PASSERA INDAGATO PER EVASIONE FISCALE
di Gianni Dragoni - 7 Luglio 2012
Fonte:http://www.cadoinpiedi.it/2012/07/07/passera_indagato_per_evasione_fiscale.html#anchor
Il superministro è indagato dalla Procura di Biella in qualità di ex a.d. e direttore generale di Intesa. Secondo i pm, il gruppo bancario avrebbe compiuto operazioni finanziarie di investimento in titoli esteri allo scopo di aggirare la legge e pagare meno tasse. Per un'operazione simile, un mese fa, è stato rinviato a giudizio Alessandro Profumo
Per i principali quotidiani italiani non si tratta di una notizia da prima pagina, eppure il fatto non è trascurabile: un ministro del governo Monti è indagato dalla magistratura con
l'accusa di aver evaso il fisco. Parliamo di Corrado Passera, l'ex bocconiano dell'anno che il 16 novembre dell'anno scorso ha lasciato la guida di Intesa Sanpaolo, la banca con il maggior numero di sportelli in Italia, per diventare ministro dello Sviluppo economico, delle Infrastrutture e Trasporti.
Una concentrazione di deleghe che nessun ministro ha mai avuto, se si eccettuano i casi in cui il premier assume l'interim di altri dicasteri, cioè la titolarità provvisoria, anche Monti ad esempio è nello stesso tempo premier e ministro dell'Economia.
Passera è indagato dalla procura di Biella nella sua qualità di ex banchiere, perché il gruppo bancario Intesa, tra il 2006 e il 2007, secondo i pubblici ministeri avrebbe compiuto operazioni finanziarie di investimento in titoli esteri con un unico scopo, aggirare la legge e pagare meno tasse, si chiama "abuso di diritto".
Passera, come amministratore delegato e direttore generale, ha firmato il bilancio e la dichiarazione fiscale della banca per il 2006. Le operazioni sono state fatte attraverso una società controllata, l'ex Cassa di risparmio di Biella e Vercelli, detta Biverbanca, ceduta a metà del 2007 da Intesa al Monte dei Paschi di Siena.
Di cosa si tratta? Un acquisto pronti contro termine di obbligazioni estere, emesse da un'altra banca, il Credit Suisse, un istituto svizzero, tramite una controllata inglese, in gergo definita veicolo, la società La Defense II Plc. Una complicata triangolazione che ha avuto l'effetto, secondo la guardia di Finanza, gli accertamenti dell'agenzia delle Entrate e le ipotesi dei pm, di far acquisire al gruppo bancario crediti fiscali sulle tasse pagate all'estero, sugli interessi di questi titoli. Il credito è stato quindi utilizzato per pagare meno tasse in Italia.
Gli esperti lo definiscono arbitraggio fiscale internazionale, una pianificazione per rendere il più conveniente possibile la tassazione per la banca. In realtà, sostengono i giudici di Biella, si è trattato di un gioco di sponda finanziario messo in atto, pur utilizzando la legge, per aggirare la legge, per questo sarebbe illegittimo. I giudici considerano il credito fiscale acquisito dalla banca un "illegittimo extrarendimento".
Quando la notizia è stata anticipata dal quotidiano "La Stampa", sabato 30 giugno, i collaboratori di Passera hanno cercato di minimizzare dicendo che dell'indagine non risultava nulla. Pochi giorni dopo però hanno confermato che l'indagine c'è, puntualizzando che il ministro è "assolutamente sereno". Un modo di dire che il ministro non pensa assolutamente a dimettersi per questo episodio.
Secondo "il Fatto Quotidiano" nel 2006 banca Intesa, che un anno dopo ha assunto l'attuale denominazione in seguito alla fusione con il Sanpaolo Imi, ha comprato 300 milioni di euro di titoli miracolosi, con un rendimento annuo del 33 per cento, dal Credit Suisse.
Passera è chiamato in causa perché all'epoca dei fatti era amministratore delegato e direttore generale di banca Intesa e ha firmato, insieme al bilancio 2006, la dichiarazione fiscale dell'istituto. La Procura di Biella accusa l'ex banchiere di due reati. Il primo è la "dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici", punibile con la reclusione da un anno e mezzo a sei anni. Il secondo è la dichiarazione infedele, punibile con il carcere da uno a tre anni.
