angelino Alfano ha definito l’Italia dei Valori “partito manettaro”. Un ministro della giustizia che si deve difendere dagli attacchi di un partito che giustamente si batte per il rispetto delle leggi. Siamo al grottesco, una funzione delle istituzioni in diatriba quotidiana con la categoria dei magistrati e dei giudici, che vara leggi, decreti per mettere in ginocchio la macchina della giustizia. Un partito che si batte per la democrazia, che si batte per i cittadini è un partito “manettaro”. Alle prossime elezioni questo governo scoprirà che ci sono milioni di manettari in Italia.
Di seguito la mia dichiarazione di voto al pacchetto sicurezza.
"Sig. Presidente del Consiglio, anche oggi Lei non c’è!
Lei continua a chiedere al Parlamento la fiducia alla sua persona e nel suo operato e però continua a non farsi vedere.
E non venga a dirci che è impegnato altrove perché Le posso assicurare che noi possiamo pure aspettare qualche ora o qualche giorno pur di vederLa in aula.
Ma forse Lei semplicemente non ritiene di presentarsi perché considera il Parlamento così alle sue dipendenze da non avere nemmeno bisogno di venire di persona per chiedere la fiducia.
Nell’uno o nell’altro caso, noi dell’Italia dei Valori, non siamo affatto disponibili a dargliela la fiducia perché si comporta come uno che ha due facce: una davanti ed una di dietro.
Con quella davanti, dice agli italiani che questo decreto serve per meglio combattere la criminalità ma con l’altra faccia – quella di dietro - spunta le armi e toglie i mezzi finanziari e gli strumenti operativi alla Magistratura ed alle forze dell’ordine che la criminalità, poi, devono realmente combatterla e contrastare tutti i giorni.
Ecco allora alcune perle del suo operato di cui è bene che i cittadini italiani prendano coscienza e conoscenza.
Lei dice che vuole dare sicurezza ai cittadini ma contestualmente ha appena emanato un decreto con cui sono stati previsti per il prossimo triennio tagli per oltre 700 milioni di euro dai capitoli del Ministero dell’Interno e di oltre un miliardo di euro dal Ministero della Difesa impedendo così l’acquisto di autovetture, carburante, munizioni, divise e ogni strumento utile per garantire la sicurezza dei cittadini.
Lei dice che vuole utilizzare l’esercito in pattuglie miste con le forze dell’ordine ma poi con l’altro decreto dispone una riduzione netta nel triennio dell’organico sia della Polizia di Stato (circa 7000 unità in meno), che delle altre forze dell’ordine, militari compresi, per un totale di quasi 40.000 unità.
Lei dice che vuole la carcerazione per i clandestini e poi non solo nulla ha disposto per l’edilizia penitenziaria ma addirittura ha tagliato i fondi attualmente stanziati per la manutenzione delle carceri. A meno che non pensi di mettere i delinquenti che dice di voler combattere a Villa Certosa!
"Sig. Presidente del Consiglio, anche oggi Lei non c’è!
Lei continua a chiedere al Parlamento la fiducia alla sua persona e nel suo operato e però continua a non farsi vedere.
E non venga a dirci che è impegnato altrove perché Le posso assicurare che noi possiamo pure aspettare qualche ora o qualche giorno pur di vederLa in aula.
Ma forse Lei semplicemente non ritiene di presentarsi perché considera il Parlamento così alle sue dipendenze da non avere nemmeno bisogno di venire di persona per chiedere la fiducia.
Nell’uno o nell’altro caso, noi dell’Italia dei Valori, non siamo affatto disponibili a dargliela la fiducia perché si comporta come uno che ha due facce: una davanti ed una di dietro.
Con quella davanti, dice agli italiani che questo decreto serve per meglio combattere la criminalità ma con l’altra faccia – quella di dietro - spunta le armi e toglie i mezzi finanziari e gli strumenti operativi alla Magistratura ed alle forze dell’ordine che la criminalità, poi, devono realmente combatterla e contrastare tutti i giorni.
