27 dicembre 2024
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RICONOSCIMENTO ISTITUZIONALE AL PROF. AVV. LUCIANO MARIA DELFINO

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LA NAVICELLA DELL’INGEGNO

RICONOSCIMENTO ISTITUZIONALE AL PROF. AVV. LUCIANO MARIA DELFINO, PRESIDENTE DEL NUCLEO DI VALUTAZIONE, PER IL PREZIOSO APPORTO SCIENTIFICO OFFERTO ALL’ACCADEMIA

Luca Marovino

Maestro Scultore  

IL TEMA ED I PERCHE’ DELLA MIA SCELTA ARTISTICA


Allorquando il Prof. Rocco Lazzaro, Direttore dell’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria, mi ha richiesto, quale scultore e docente di tecniche del marmo e delle pietre dure presso la medesima Istituzione, di realizzare un segno artistico, una piccola scultura in marmo che fungesse da testimonianza e ringraziamento ideale dell’Accademia per la preziosa opera scientifica che il Prof. Avv. Luciano Maria Delfino, anche quale Presidente del Nucleo di Valutazione, ha svolto e continua disinteressatamente a svolgere in favore della nostra Accademia, mi sono sentito fortemente lusingato e per la scelta fiduciaria operata dal mio Direttore e per la eccellenza scientifica e professionale del destinatario della mia opera.

Ho avuto modo di conoscere il Prof. Luciano Maria Delfino e di ascoltarlo, nell’Aula Magna dell’Accademia, tanto in occasione della presentazione della Collana “Juris Acta” edita da Laruffa Editore, e di cui lo stesso Prof. Delfino è il Direttore, che, successivamente, durante il Convegno Nazionale su Arte e Diritto: Soggetti. Mercato e Tutela tenutosi presso l’Aula Magna “G. Marino” della nostra Accademia, sotto la Sua sapiente regia scientifica, nei giorni 29 e 30 giugno del 2012.

Sin da subito ho percepito il carisma, le indiscusse capacità e lo spessore intellettuale del personaggio. Indagando con curiosità sulla poliedrica attività scientifica e professionale del Prof. Delfino ho appreso anche dell’impegno speso, quale Direttore Scientifico, nell’attuazione di FIABA International Corporate di Roma e del modello culturale di sapere avanzato ad essa correlato nonché del campus realizzato in Calabria, a Briatico, che è un Centro di eccellenza internazionale che rappresenta una fucina di strategie e di metodologie formative destinate alla proposizione ed allo sviluppo di opportunità culturali per i giovani non solo di Calabria ma dell’intero mondo, e con, in particolare, uno sguardo attento al patrimonio storico artistico ed al mondo dell’arte e delle sue giovani promesse.

In sintesi un Calabrese DOC che cerca di dare alla Sua Terra il futuro, che, peraltro, le dissennate Amministrazioni che si sono succedute nel tempo sembrano aver ad essa Calabria negato, attraverso la cultura e l’investimento di conoscenza alla medesima correlata al fine di oggettivamente incidere sulle nuove generazioni e  di riuscire a delineare percorsi formativi di significativo livello che diano sufficienti garanzie di attendibilità e certezza alle nuove generazioni. Un combattente che ha dalla Sua la significativa esperienza scientifica e professionale acquisita in campo internazionale tanto da rappresentare una indiscussa eccellenza non soltanto per la Calabria, ma per l’intera Nazione.

Rendere omaggio ad un simile personaggio richiede una non trascurabile dose di timorata responsabilità.

L’opera scultorea che ho realizzato, infatti, doveva poter esprimere i caratteri della originalità, essere nel contempo rappresentativa del mondo che l’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria egregiamente interpreta, sotto l’illuminata guida del suo Direttore, Prof. Rocco Lazzaro, e nel contempo adeguata alla levatura intellettuale del Prof. Luciano Maria Delfino nonché simbolicamente significativa e naturalmente gradevole ed armonica nella forma.    

Devo ancora riferire che in mio soccorso, come, peraltro, spesso mi capita nella fase ideativa delle mie espressioni artistiche, sono intervenuti, i versi di Dante e della sua Divina Commedia, per me fonte inesauribile di ispirazione.

Ho, quindi, immediatamente pensato, per dar linfa e corpo alla materia che ho cominciato a plasmare, alla navicella dell’ingegno ossia all’allusione che il Sommo Poeta fa a proposito della nave che solca il mare aperto e che egli ha paragonato al viaggio dell’uomo desideroso di assaporare l’inebriante profumo della conoscenza durante tutto l’arco temporale della sua esistenza terrena.

Ed è così che il pensiero per rappresentare la mia opera da dedicare al Prof. Delfino è andato alla figura Ulisse (Inferno, canto XXVI°)  la cui vivacità intellettuale e la cui curiosità costituiscono il vero motore dell’eccellenza della ricerca che sempre si spinge “oltre a quella foce stretta dov’ Ercule segnò li suoi riguardi acciò che uom più oltre non si metta”.

Nel mio immaginario la dinamica concettuale della navicella dell’ingegno non si ferma all’immagine che si ricava dal canto dell’Inferno, ma si spinge, evolvendosi in spirito, anche al Purgatorio (canto I°), dove la stessa “percorre migliori acque lasciando dietro a sé mare sì crudele”, per approdare,  infine, “trasumanando”, in Paradiso (canto II°) dove il Poeta sull’onda “dell’acqua che prende già mai non si corse” viene sospinto da Minerva e condotto da Apollo e dalle nove Muse delle Arti (che gli mostran l’Orse), perché solo a coloro i quali “drizzaron il collo per tempo al pan de li angeli”  sarà concesso di solcare “l’alto sale”, mentre tutti gli altri dovranno tornare a “riveder li propri liti” o “rimarranno smarriti”.

Alla luce delle ricordate riflessioni, al pari del balenio di un lampo, si è fatta strada in me e con grande chiarezza l’idea di quale contenuto espressivo dovesse essere permeata l’opera.

Ho quindi scelto un candido marmo di Carrara nel quale ho scolpito la forma leggera della vela di una nave (la navicella dell’ingegno), l’ho posizionata su di un marmo bardiglio (anch’esso proveniente da Carrara) del colore del mare, modellandolo a sembianza di onda impetuosa. Ho provveduto a levigare finemente entrambi gli elementi, sino a raggiungere il grado della lucidatura che accentua la trasparenza, la lucentezza ed il colore dei marmi adoperati.

Infine, concluso il mio lavoro, e gratificato dall’unanime apprezzamento ricevuto per il  risultato artistico, ho inciso umilmente le iniziali del mio nome e la dedica alla significativa personalità a cui la mia opera è destinata.

Grazie Sommo Poeta e grazie anche a Te Luciano Maria Delfino che conduci con eleganti perizia ed autorevolezza la Tua nave a solcare il mare della conoscenza per intravedere sempre nuovi orizzonti e creare rinnovate e non illusorie speranze per questa antica e bellissima terra di Calabria, circondata dal mare ed intrisa di millenaria storia e di ineguagliabile, immaginifica leggenda.

Massa Carrara, lì 5 giugno 2013

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