Sul “processo breve” sentiamo prima Marco Travaglio che dà una magnifica panoramica su come si arriva al “processo breve”
Travaglio Annozero 12-11-2209 "Processo Breve, anzi Morto"
Fonte:mercurydemo
Processo breve? No, giustizia negata.
Fonte:Antimafia2000.it
di Aaron Pettinari - 21 gennaio 2010
Roma. Ieri pomeriggio il Senato ha approvato il testo sul ''processo breve''. Nel pratico il ddl, che diventerà legge solo se passerà alla Camera, stabilisce che i processi relativi a reati con pene inferiori a 10 anni potranno estinguersi dopo tre anni in primo grado, due in appello e un anno e sei mesi per la Cassazione.
La «tagliola» scatterebbe però dopo due anni per i processi in corso su reati commessi prima del maggio 2006. I processi relativi a reati con pene superiori o pari a 10 anni potranno estinguersi dopo 4 anni per il primo grado, due per l’Appello, un anno e sei mesi per il giudizio di merito. Per i reati di mafia e terrorismo scatterebbe la prescrizione dopo i cinque anni in primo grado, dopo tre per l’Appello e dopo due per la Cassazione.
Le norme sul processo breve, infine, saranno applicabili anche ai processi per i reati contabili. Il processo si estinguerebbe se, dall’atto di citazione, sono trascorsi più di 3 anni senza che sia stato emesso il provvedimento che definisce il giudizio di primo grado. Il termine scenderebbe a 2 anni in caso di Appello. Questa nuova “legge di Stato”, che ne dicano i membri della maggioranza di Governo, comporterà ad un'autentica devastazione della Giustizia. Un decreto votato per ordine e a vantaggio di un singolo. Non si può essere ciechi a riguardo. Persino il senatore Pdl Enrico Musso ha spiegato la sua non partecipazione al voto motivandola, non nel merito, ma perché il suo partito non ha voluto ammettere apertamente che sarebbe servito al premier. Una realtà molto chiara ed evidente a cui va aggiunto il danno alla giustizia dei cittadini. Sono numerevoli i danni compiuti nel portare un termine specifico ai processi. Suona un po' come dire: “se ci si riesce entro i termini previsti, bene; altrimenti amen. E tanti saluti all'accertamento del reato e all’interesse dello Stato alla punizione dei colpevoli. Meglio ammazzare il processo, perché è questo il risultato ottenuto con questa nuova legge che manda a gambe all'aria le principali inchieste delle procure italiane. Entrano nel calderone i processi per corruzione, concussione, peculato, falsa testimonianza, falso in bilancio, frode fiscale ecc... ecc... Reati gravi che rimarranno impuniti. Rischiano la prescrizione, oltre ai procedimenti nei confronti del premier Silvio Berlusconi (Mediaset e Mills), il processo Antonveneta, il processo sui derivati venduti al Comune in cui l'accusa è truffa ai danni dello Stato, il processo sul crac-Parmalat, il processo Cirio, le inchieste su appalti e sanita' in Lombardia, quella sui rifiuti in Campania e persino il processo sulla strage di Viareggio. Indirettamente poi le nuove norme potrebbero condizionare i processi per mafia, perché con la scomparsa delle accuse di corruzione, turbativa d'asta e di fittizia intestazione di beni, svanirebbero i reati di cui si macchiano in genere i colletti bianchi vicini a Cosa Nostra.
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