Berlusconi, bloccare la pena con revisione processo: la nuova ipotesi
Pubblicato il 7 settembre 2013
Fonte e Link: http://www.blitzquotidiano.it/berlusconi/silvio-berlusconi-bloccare-la-pena-con-revisione-processo-la-nuova-ipotesi-1659079/
ROMA – Bloccare la pena di 4 anni per frode fiscale nel processo Mediaset chiedendo una revisione del processo. Silvio Berlusconi sarebbe pronto, con nuove
prove su Frank Agrama alla mano, a chiedere alla Corte d’appello di Brescia di prendere una nuova decisione. Una revisione del processo risolverebbe per Berlusconi diversi problemi: dal dover scegliere entro il 15 ottobre se scontare l’anno di pena, gli altri tre sono coperti da indulto, ai domiciliari o ai servizi sociali. Ma soprattutto potrebbe salvarlo dalla decadenza in Senato, dove la minaccia arriva dalla nuova maggioranza Pd, Sel, M5s e Sc che lo vorrebbe fuori da Palazzo Madama.
Liana Milella per Repubblica spiega le prospettive di Berlusconi e la nuova prova nelle sue mani. Agrama, secondo nove carte citate da Il Giornale martedì 3 settembre, non sarebbe un “socio occulto”, ma “l’intermediario ufficiale ed esclusivo tra la Paramount e molte tv europee”. Elemento che potrebbe aiutare Berlusconi, spiega la Milella, ad evitare di chiedere la grazia e ad ottenere la cancellazione della condanna:
“Con un’istanza di questo genere, che potrebbe cambiare completamente la storia del processo fino ad annullarne le conclusioni, sarebbe arduo per la giunta andare avanti sulla decadenza come se niente fosse. All’opposto — secondo la strategia elaborata ad Arcore — la giunta dovrebbe valutare l’importanza della mossa di Berlusconi e procedere subito alla sospensione della pratica. Che resterebbe lì, congelata, in attesa che da Brescia arrivi la cancellazione della sentenza di condanna”.
Il verbale su Agrama, spiega la Milella, “cambia tutta la situazione” per Berlusconi:
“Subito Berlusconi si entusiasma, anche al solo pensiero che l’odiata sentenza Mediaset possa essere cancellata perché ingiusta. Sa che il ricorso a Strasburgo — la legge Severino viola l’articolo 7 della Convenzione per i diritti umani perché viene applicata retroattivamente — è pronto”.
Anche se i ricorsi di Berlusconi sono pronti, potrebbero comunque non “salvarlo”:
“Ma i tre ricorsi non sono risolutivi, perché la giunta a maggioranza potrebbe ignorare quello di Berlusconi a Strasburgo, anche qualora dovesse chiedere una sospensiva. Stesso discorso per le eccezioni di Augello che potrebbero essere bocciati dalla solida maggioranza Pd, M5S, Sel, Sc”.
E se la richiesta di revisione del processo alla Corte di Brescia sembra una mossa vincente, spiega la Milella, potrebbe infine rivelarsi un flop:
“Fatta la richiesta alla Corte di appello di Brescia, il Cavaliere potrebbe chiedere di sospendere la pena e, nelle more, domandare anche alla giunta per le immunità se è possibile sospendere l’iter della decadenza in attesa del giudizio. Ovviamente un ricorso del genere è tutto in salita e non è affatto detto che risulti possibile e non si risolva subito in una sconfitta”.
