GLI INTOCCABILI DI G .NUZZI 25 GENNAIO 2012
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Nuzzi: punito dalla Chiesa perché svelo il malaffare di GianLuigi Nuzzi
Dopo la puntata degli Intoccabili di giovedì sera, il Vaticano minaccia vie legali contro il cronista di Libero e conduttore della trasmissione di inchiesta
Fuori e dentro la Chiesa c’è chi è contro e chi è a favore di Papa Benedetto XVI. Noi abbiamo una posizione diversa. Pensiamo che l’opera di cambiamento del pontefice sia innegabile, ma incontri resistenze e sia osteggiata proprio in Vaticano». Inizia così il copione della puntata degli «Intoccabili» di mercoledì sera su La7. Una posizione di assoluta fedeltà al principio di trovare notizie, verificarle e renderle pubbliche per una puntata con notizie senza precedenti. Per la prima volta un vescovo, per decenni al lavoro nei Sacri Palazzi, scrive al papa denunciando casi di «corruzione» Oltretevere. Ancora, sostiene di esser stato «boicottato» - parole sue - nell’opera di pulizia che aveva avviato sui conti, gli appalti e le forniture dello Stato Città del Vaticano. Nero su bianco in lettere riservate, report, documenti consegnati al pontefice e al segretario di Stato, il cardinale Tarcisio Bertone. Decine di fogli per un carteggio comprensivo di ricostruzioni certosine, giorno dopo giorno, nome dopo nome, di quanto avvenuto.
È un fatto insolito per quanto veniamo abitualmente a conoscere di quanto accade oltre il colonnato di San Pietro, soprattutto quando riguarda il denaro. È altrettanto insolito che di quanto accaduto si abbia oggi l’opportunità di conoscere tramite documenti ufficiali seppur riservati. Così, in televisione, abbiamo raccontato un’inchiesta (anticipata su queste colonne), sentendo testimoni come monsignor Corbellini o chi era preposto su tutti ai controlli come il cardinale Velasio De Paolis. Ed è un’inchiesta che lascia smarriti. Chi rivolgeva queste segnalazioni al cardinale Bertone, entrando con lui in manifesta rotta di collisione, è stato in pochi mesi mandato a Washington. Ecco perchè Reuters e Associated Press, le prime agenzie di stampa nel mondo rilanciano la vicenda con titoli netti: «Lo scandalo della corruzione scuote il Vaticano, dopo la rivelazione di lettere interne» ha scritto la Reuters. Poi l’Associated Press ha anche aggiunto: «Un funzionario avverte il Papa della corruzione».
Dopo la puntata arriva una lunga nota della Santa Sede di precisazioni e distinguo, di difesa del comitato di banchieri criticato da monsignor Carlo Maria Viganò per le scelte finanziarie operate. E noi qui in redazione agli Intoccabili la riprendiamo subito sul nostro blog. Inviteremo padre Federico Lombardi in trasmissione se e quando vorrà tornare su questo argomento. Perché la nostra cronaca, aldilà di tentativi maldestri di strumentalizzare il nostro mestiere e di porci da taluni in forzate e irreali conflittualità, è aperta a ogni prospettiva. In studio per una lunga intervista avevamo infatti il direttore dell’Osservatore Romano, il professor Giovanni Maria Vian.«Il Vaticano ha diffuso una nota» analizza la Reuters, che critica i metodi usati nell’inchiesta giornalistica. Ma ha confermato che lettere erano autentiche esprimendo «amarezza per la pubblicazione di documenti riservati». I documenti riservati in mano a un giornalista hanno due uniche destinazioni: o i giornali, le televisioni per le quali si lavora o il cassetto da chiudere a chiave. Ma in quest’ultimo caso si farebbe un altro mestiere. Non il nostro. Di Gianluigi Nuzzi (gianluigi.nuzzi@libero-news.eu)
NOTA DEL DIRETTORE DELLA SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE, P. FEDERICO LOMBARDI, S.I., A PROPOSITO DI UNA TRASMISSIONE TELEVISIVA , 26.01.2012
La trasmissione televisiva "Gli intoccabili" andata in onda ieri sera, accompagnata dall’abituale contorno di articoli e commenti può essere oggetto di molteplici considerazioni, a cominciare dalla discutibilità del metodo e degli espedienti giornalistici con cui è stata realizzata, per continuare con l’amarezza per la diffusione di documenti riservati. Ma non è di questo che ora vogliamo principalmente parlare, essendo oggi tutto ciò fin troppo abituale, sia come metodo generale, sia come stile di informazione faziosa nei confronti del Vaticano e della Chiesa cattolica. Proponiamo piuttosto due semplici considerazioni che non hanno trovato spazio nel dibattito. La prima. L’azione svolta da mons. Viganò come Segretario Generale del Governatorato ha certamente avuto aspetti molto positivi, contribuendo ad una gestione caratterizzata dalla ricerca del rigore amministrativo, del risparmio e del raddrizzamento di una situazione economica complessiva difficile. Questi risultati, ottenuti durante la Presidenza del card. Lajolo, sono chiari e non sono negati da nessuno. Una valutazione più adeguata richiederebbe tuttavia di tener conto dell’andamento dei mercati e dei criteri degli investimenti nel corso degli ultimi anni, ricordare anche altre circostanze importanti, come i risultati notevolissimi dell’attività dei Musei Vaticani, con flusso accresciuto di pubblico e orari di apertura più ampi, ricordare le finalità non puramente economiche