Dal Corriere.it, si riporta:
SIMPOSIO INTERNAZIONALE A ROMA: LE NUOVE REGOLE DI COMPORTAMENTO
«Basta con l'omertà sulla pedofilia, la reputazione della Chiesa non è una priorità>>”
Il promotore della giustizia vaticana: basta con la negazione deliberata di fatti conosciuti, la verità è un dovere morale
CITTÀ DEL VATICANO — «Esiste ancora nella Chiesa una certa cultura del silenzio, ma dobbiamo uscirne. Basta con la mortale cultura dell’omertà. La ricerca della verità è un dovere morale e legale. Perché chi inganna, chi non denuncia, è nemico della giustizia e quindi della Chiesa».
Il monsignore maltese dall’aria mite e paffuta che riassume secco la rivoluzione copernicana voluta da Benedetto XVI in tema di lotta alla pedofilia nel clero si chiama Charles J. Scicluna ed è il «promotore di giustizia» della Congregazione per la Dottrina della Fede, cioè il pubblico ministero del tribunale dell’ex Sant’Uffizio. Tre sono i nemici della verità, dice: l’omertà, la «negazione deliberata di fatti conosciuti» e «la preoccupazione che la reputazione dell’istituzione debba avere priorità assoluta».
«MAI PIÙ» - Il simposio internazionale «Verso la guarigione e il rinnovamento» riunito da lunedì all’università Gregoriana- sono arrivati vescovi e delegati di 110 conferenze episcopali e una trentina di ordini religiosi —, sta definendo regole e comportamenti che d’ora in poi dovranno seguire tutte le Chiese del mondo. «Non è tollerabile che nella Chiesa si abusi di bambini. Mai più», ha scandito il cardinale canadese Marc Ouellet, prefetto della Congregazione dei vescovi. Bisognava vederlo, martedì sera, mentre nel buio della chiesa di Sant’Ignazio, durante la «veglia penitenziale» e il solenne mea culpa, diceva: «Grande è la vergogna ed enorme è lo scandalo. Si è compiuto ciò contro cui Gesù si scagliò: «È meglio che a uno venga messa al collo una pietra da mulino e sia gettato in mare, piuttosto che scandalizzi uno di questi piccoli».
LINEE GUIDA — L’ex Sant’Uffizio ha chiesto a tutte le conferenze episcopali - compresa la Cei - di presentare entro maggio delle linee guida antipedofilia. Il prefetto e cardinale William Joseph Levada aveva chiarito lunedì che la Chiesa «ha l’obbligo» di rispondere alle «richieste della giustizia civile» per quanto riguarda «le denunce dei crimini alle autorità competenti». Cioè la linea di Benedetto XVI, ha ripetuto ieri monsignor Scicluna: «Se c’è un crimine, c’è il dovere di cooperare con la giustizia civile: il Papa chiede piena cooperazione con le autorità civili e con le leggi locali». E ai vescovi: «È un crimine nel diritto canonico mostrare negligenza dolosa o fraudolenta nell’esercizio del proprio dovere. Non è accettabile che quando sono state stabilite delle regole poi non vengano seguite».
Alcuni partecipanti al simposio (Afp)
QUATTROMILA CASI - Nel simposio si sono stimati «due miliardi di dollari di risarcimenti» pagati finora dalla Chiesa. L’ex Sant’Uffizio ha parlato di 4.000 casi di abusi segnalati nell’ultimo decennio. Di questi, un migliaio tra il 2010 e il 2011, spesso nel Vecchio Continente. Scicluna spiega che «il problema e la grande preoccupazione è per l’Europa»: spesso casi «relativamente vecchi», ma «questo non significa che non debbano avere risposta». In Paesi come gli Stati Uniti, che si erano mossi per tempo sull’onda degli scandali, «la frequenza degli abusi ha subito un crollo, grazie a Dio». Ascolto delle vittime («la percentuale delle denunce che si rivelano infondate è minima»), piena collaborazione con le autorità civili, prevenzione e creazione di «ambienti sicuri»: dove si agisce, i casi diminuiscono.
GLI ERRORI — La responsabilità ultima è dei vescovi. «Ciò che dobbiamo fare è essere vigili nella scelta dei candidati». Un sacerdote americano, monsignor Stephen J. Rossetti, ha elencato i sei errori che i vescovi non devono ripetere: non aver ascoltato le vittime e essersi fatti manipolare dagli aggressori che mentivano; il «sottostimare» gli abusi nella propria diocesi; il credere che i pedofili «possano essere curati e non rappresentino più un rischio»; un senso «malinteso» del «perdono» per i colpevoli; la «formazione insufficiente dei sacerdoti», anche sulla sessualità; e l’«ignorare i segnali d’allarme».
ELEARNING — Il superiore generale della Compagnia di Gesù, padre Adolfo Nicolás, riassume: «Ora sta a noi continuare questa missione, senza paralisi e negazioni». Nell’ultimo giorno del simposio, giovedì, sarà presentato il nuovo «Centro per la protezione dei bambini» nato in Rete su iniziativa dell’ateneo dei gesuiti per «formare» i vescovi alla «cultura della prevenzione>>
Gian Guido Vecchi 08-02-2012
NOSTRO COMMENTO: L’occasione è utile per fare qualche considerazione. Noi ci chiediamo stupefatti: ma fino ad oggi la Chiesa dov’era? Cosa ha fatto? Niente. Ha solo nascosto.
Noi abbiamo sempre segnalato da queste pagine e da altri Ns siti (http://www.poterinascosti.com - http://quovadisecclesia.wordpress.com/) lo schifo della pretofilia e le coperture della Chiesa al riguardo. Abbiamo sempre sostenuto che il male non è della Chiesa ma nella Chiesa, cioè, nel clero che la gestisce.
Noi riteniamo la Chiesa attuale non sia idonea a dare consigli e lezioni di morale a nessuno. Una Chiesa che fino ad oggi ha tollerato lo schifo della pedofilia ed ha preferito anteporre la Sua struttura politico-amministrativa rispetto alla giustizia verso le vittime e verso Dio non è più abilitata a formulare giudizi e proporre soluzioni di sorta. Deve solo chiedere perdono a Dio per i preti pedofili, per lo IOR e per l’Opus Dei. Il clero corrotto, deve lasciare immediatamente la guida della Chiesa perché ha smarrito da tempo la “Veritas” predicata da Cristo. La Chiesa deve fare pulizia all’interno del clero per togliere le mele marce se vuole essere credibile. Così come è ora incanta solo gli “allocchi” ed i politici interessati a tenersi buona la Chiesa che fà politica.. Noi siamo cristiani. Siamo Cattolici. Ma non apparteniamo alla Chiesa attuale. Il Nostro è un libero pensiero che combatte e segnala queste storture che avvengono nella Chiesa di Cristo. Non ci stanchiamo mai di ripetere sempre quello che diceva, circa 2000 anni addietro, S. Paolo a Timoteo:” Siate degni di stare nella casa di Dio” Non basta chiedere perdono e ritenere finita la partita IL CLERO CORROTTO DEVE ANDAR VIA . LE REGOLE DI COMPORTAMENTO VENGONO DOPO L'USCITA DEL CLERO MARCIO. TUTTO IL RESTO E' POESIA.