La legge dei TRE CAPI,
di Fernando Cannizzaro 24 aprile 2010
Nei Ns Blog’s abbiamo da tempo scritto che, prima o poi, Bossi, Fini e il Cavaliere sarebbero venuti ai ferri corti. Basta dare uno sguardo ai Ns articoli che trattano di politica per rendersi conto. Puntualmente sta avvenendo quello che Noi avevamo
Perché tutto questo? Non sono forse loro che gestiscono il potere? che necessità hanno di azzuffarsi?
La risposta a questi interrogativi è in grado di fornirla lo stesso lettore sol che si soffermi per un attimo sul passato e sul presente dei soggetti in questione che, allo stato, sono i protagonisti della vita politica attuale.
Il Cavaliere anche se in apparenza appare democratico e liberale, col sorriso sulla labbra, in realtà non ama essere contraddetto. Tutto l’entourage che gli ruota attorno (la Casta!) selezionato accuratamente dal Cavaliere stesso non lo contraddice mai. Gli canta sempre le lodi, come un semidio. Insomma, il Cavaliere non concepisce il dissenso. Se ciò accade tutta la Casta, a torto o a ragione, si rivolta contro (tromboni e media compresi! ) perchè si sentono minacciati. Non vi è dubbio che il Cavaliere si senta un “CAPO”
Veniamo a Fini. Il Presidente della Camera, a nostro avviso, ha commesso due grossi errori. Il primo errore è stato quello di creare il PDL assieme a Berlusconi, annullando completamente il suo ex partito denominato “Alleanza Nazionale”, dove bene o male, Lui è stato sempre il leader incontrastato. (Bossi questo errore non lo ha commesso!) Alleanza Nazionale, checché se ne dica, non era un partito proprio democratico, raccoglieva nel suo seno molti ex fascisti (Missini, Fiamma..) che per loro stessa natura non amavano e non amano la democrazia. La mentalità è sempre quella. Come si dice: “Il lupo cambia il pelo ma non il vizio” Il secondo errore di Fini è stato quello di fare il Presidente della Camera. “Promoveatur ut amoveatur” dicevano i latini . Tradotto in parole spicciole: gli diamo un incarico di prestigio e gli tappiamo la bocca. Nella sua veste di Presidente della Camera Fini fino a ieri è stato sempre, per così dire, in “apnea”. Quando, finalmente, non ne ha potuto più, anche perché il Cavaliere – forte dei successi elettorali della Lega – strizzava sempre l’occhio a Bossi, è esploso ed ha creato lo scontro col Cavaliere, il quale, come era da prevedersi, ne è uscito vincitore, imponendo, oltretutto, a Fini di dimettersi da Presidente della Camera qualora intendesse fare politica. Fini è rimasto con una sparuta minoranza di sostenitori (pare 11?) ma non si è dimesso da Presidente della Camera. (forse ha sbagliato ancora!). Un altro “CAPO”, quindi, in testa al PDL.
Veniamo a Bossi. Il leader della lega è stato sempre un personaggio carismatico. Si è creduto sempre un condottiero (certo a modo suo!) un Capo del Carroccio. Bossi pensa di essere stato folgorato, come accadde 2000 anni fa a Paolo di Tarso, da una saetta divina e da una voce che gli sussurrava all’orecchio: salva la Padania! Senza pensarci due volte, si è messo immediatamente a Capo della Lega e, bene o male, bisogna riconoscergli, ha saputo gestire la situazione. I consensi i “nordisti” dell’ alto Nord, non glieli hanno mai fatto mancare. A Sud, però, non osa venire. Prenderebbe solo “legnate”. Allo stato, forte di questi suffragi ha potuto fare la voce grossa e condizionare il Cavaliere. Non vi è dubbio che ci troviamo di fronte ad un altro CAPO, il quale, incazzatissimo col Cavaliere perché non ha decapitato Fini che ha osato parlar male di Lui (IL Grande Bossi!) minaccia di andare a nuove elezioni.
Come il lettore può ben vedere ci troviamo di fronte a tre CAPI. Come possono tre CAPI che non amano essere contraddetti, andare d’accordo tra di loro. E’ la legge dei CAPI. Prima o poi si scannano tra di loro. Ce lo insegna la STORIA. Lasciamoli fare!