Interrogazione parlamentare su uso del Premier della Rai - Minzolini, Innocenzi, Berlusconi
Fonte:IDVstaff
Pubblico il video ed il testo del mio intervento di oggi, alla Camera dei Deputati, durante il consueto question time, dove ho illustrato un'interrogazione parlamentare al ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, in merito all'articolo pubblicato de Il
Fatto Quotidiano lo scorso 12 marzo riguardante l'indagine di Trani che coinvolge il Premier Berlusconi, Innocenzi dell'Agcom e il direttore del TG1 Minzolini.
La domanda Antonio Di Pietro:
Signor Presidente, abbiamo chiesto e vogliamo chiedere al Presidente del Consiglio le ragioni del suo comportamento: vorremmo chiedergliele, ma denunciamo ancora una volta che anche qui si dà latitante, così come in ogni aula di giustizia. Nei confronti del Parlamento il Presidente del Consiglio non può però permettersi di darsi latitante e deve farci sapere per quale ragione al mondo egli, da Presidente del Consiglio, si permette di telefonare al direttore del TG1, Minzolini, per avere un'informazione accondiscendente a sé stesso, per quale ragione al mondo egli si permette di interagire con un commissario dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni per fare in modo che quell'Autorità sanzioni e chiuda tutte le trasmissioni che non fanno comodo a lui e - per quanto riguarda questa forza politica, l'Italia dei Valori, e la mia persona in particolare - per quale ragione al mondo egli non vuole far sentire la voce dell'opposizione agli italiani. Questo è regime: ci dica, il Presidente del Consiglio che non c'è, per quale ragione al mondo insista a fare così (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)!
La risposta
Elio Vito: Signor Presidente, l'onorevole Di Pietro e i deputati del gruppo dell'Italia dei Valori con la loro interrogazione chiedono di conoscere quali elementi ritenga il Governo di fornire al Parlamento in relazione alla vicenda di cui in premessa e quali iniziative il Governo intenda assumere al fine di ristabilire la correttezza dei rapporti istituzionali.
In relazione a tale interrogazione quindi, onorevole Di Pietro, la informo che lo scorso 15 marzo il Ministro della giustizia, per il tramite del competente ispettorato generale, ha provveduto a disporre un'inchiesta amministrativa presso la procura della Repubblica di Trani, in relazione alle notizie riportate da articoli di stampa concernenti presunte pressioni che il Presidente del Consiglio dei ministri avrebbe posto in essere nei confronti del commissario dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e del direttore del TG1 per bloccare la messa in onda di talune trasmissioni televisive.
In particolare, secondo quanto riportato dagli organi di stampa sarebbero state intercettate diverse conversazioni telefoniche in relazione alle quali risulterebbe ipotizzato il reato di concussione. Per tale ragione, il Ministro della giustizia ha inteso disporre un'inchiesta amministrativa al fine di operare ogni necessario approfondimento e chiarire principalmente le ragioni della fuga di notizie verificatasi nell'ambito delle indagini in corso presso la predetta procura.
Ciò, sempre secondo quanto precisato dal Ministro della giustizia, anche per escludere ogni eventuale abuso connesso all'utilizzo dello strumento investigativo costituito dalle intercettazioni telefoniche e verificare, altresì, il rispetto dei parametri normativi in tema di competenza territoriale e di competenza del tribunale per i reati ministeriali, tenuto conto della natura dei reati ipotizzati e della qualificazione soggettiva di taluni indagati.
All'esito dell'accertamento ispettivo in questione, il Ministro della giustizia potrà valutare se siano stati posti in essere da parte dei magistrati comportamenti rilevanti sul piano disciplinare. In conclusione, onorevole Di Pietro, non posso che confermarle che il Governo intende continuare ad operare in leale collaborazione con tutti gli altri organi istituzionali.
La replica
Antonio Di Pietro: Siccome non credo che lei ci è, credo che lei ci faccia: io le ho chiesto «rava» e lei mi ha risposto «fava». Io le ho chiesto la ragione per cui il Presidente del Consiglio, nell'esercizio delle sue funzioni, si sia permesso di tentare di bloccare le parole di una formazione politica presente in Parlamento quando questa stava in una trasmissione pubblica pagata con i soldi del servizio pubblico della RAI; io le ho chiesto la ragione per cui il Presidente del Consiglio si sia permesso di interagire con il direttore del TG1, che è un servizio pubblico pagato con i soldi dei cittadini, per fare in modo che l'informazione vada a senso unico e a piacere suo; io le ho chiesto le ragioni per cui questo signore, Presidente del Consiglio, si permette di interagire con l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni che, per legge, deve garantire la trasparenza e la pluralità dell'informazione (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
E lei mi risponde che ha mandato un'ispezione a Trani per verificare perché hanno scoperto questo? Quel che vogliono sapere gli italiani non è perché questo è stato scoperto, ma perché è stato commesso questo abuso, qual è la ragione per cui il Presidente del Consiglio non si rende conto che siamo in una democrazia parlamentare e che in una democrazia parlamentare si rispettano le disposizioni, si rispettano le voci dell'informazione libera, si rispettano le controparti, in una democrazia parlamentare!
Questo è quel che non capisce il Presidente del Consiglio; e il Ministro Alfano non capisce e non si rende conto che le questioni di competenza e di fuga di notizie sui titoli di reato non deve deciderle l'ispezione, devono deciderle i magistrati all'interno dei conflitti di competenza e delle questioni di giurisdizione.
Quanto alla fuga di notizie, infine, forse non lo sa il Ministro Alfano, glielo dico io chi ha fatto la prima fuga di notizie: l'ha fatta proprio Minzolini ed è la ragione per cui sta agendo la procura di Trani (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
NOSTRO COMMENTO: Ma On.le Di Pietro cosa vuole che gli risponda l’On.le Elio Vito dovrebbe entrare nella testa del Cavaliere per appurare la verità e, poi, una volta appurata non gliela direbbe lo stesso. L’On.le Vito ha preferito invece rispondere con la testa del Ministro Alfano che, quanto a procedura, non è secondo a nessuno. Infatti una ispezione amm.va che ca….c’entra a Trani. Se il Guardasigilli intendeva perseguire i magistrati di Trani avrebbe dovuto rivolgersi al Procuratore generale presso la Corte di cassazione. Dal momento che non lo ha fatto non può che dolersi con se stesso. Non insista On.le Di Pietro non Le risponderanno mai! Ma del resto cosa dovrebbero rispondere: che ha ragione? Questo mai! Neanche se cala Dio!