Gli accertamenti della guardia di Finanza sono cominciati un anno fa. Nel bilancio 2011 di Intesa Sanpaolo si legge che l'agenzia delle Entrate, un organo del ministero delle Finanze, ha contestato alla banca, per questa e altre operazioni, il mancato pagamento di imposte, sanzioni e interessi per un miliardo e 150 milioni di euro. Nello scorso dicembre, poche settimane dopo l'ingresso di Passera nel governo, la banca ha fatto un accordo col fisco per chiudere le contestazioni. Ha pagato per questo 270 milioni, cioè appena il 23 per cento della somma contestata.
Le carte però sono state inviate alla Procura e l'indagine penale procede in modo autonomo. Per un'operazione simile un mese fa a Milano è stato rinviato a giudizio Alessandro Profumo, l'altro famoso banchiere a lungo concorrente di Passera, ex amministratore delegato di Unicredit, per la triangolazione con l'estero in titoli definiti Brontos. In quel caso la controparte era una banca inglese, la Barclays, quella per intenderci che di recente ha bloccato le carte di credito ad alcuni clienti residenti nelle zone del terremoto in Emilia.
Molte banche negli ultimi mesi hanno fatto accordi con il fisco per chiudere contestazioni, anche Mps, Popolare di Milano, Credem, dunque queste operazioni negli anni della finanza spensierata e dei profitti (e compensi) supermilionari erano diffuse.
Saranno i giudici a stabilire se Passera è responsabile di atti illeciti o innocente. Nel caso del superministro e aspirante leader politico di un grande centro, una sorta di nuova Dc, va fatta un'ulteriore considerazione. In marzo i pm di Biella hanno acquisito dei documenti nella sede di Biverbanca. E il 16 aprile il Consiglio dei ministri ha approvato un disegno di legge di delega fiscale, contenente una depenalizzazione per i reati come l'abuso di diritto e altre forme di elusione fiscale. Proprio i comportamenti contestati ad alcuni banchieri, tra cui Passera, nel frattempo diventato ministro.
Che sia solo una coincidenza? I giornali hanno scritto di una norma salvabanchieri, poi il disegno di legge è stato trattenuto alcune settimane al Quirinale, che ha eliminato la norma controversa prima di autorizzare la presentazione del provvedimento al Parlamento. Vedremo come va a finire. Intanto si può dire che quest'episodio conferma i sospetti sul conflitto d'interessi nella posizione di Passera tra l'attività di superbanchiere e il passaggio diretto nel governo.
NOSTRO COMMENTO: intanto il Ministro Passera per correttezza, per integrità morale e per senso civico nei confronti delle Istituzioni che rappresenta - indipendentemente dal fatto se sia o meno colpevole - dovrebbe dimettersi fino all’esito delle indagini condotte dalla Procura di Biella. Passera è indagato dalla procura nella sua qualità di ex banchiere, perché il gruppo bancario Intesa, tra il 2006 e il 2007, secondo i pubblici ministeri avrebbe compiuto operazioni finanziarie di investimento in titoli esteri con un unico scopo, aggirare la legge e pagare meno tasse, si chiama "abuso di diritto". Passera è chiamato in causa perché all'epoca dei fatti era amministratore delegato e direttore generale di banca Intesa e ha firmato, insieme al bilancio 2006, la dichiarazione fiscale dell'istituto. La Procura di Biella accusa l'ex banchiere di due reati. Il primo è la "dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici", punibile con la reclusione da un anno e mezzo a sei anni. Il secondo è la dichiarazione infedele, punibile con il carcere da uno a tre anni. Che il ministro Passera si senta “assolutamente sereno” non è un buon motivo per rimanere in carica. Correttezza vuole che il Ministro si dimetta. Noi che non siamo forcaioli auguriamo al Ministro Passera che esca pulito dalle indagini della Magistratura, nel frattempo, però, dovrebbe avere la bontà di dimettersi. Quanto meno che il Ministro stesso chiarisca - riguardo ai fatti contestati - la Sua posizione in Parlamento - se è vero come è vero - che si sente "assolutamente sereno" E' una questione di stile!