Ecco allora alcune perle del suo operato di cui è bene che i cittadini italiani prendano coscienza e conoscenza.
Lei dice che vuole dare sicurezza ai cittadini ma contestualmente ha appena emanato un decreto con cui sono stati previsti per il prossimo triennio tagli per oltre 700 milioni di euro dai capitoli del Ministero dell’Interno e di oltre un miliardo di euro dal Ministero della Difesa impedendo così l’acquisto di autovetture, carburante, munizioni, divise e ogni strumento utile per garantire la sicurezza dei cittadini.
Lei dice che vuole utilizzare l’esercito in pattuglie miste con le forze dell’ordine ma poi con l’altro decreto dispone una riduzione netta nel triennio dell’organico sia della Polizia di Stato (circa 7000 unità in meno), che delle altre forze dell’ordine, militari compresi, per un totale di quasi 40.000 unità.
Lei dice che vuole la carcerazione per i clandestini e poi non solo nulla ha disposto per l’edilizia penitenziaria ma addirittura ha tagliato i fondi attualmente stanziati per la manutenzione delle carceri. A meno che non pensi di mettere i delinquenti che dice di voler combattere a Villa Certosa!
Peggio ancora ha fatto e sta facendo con l’Amministrazione della Giustizia.
Lei dice che vuole una Giustizia più efficiente ma poi si limita solo a caricare i magistrati di altro lavoro senza assegnare loro le dovute risorse ed i necessari strumenti.
Anzi toglie loro anche quel poco che hanno.
Infatti, per far fronte ai mancati introiti conseguenti alla eliminazione indiscriminata dell’ICI, ha tolto con il recente decreto legge n. 93 quasi 60 milioni di euro dai fondi già assegnati dal precedente Governo al Ministero della Giustizia ed oltre 100 milioni di euro da quelli già assegnati al Ministero dell’Interno.
Beh, no: qualcosa per la Giustizia Lei ha fatto anche con questo decreto legge.
Per la Giustizia che serve a lei ed agli amici suoi ovviamente non per il bene del paese.
Sì perché ha fatto inserire nel pacchetto sicurezza una norma che con la sicurezza non c’azzecca nulla ma che serve ancora una volta a Lei ed a tale David Mills - coimputato con lei nel processo di Milano - per corruzione in atti giudiziari.
Mi riferisco alla possibilità prevista nell’odierno decreto legge di richiedere il patteggiamento anche per i processi già in dibattimento e dopo che tale procedura era già stata respinta o comunque non richiesta nella fase precedente al dibattimento stesso.
La ratio della norma originaria sul patteggiamento è nota: ridurre di un terzo la pena a coloro che non fanno perdere tempo alla giustizia patteggiando la pena subito e prima del processo. In tal modo si risparmia tempo ed il giudice non deve – anzi non può - nemmeno motivare sulla colpevolezza o meno dell’imputato che ha patteggiato.
Lei si è attaccato a questa giusta norma per inserirvi oggi il solito “emendamento salvapremier” anzi, nel caso di specie, “salva amici del premier”.
Con l’odierno escamotage - inventato dai suoi consiglieri e difensori che una ne fanno e cento ne pensano – oggi lei dà la possibilità anche al suo complice Mills di patteggiare la pena, nonostante il processo sia praticamente finito e quindi senza alcun risparmio per i tempi processuali.
Si dirà: e con ciò? Eh no: così il giudice non potrà più pronunciarsi sulla sua colpevolezza e quindi neanche pronunciarsi sul concorrente del reato e cioè Lei.
La questione non è di poco conto giacchè - in caso di condanna di David Mills – si sarebbe posto un grosso problema di permanenza da parte sua al Governo, sig. Presidente, perché ciò avrebbe comportato anche una sua condanna politica e morale!
Non c’è che dire, davvero una bella trovata, sig. Presidente del Consiglio che non c’è!
