NUOVO UMANESIMO
TRENTENNALE
DELLA FONDAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE
(1984 – 2014)
Incontro sul tema:
La Modernità dell’Umanesimo
Modera e Conclude: Carmelina Sicari
Presidente Nuovo Umanesimo
Relatori: Giuseppe Caminiti
Pratica dell’otium e teoria dell’impegno:
Seneca Uomo di oggi
Luciano Maria Delfino
La cultura umanistica:
Autentico algoritmo per la ricerca
e la formazione universitaria
Domenico Ficarra
C’è Umanesimo in tutte le civiltà
Oggi più che mai
Mercoledì 5 marzo 2014 – ore 17 – Biblioteca Provinciale di Reggio Calabria, Piazza Italia – Palazzo Foti
TRENTENNALE DELLA FONDAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE NUOVO UMANESIMO
Giorno 5 marzo 2014 si terrà presso la biblioteca della Provincia di Reggio Calabria un incontro sul tema “La modernità dell’Umanesimo”.
La regista e l’anima dell’evento è la Presidente dell’Associazione, Prof.ssa Carmelina Sicari, la quale ricorda le motivazioni che hanno spinto, trenta anni fa, un gruppo di intellettuali reggini a ritrovarsi intorno al brand del cavallo alato, con la necessità culturale di andare oltre (tanto cara a Friedrich Nietzsche) di Nuovo Umanesimo per configurare un modello culturale teleologicamente preordinato a trattare dell’affascinante tema della unità della cultura nel più ampio processo dell’attualità delle dinamiche temporali.
L’occasione della discussione sulla modernità dell’umanesimo che vede impegnate tre rilevanti personalità della cultura calabrese (Prof. Giuseppe Caminiti, Prof. Domenico Ficarra e Prof. Luciano Maria Delfino) rappresenta il primo step di un più ampio percorso di eventi che l’Associazione intende articolare nella ricorrenza appunto del trentennale della sua fondazione.
La Presidente di Nuovo Umanesimo, sottopone al Prof. Delfino - Direttore Scientifico di FIABA International Corporate di Roma, uno dei calabresi più stimati nell’ambito internazionale della cultura giuridica e della formazione universitaria – una serie di quesiti.
D. Prof. Delfino le domando perché lei sostiene che la cultura umanistica va considerata come autentico algoritmo per la ricerca e la formazione universitaria?
R. La risposta è piuttosto semplice: la cultura umanistica costituisce, anche ai nostri giorni, il paradigma più utile per valorizzare i modelli della formazione superiore. Valorizzazione che è l’obiettivo strategico di ogni società che si rispetti, anzi essenziale necessità per assicurare uno sviluppo economico e sociale di pregnante qualità.
D. Quale incidenza ha la cultura umanistica nella realtà odierna che invece appare espressione del trionfo di una finanza che riesce ad orientare persino i modelli del sapere e l’agire della politica?
R. Per riuscire a misurare l’eccellenza dei modelli di sapere, così come delineati nel mondo, l’unico sistema è rappresentato dal valore dell’organizzazione che li caratterizza e dai risultati cui essi sono preordinati.
In quest’ottica un indiscutibile ruolo chiave, anzi una partita decisiva gioca la cultura umanistica atteso che essa, in termini di funzione, si pone come valore sistemico, in una posizione di assoluta centralità. Valore sistemico che è presente, quale momento essenziale e caratterizzante tutti i modelli universitari più avanzati.
La cultura umanistica, poi, non va concepita come dato antagonista in contrapposizione con la scienza economica o con la politica, ma piuttosto patrimonio imprescindibile ed al contempo infungibile per le menti, atteso che essa favorisce lo sviluppo e lo spirito critico che consente di recepire con forza e capacità la quantità di informazioni che da più parti ci piovono addosso con ritmo incessante.
L’economia e la politica risulteranno tanto più adeguante alle necessità sociali quanto più colto e sofisticato è lo studio e la pratica di tali discipline, in uno con la qualità dell’agire degli interpreti.
D. Economia e politica non vanno, dunque, intesi come altro e diverso rispetto alla cultura umanistica?
R. Indiscutibilmente no! La cultura umanistica, invero, in una logica e giusta visione interdisciplinare costituisce l’elemento fondante ed essenziale per l’accresimento delle capacità argomentative indispensabili all’esercizio della dimostrazione scientifica, viepiù in considerazione dell’obiettiva evidenza che proprio il metodo dimostrativo è strettamente correlato alla tecnologia ed alle disciplina scientifiche in ragione del fatto che non appare revocabile in dubbio che queste ultime non possono che nascere da quella cultura che ha generato il teorema sia esso scientifico che tecnologico.
D.R. Grazie Prof. Delfino, grazie a Lei Presidente Sicari.