Qualche breve considerazione sui fatti mafiosi del Comune di Roma
di Fernando Cannizzaro 04-12-2014
Alessandro di Battista, esponente del M5S, ha chiesto al Prefetto di Roma l’azzeramento della Giunta Marino: “Chiediamo ufficialmente – ha detto l’esponente grillino - un incontro col Prefetto nelle prossime ore perché il Comune di Roma venga sciolto per mafia”. Noi abbiamo qualche dubbio che il Prefetto sciolga la Giunta Marino! Il Prefetto prima di assumere una tale decisione ha bisogno di valutare la situazione insieme al Governo.
Sappiamo già per esperienza che la politica è restia a prendere certe decisioni specie se è indagata gente che appartiene al proprio partito politico. In ogni caso tutto è possibile!
Però una domanda ce la dobbiamo fare. Marino è stato eletto sindaco il 12 giugno 2013. Tutto questo terremoto giudiziario è venuto a galla solo oggi. Ma il Sindaco Marino come mai non si è accorto di nulla? Insomma dove viveva il Sindaco Marino per ignorare e non segnalare a chi di dovere tutta questa mafiosità che si annidava nel Comune di Roma chissà da quanto tempo? Che ce lo spieghi il Sindaco Marino!
Molti degli indagati si dichiarano già innocenti e pretendono la solidarietà dei partiti di appartenenza. Quasi che la Magistratura abbia preso un grosso abbaglio! Le imputazioni sono molto pesanti: vanno dall’associazione a delinquere alla corruzione. Certo la Magistratura inquirente potrebbe anche sbagliarsi e sputtanare gente che poi risulterà innocente. Ma, questo, allo stato, è il nostro sistema giudiziario. Sta alla politica cambiarlo. Se ci riesce! Ormai nella pubblica amministrazione il sistema della corruzione è quasi istituzionalizzato. Non si passa e non si va avanti se non si paga il pizzo ai corrotti. Ma il paradossale della situazione è che tutti lo sanno ma nessuno riesce a far niente per arginare questo stato di cose. La gente ormai si è rassegnata a subire passivamente le nefandezze e le storture del sistema. Ma lasciamo stare il “povero cittadino” impotente davanti ad un simile apparato mafioso. Il paradossale della vicenda è che anche le Autorità preposte ad applicare la legge se ne fottono. Facciamo qualche esempio banale. Ti rubano la macchina parcheggiata. E’ risaputo ormai che sono determinate categorie di persone ben individuate anche dalla Polizia che commettono tale tipo di reato. Infatti, spesso e volentieri, ti richiamano e ti propongono di ricomprarti la macchina che ti hanno rubato. Ora qualcuno mi deve spiegare perché mai la Polizia che conosce benissimo questo sistema adottato da anni non interviene. Ancora un altro esempio. E’ noto che la mafia governa una determinata città dividendola in zone di influenza. Il cittadino comune sa che in quella determinata zona comanda Tizio, in quell’altra, Caio, ecc. Anche la polizia e la magistratura lo sanno.
Allora – ci richiediamo ancora sgomenti – perché non li vanno ad arrestare?
Proviamo ad abbozzare qualche spiegazione.
Non tutti lavorano allo stesso modo. Nella vita ci sono le persone oneste e le persone disoneste. Ci sono quelli che fanno il proprio dovere e quelli che non lo fanno. Nel caso di specie per due motivi: 1) o per paura; 2) oppure perché sono collusi col sistema.
In tutte e due le ipotesi dovrebbero dimettersi ed andare a fare un altro mestiere. Chi sceglie di fare il Magistrato o di entrare nelle forze di polizia deve sapere che questa è una missione. Se ci si fa la pipì addosso quando si viene minacciati allora significa che si è sbagliato mestiere. Queste categorie di persone sono quelle che causano i maggiori danni alla società ed andrebbero subito rimossi ed allontanati. Ecco perché molte volte il cittadino non viene tutelato! Ecco perché non si ha più fiducia nelle giustizia e nelle istituzioni! Ecco perché molti si fanno giustizia da se! Vero è che il cittadino può sempre denunziare per omissione in atti d’ufficio chi omette di fare una cosa che aveva l’obbligo giuridico di farla e non l’ha fatta. Ma quanti lo fanno questo? Nessuno o quasi. E allora? Allora non hanno più diritto di lamentarsi. Per nostra fortuna la maggior parte dei Magistrati e delle Forze di Polizia non appartengono a queste categorie di persone. Abbiamo avuto fulgidi esempi di Magistrati e forze di Polizia che hanno pagato con la vita l’attaccamento al proprio dovere nella lotta contro la criminalità organizzata. Falcone, Borsellino e le loro scorte ne sono un esempio!
Intendiamoci! Non è che il cittadino abbia sempre ragione! Anche Noi siamo parimenti colpevoli degli altri quando non segnaliamo, a chi di dovere, fatti e circostanze di reati contro la PA (Ad esempio: corruzione, interessi privati, peculato ecc..) di cui siamo venuti a conoscenza direttamente.