E non importa se – per ottenere ciò – lei sta facendo emanare una norma che di fatto si traduce in un ulteriore indulto mascherato ed addirittura nella impossibilità di mandare in galera coloro che in questi anni hanno commesso reati gravissimi per i quali dovrebbero essere condannati addirittura ad una pena effettiva fino a 7 anni e mezzo.
Sì è così, basta fare un po’ di calcoli!
A chi risulta essere condannato fino a 7 anni e mezzo – e quindi anche per i rapinatori, ladri, estorsori, spacciatori di droga e stupratori – con il patteggiamento, dovendosi applicare la riduzione di un terzo, la pena scenderebbe a 5 anni.
Poi – siccome nel frattempo è stato emanato l’indulto devono essere scontati ulteriori tre anni.
Ne rimangono due, per i quali è previsto dalla legge l’affidamento ai servizi sociali.
Ecco, ancora una volta dimostrata la sua doppia faccia: a parole dice di voler combattere la criminalità, nei fatti non esita ad allargare le maglie della giustizia e mandare per strada fior fiore di delinquenti pur di ottenerne qualche vantaggio personale.
Noi dell’Italia dei Valori ribadiamo il nostro dissenso su questo decreto legge non solo perché lei ancora una volta l’ha travisato e rigirato a suo uso e consumo ma anche per alcune perle di ingiustizia sociale ivi contenute, fra cui, soprattutto: l’aggravante razziale, che prevede un aumento di pena nel caso che a commettere un delitto sia un extracomunitario. Noi riteniamo che i delinquenti siano tutti uguali e che – per una giovane violentata o una vecchietta rapinata – non faccia alcuna differenza se subisce la violenza o la rapina da un italiano o da un extracomunitario. Sempre lo stesso dolore e la stessa umiliazione prova e noi vogliamo punire i colpevoli allo stesso modo e non con lo “sconto” se è un ariano italiano.
Non ha senso poi neppure la norma blocca processi nella sua attuale configurazione giacchè è solo un rinvio di una emergenza che c’e’ e che lascia i tribunali ingolfati allo stesso modo in cui si trovano oggi.
Anzi li ingolfano ancora di più perché comunque dovranno farsi centinaia di migliaia di notifiche sia agli imputati per permettere loro di non usufruirne sia alle parti lese che vogliono azionare le cause civili. E fra un anno saremo sempre allo stesso punto di partenza.
Ancora più assurda consideriamo la schedatura con le impronte digitali ai bambini extracomunitari. Anzi la consideriamo un vero e proprio comportamento xenofobo che non fa onore al nostro paese e che ci riporta ai tempi bui dell’olio di ricino, di cui lei ogni giorno di più si pone e propone come degno prosecutore.
Per tutte queste ragioni l’Italia dei Valori Le nega convintamene – con il cuore e con la mente – la fiducia."
Berlusconi: «Giustizia problema d'Italia, la riformeremo anche da soli»
di Francesco Cocco 16.07.2008
DAL SOLE 24 ORE, SI RIPORTA:
“«Il problema di questo paese è la giustizia, che influisce nella vita di tutti i giorni di ogni cittadino e va anche dritto dritto nel cuore dell'economia». L'occasione per il nuovo attacco del premier Silvio Berlusconi alla Magistratura è una riunione degli europarlamentari di Forza Italia, oggi 16 luglio. Esternazioni che ha regalato ad una platea chiaramente amica (più dell'assemblea di Confesercenti che, su questo tema l'aveva fischiatoi il 25 giugno scorso), e riportate all'esterno da fonti d'agenzia. Non solo giustizia, comunque, nell'intervento del premier ma anche un passaggio che, ha ammesso, «va male», per colpa del caro-petrolio.
Berlusconi ha detto di essere sdegnato per quello che lui continua a vedere come un «accanimento giudiziario» contro la sua persona. E ai suoi deputati ha parlato a lungo del processo Mills e di tutte le tappe degli altri processi dai quali ha detto di essere uscito sempre indenne.
