Gianfranco Fini a Ballarò 27/04/2010
di Fernando Cannizzaro
La quiete dopo la tempesta. Dopo il braccio di ferro col Cavaliere avvenuto in data 22 aprile 2010 alla direzione nazionale del PDL, sembrava, veramente, che i due leader si stessero per prendere dalla gola, tanto che la fantapolitica ed il giornalismo di
piazza si sono sbizzarriti in ipotesi che rasentavano l’assurdo, tipo: elezioni anticipate! Fini lascerà il PDL! Addirittura, le opposizioni vedevano già Fini quale loro Leader contro il Cavaliere. Insomma un po’ di tutto! Niente di tutto questo è accaduto! Fini voleva solo che nel partito che ha contribuito a fondare ci fosse più democrazia, nel senso che il Cavaliere ascoltasse anche le proposte del cofondatore del PDL e non solo quelle della Lega a cui, per la verità, il Cavaliere dopo le elezioni Regionali, aveva rivolto particolare attenzione. E’ stato un bene che Fini abbia puntualizzato certi aspetti ed abbia messo dei puntelli su certe tematiche anche perché la Lega è solo un partito (se così si può chiamare!) che oppoggia il PDL dall’esterno ma non ne fa parte integrante. Mentre Fini assieme al Cavaliere (AN+Forza Italia) hanno creato il PDL. E’ giusto quindi che le decisioni su tematiche importanti quali:il federalismo, la giustizia,le intercettazioni, l’immigrazione, la riforma della Costituzione, vengano discusse dai vertici del PDL e votati. Non si può dare alla Lega mano libera in tutto. Non dimentichiamo che la Lega ha una forte vocazione anti unitaria. La Lega è quella che tempo addietro voleva disgiungersi dal resto d’Italia e fondare la Padania a se stante. A Sud oltretutto la Lega non conta niente. I voti che ha recuperato in questa ultima tornata Regionale la Lega li ha ottenuti più per demerito altrui che per merito proprio. Ha fatto benissimo il Presidente Fini a puntualizzare questi principi di sana democrazia col Cavaliere che molte volte smarrisce il senso della realtà ed il contatto con i propri elettori. Questo è quanto ha dichiarato Fini da Lucia Annunziata a 'In mezz'ora' “Gianfranco Fini è apparso in televisione dopo lo scontro con Silvio Berlusconi alla direzione nazionale del Pdl.
"Nessuno può dire dimettiti per le tue opinioni politiche, semmai sono pronto a discutere della possibilità di dimettermi se mi dimostrano che vengo meno ai miei doveri di rispettare e far rispettare il regolamento - ha messo in chiaro Fini - Il presidente della Camera non deve dimettersi per esprimere delle opinioni all'interno del suo partito, in alcuni casi dissenzienti rispetto a quelle del presidente del Consiglio e leader del partito".
"Io non ho alcuna intenzione di fare altri partiti - ha quindi assicurato - Ho contribuito a fare il Pdl, ho intenzione di continuare a discutere all'interno del mio partito su alcuni problemi squisitamente politici". E alla Annunziata che lo incalzava circa la forza elettorale di un suo ipotetico partito, che i sondaggisti danno tra il 5 e il 6 per cento, Fini ha risposto: "Lo 0,1%. La credibilità è un conto, i voti un altro".
"Ripeto quello che hanno detto Bocchino, Urso, Ronchi, Raisi, Perina: non ci saranno imboscate - ha poi garantito - Noi faremo lealmente la nostra parte perché il programma venga rispettato". "Non sono affatto pentito - ha spiegato - di aver fatto il Pdl insieme a Berlusconi. Voglio aiutare il partito, quindi anche il presidente Berlusconi, a migliorare l'azione politica dell'esecutivo. Ho raccolto tantissimo consenso, tanta stima da tanta gente che mi ha detto meno male che si torna a parlare di legalità, di tutelare la coesione nazionale nell'ambito del federalismo, di tutelare il Meridione''.
Riguardo ad eventuali elezioni anticipate, "non c'è alcuna ipotesi'' in questo senso, ha rimarcato, ''il semplice fatto di parlarne è da irresponsabili. Berlusconi non è irresponsabile".