IL NOSTRO COMMENTO: Scrive Di Pietro: “Se ci fermassimo a riflettere un solo istante su quanto sta accadendo in Italia, ci renderemmo conto di essere davanti ad una situazione che è a dir poco paradossale: (Link: http://www.antoniodipietro.it/2013/09/litalia-e-sotto-il-ricatto-di-un-condannato-la-giunta-non-perda-altro-tempo-a-causa-del-ricorso-a-strasburgo#sthash.WMPU7UcV.dpuf) il nostro Paese è tenuto sotto scacco dai ricatti di un condannato che tenta di scappare da una sentenza definitiva. Ora nel tentativo disperato di ottenere ulteriore tempo, Berlusconi ha tirato fuori dal cilindro l’ennesima trovata: fare ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo contro la Legge Severino, affermando che le norme in merito all’incandidabilità e alla decadenza del parlamentare condannato ledono il suo diritto di continuare a rivestire la carica di senatore, oltre a ledere l’aspettativa degli elettori. Il tentativo di Berlusconi, che deve essere respinto senza esitazione, è quello di rallentare l’iter della Giunta, dove è stata depositata copia del ricorso, chiedendo una sospensiva nell’attesa che la Corte si pronunci in merito all’ammissibilità o meno dello stesso ricorso. Sin dal primo momento ho affermato che il voto della Giunta doveva essere una semplice presa d’atto e che con il rinvio a settembre si è già sprecato tempo prezioso. Per questo, mi auguro che domani non ci siano sorprese. Berlusconi è stato condannato in via definitiva e, questa volta, non può e non deve restare impunito. “
Ha ragione Antonio Di Pietro. E’ semplicemente vergognoso e, soprattutto, poco dignitoso che il Cavaliere cerchi di bloccare con tutti i mezzi suggeriti dai suoi legali gli effetti di una sentenza definitiva della Cassazione per sfuggire alla decadenza da Parlamentare. Oltretutto il ricorso, spinto da Berlusconi alla Corte Europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo, per avere valenza presupporrebbe che la decadenza fosse stata già applicata. Dal momento che ancora non si è ancora verificato tale evento, il ricorso alla Corte di Strasburgo potrebbe essere dichiarato inammissibile. Non vorrei sbagliarmi, ma credo proprio di sì!
Ora soffermiamoci brevemente sul processo di Revisione per i non addetti ai lavori.
La Revisione del processo, è un mezzo di impugnazione c.d. straordinario in quanto esperibile senza limiti di tempo a favore dei condannati. La straordinarietà di questo mezzo di impugnazione è giustificata dalla tassatività dei casi in cui lo si può azionare.
L’art. 630 c.p.p., infatti, prevede che la revisione può essere richiesta:
- se vi è la non conciliabilità dei fatti posti a fondamento della sentenza di condanna o del decreto penale di condanna con quelli di un’altra sentenza penale irrevocabile;
- se interviene la revoca di una sentenza civile o amministrativa di carattere pregiudiziale che è stata posta a fondamento della sentenza di condanna o del decreto penale di condanna;
- se sopravvengono nuove prove che da sole o unite a quelle già valutate, dimostrano che il condannato deve essere prosciolto;
- se viene dimostrato che la condanna è stata pronunciata a seguito di falsità in atti o in giudizio o di un altro fatto che la legge prevede come reato.
A pena di inammissibilità della domanda, l’art. 631 c.p.p. sancisce che gli elementi in base ai quali la revisione va richiesta siano tali da dimostrare, se accertati, che il condannato debba essere prosciolto con sentenza di assoluzione (art. 530 cp.p.p), di non doversi procedere (art. 529 c.p.p.) o di non doversi procedere per estinzione del reato (art. 531 c.p.p.).
I soggetti legittimati:
L’art. 632 c.p.p. individua i soggetti che possono domandare la revisione che sono:
- il condannato o un prossimo congiunto o il tutore o, se il condannato è morto, l’erede o un prossimo congiunto;
- il procuratore generale presso la corte di appello nel cui distretto è stata pronunciata la sentenza di condanna.
Il procedimento:
La richiesta di revisione delle sentenze di condanna dei decreti penali di condanna divenuti irrevocabili può essere avanzata senza limiti di tempo a favore dei condannati e va presentata personalmente o per mezzo di un procuratore speciale (Art.633) e deve contenere "l’indicazione specifica delle ragioni e delle prove che la giustificano" ed essere presentata insieme alla eventuale documentazione, nella cancelleria della Corte di Appello individuata in base ai criteri dell’art. 11 c.p.p. La Corte, con ordinanza, potrà in qualunque momento disporre la sospensione della pena o della misura di sicurezza (art. 635 c.p.p.) ma può non accogliere l’istanza di revisione del condannato condannando la parte richiedente al pagamento delle spese processuali (Ma questo per il Cavaliere non è un problema!) e disponendo la ripresa dell’esecuzione. La Corte decide in camera di Consiglio (art.646)