ma di supporto della missione della Chiesa universale da parte dello Stato della Città del Vaticano che sono motivo di spese anche notevoli, e così via. Alcune accuse poi – anche molto gravi – fatte nel corso della trasmissione, in particolare quelle nei confronti dei membri del Comitato Finanza e Gestione del Governatorato e della Segreteria di Stato di Sua Santità, impegnano la Segreteria di Stato stessa e il Governatorato a perseguire tutte le vie opportune, se necessario legali, per garantire l’onorabilità di persone moralmente integre e di riconosciuta professionalità, che servono lealmente la Chiesa, il Papa e il bene comune. In ogni caso, i criteri positivi e chiari di corretta e sana amministrazione e di trasparenza a cui si è ispirato mons. Viganò continuano certamente ad essere quelli che guidano anche gli attuali responsabili del Governatorato, nella loro provata competenza e rettitudine. E ciò è coerente con la linea di sempre maggiore trasparenza e affidabilità e di attento controllo sulle attività economiche su cui la Santa Sede è chiaramente impegnata, nonostante le difficoltà, come dimostrano anche le adesioni alle Convenzioni internazionali di cui si dà notizia – per casuale coincidenza – proprio quest’oggi. Insomma, l’avvicendamento alla guida del Governatorato non intende certamente essere un passo indietro rispetto alla trasparenza e al rigore, ma un ulteriore passo avanti. La seconda. Discussioni e tensioni, comprensibili differenze di opinioni e posizioni, vengono sottoposte alla valutazione di un giudizio superiore proprio perché questo è in grado di vedere le questioni in una prospettiva più ampia e con criteri più comprensivi. Un procedimento di discernimento difficile sui diversi aspetti dell’esercizio del governo di un’istituzione complessa e articolata come il Governatorato – che non si limitano a quelli del giusto rigore amministrativo - è stato invece presentato in modo parziale e banale, esaltando evidentemente gli aspetti negativi, con il facile risultato di presentare le strutture del governo della Chiesa non tanto come toccate anch’esse dalle fragilità umane – ciò che sarebbe facilmente comprensibile - quanto come caratterizzate in profondità da liti, divisioni e lotte di interessi. In questo diciamo senza timore che si è andati e si va spesso ben aldilà della realtà; che la situazione generale del Governatorato non è così negativa come si è voluto far credere; che tanta disinformazione non può certamente occultare il quotidiano e sereno lavoro in vista di una sempre maggiore trasparenza di tutte le istituzioni vaticane, e infine che non bisogna dimenticare che il Governo della Chiesa ha al suo vertice un Pontefice di giudizio profondo e prudente, la cui dirittura al disopra di ogni sospetto garantisce la serenità e la fiducia che giustamente si attendono coloro che operano al servizio della Chiesa e i fedeli tutti. In questa prospettiva va riaffermato decisamente che l’affidamento del compito di nunzio negli Stati Uniti a mons. Viganò, uno dei compiti più importanti di tutta la diplomazia vaticana, data l’importanza del Paese e della Chiesa cattolica negli Stati Uniti, è prova di indubitabile stima e fiducia da parte del Papa.
NOSTRO COMMENTO: abbiamo inserito per, par condicio, anche la nota di Padre Federico Lombardi relativa alla trasmissione degli “Intoccabili” condotta da Gianluigi Nuzzi in data 25_01_2012 su LA7. L’occasione è utile per far qualche punto di riflessione. Ci chiediamo - come molti di Noi si chiedono leggendo l’articolo ed ascoltando il video integrale di Nuzzi - perché mai il Vaticano minaccia di adire le vie legali nei confronti del giornalista? Risulta, infatti, “per tabulas” che Mons. Viganò sostiene di esser stato «boicottato» - parole sue - nell’opera di pulizia che aveva avviato sui conti, gli appalti e le forniture dello Stato Città del Vaticano. Allora perché non far proseguire a tempo indeterminato Viganò fino a quando non portera’ a termine l’incarico affidatogli? Perché mai spedire Mons. Viganò a far il Nunzio apostolico negli Stati Uniti. ? E’ il caso di dire: “Promoveatur ut amoveatur” Noi ci chiediamo con molto stupore nei riguardi della Chiesa: “errare humanum est perseverare autem diabolicum” Ha dimenticato forse il Vaticano il gran rumore che ha destato la pedofilia nell’ambito della Chiesa e nell’opinione pubblica mondiale, cattolici compresi, tanto che ha dovuto intervenire direttamente il Santo Padre con mano pesante per cercare di coprire gli scandali ancor oggi latenti? Sarebbe stato certamente più proficuo stanare il clero marcio ed affidarlo ai competenti tribunali ecclesiastici e civili per il seguito di competenza, indennizzando opportunamente le vittime del clero deviato. Nascondere e proteggere per lunghissimo tempo i preti pedofili non è stato di alcun giovamento alla Chiesa. Ha generato solo un mare di sospetti che a, tutt’oggi, non si placano. In buona sostanza si vuol dire questo: se ci sono mele marce nell’ambito dell’alto clero bisogna fare immediatamente pulizia per evitare il ripetersi degli scandali. Avvedersi dei propri errori è indice di intelligenza. Perseverare nell’errore è indice di idiozia.