Secondo l'attuale presidente del Consiglio , la giustizia in Italia viene usata «per condizionare l'economia e la politica». Una situazione contro cui Berluconi ha promesso: «Non mi fermerò mai, questa volta non mi fermerà nessuno». Cambiare profondamente il funzionamento della Giustizia in Italia, è questo che Berlusconi ha anticipato oggi. «Visto che non è possibile fare la riforma della giustizia con l'opposizione, noi andremo da soli», ha sentenziato il Cavaliere. E perfino quando gli sono state ipotizzate le resistenze di qualche alleato, Berlusconi ha ribadito: nessun passo indietro. Anzi. «Sono state usate contro di me falsità e ipocrisie, se io mi devo dare una colpa è quella di non essermi mosso prima».
Passando all'economia, Berlusconi ha ammesso: «Va male, è inutile girarci sopra». E ha proseguito: «La situazione è preoccupante, c'è una crisi globale che non riguarda solo l'Italia. Bisogna che tutti i paesi facciano la loro parte». La colpa, tutta o in parte, è secondo Berlusconi dell'aumento del prezzo del petrolio. E così anche oggi ha ribadito la scelta dell'energia atomica: «Occorre finanziare il programma nucleare con la costruzione di mille nuove centrali». “
COMMENTO DI FERNANDO: Ho voluto inserire i due articoli perché dalla lettura delle dichiarazioni sopra riportate emerge chiaramente un modo diverso di intendere la Giustizia. L’ On.le Antonio Di Pietro dell’IdV nelle dichiarazioni di voto rese al Parlamento Italiano in data 15 luglio 2008, parla di tagli per il prossimo triennio di circa 700 milioni di Euro dai capitoli del Ministero dell’Interno e di oltre un miliardo di Euro dalla Difesa . Inoltre, ancora tagli, con il recente decreto legge n. 93, quasi 60 milioni di euro dai fondi già assegnati dal precedente Governo al Ministero della Giustizia ed oltre 100 milioni di euro da quelli già assegnati al Ministero dell’Interno. Sul piano normativo, il Governo, avrebbe fatto emanare una norma che di fatto si tradurrebbe in un ulteriore indulto mascherato che impedirebbe di mandare in galera coloro che in questi anni hanno commesso reati gravissimi per i quali dovrebbero essere condannati addirittura ad una pena effettiva fino a 7 anni e mezzo. Insomma, secondo Di Pietro, alla Giustizia sarebbe sato inferto un duro colpo.
L’ On.le Silvio Berlusconi, invece, in una dichiarazione resa nella riunione degli Europarlamentari di Forza Italia in data 16 luglio 2008, per come si evince dal SOLE 24 Ore, ha affermato di essere sdegnato per quello che lui continua a vedere come un «accanimento giudiziario» contro la sua persona. E ai suoi deputati ha parlato a lungo del processo Mills e di tutte le tappe degli altri processi dai quali ha detto di essere uscito sempre indenne. I lettori esaminando queste due opposte “correnti di pensiero…” in ordine all’amministrazione ed alla gestione della Giustizia in Italia, potranno trarne le opportune valutazioni. Vi è da dire, per amor del vero, che il Cavaliere è stato un po’ preso di mira dalla Magistratura Inquirente specie nelle passate edizioni di Governo ed anche un po’ di recente. Il processo Mills è da tanto tempo che è in piedi. Forse avrebbe potuto essere accelerato! Perché mai si è aspettato tanto? Questo lo chiediamo solamente a Noi, ma, ovviamente, non siamo in grado di dare una risposta. Oltretutto, non sta a Noi valutare se le accuse mosse dalla Magistratura nei confronti del Cavaliere siano o meno fondate e quanto tempo occorreva per effettuare le indagini. Quando, ci potrà essere un processo allora sapremo. Prima No. In bocca al lupo Italia!
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