Cassa integrazione record, stipendi bassi e contratti fermi: come riparte l’Italia?
di Valentina Pennacchio - 24 Jun 2013
Basta annunci, ora le scelte. E’ questo il grido lanciato all’unisono dai tre sindacati CGIL, CISL e UIL, che scendono insieme in piazza perché “questo Paese lo vogliamo salvare” ha spiegato la leader della CGIL Susanna Camusso, seguita dal leader della CISL, Raffaele Bonanni: “Il Paese perisce e la classe dirigente si perde in chiacchiere”.
Molto critico anche il segretario generale della UIL, Luigi Angeletti:
“Invece di pensare a chi staccherà la spina del governo, tra PDL e PD, senza alternative saranno i cortei dei disoccupati a staccare la spina. Il tempo è finito. In un Paese dove la maggiore preoccupazione è scommettere sulla durata del Governo, il messaggio è che non c’è più tempo per aspettare, non c’è più tempo per le promesse e gli annunci. Mentre si fanno annunci le imprese chiudono, la gente viene messa in cassa integrazione o licenziata”.
I dati fotografano un’emergenza lavoro che davvero non può più aspettare. Con la cassa integrazione record, gli stipendi bassi e i contratti fermi come riparte l’Italia?
Cassa integrazione record
Solo nei primi cinque mesi del 2013 si sono registrati dati molto significativi relativi alla Cassa integrazione: 520.000 dipendenti in cassa integrazione a zero ore, per un totale di 460 milioni di ore, che hanno comportato una perdita salariale, al netto delle tasse, di più di 3.000 euro per busta paga, per un totale di pari a 1,7 miliardi di euro.
Si registrano inoltre dati record per la Cassa Integrazione in deroga, soprattutto nei settori dell’edilizia, meccanica e commercio: a maggio +139,02% su base mensile, nonostante nei primi cinque mesi in esame le ore erogate siano scese del 29,15% su base annua.
Le zone più colpite dalla cassa integrazione sono nel Nord Italia, Lombardia in testa, seguita da Piemonte e Veneto. Nel Centro e nel Sud primeggiano, rispettivamente, Lazio e Campania.
Secondo l’analisi della CGIL c’è il rischio che nel 2013 si raggiungerà 1 miliardo di ore di Cassa integrazione, a cui andranno sommate 4,4 miliardi di ore già erogate negli ultimi 5 anni.
Stipendi bassi
I dati Istat rilevano che gli stipendi sono rimasti invariati dal mese di aprile, nonostante su base annua siano cresciuti dell’1,4% con differenze tra settore pubblico e privato: nel primo caso c’è stato una variazione tendenziale nulla, mentre nel secondo la retribuzione oraria è cresciuta in media dell’1,9%. I settori con più aumenti sono stati i seguenti:
- alimentare, bevande e tabacco: +5,8%;
- pubblici esercizi e alberghi: +2,9%;
- legno, carta, stampa e telecomunicazioni: +2,5%.
Nonostante questo lieve aumento registrato, in Italia i salari sono tra i più bassi d’Europa e addirittura il 13% degli italiani percepisca un salario al di sotto dei minimi contrattuali. Una situazione evidentemente difficile a fronte dell’elevata tassazione e della crisi che stiamo vivendo.
Contratti fermi
A questa cornice già piuttosto deprimente si aggiungono altri dati allarmanti: secondo l’Istat a maggio sono stati 6,7 milioni, di cui circa 2,9 milioni nel settore pubblico, i lavoratori in attesa di rinnovo di contratto. I lavoratori che aspettano il rinnovo sono il 52,3%, il livello più alto dal mese di febbraio 2011.
Il tempo di attesa tra un rinnovo e l’altro nel settore pubblico, sempre secondo l’Istituto di statistica, è di circa due anni (24 mesi), mentre per il settore privato è di 11,2 mesi.
Disoccupazione
Se a tutti questi dati aggiungiamo quelli di una disoccupazione alle stelle, ad aprile, secondo l’OCSE, pari al 12%, soprattutto quelli di una disoccupazione giovanile che supera il 40%, come riparte l’Italia?
Caro Letta, si attendono risposte.
IL NOSTRO COMMENTO: Ma come cazzo fate a dire “Caro Letta, si attendono risposte” quando sapete benissimo che questo Governo non è in grado di poterne dare. Il Vs interlocutore non è il Governo Letta ma è l’Europa della grande finanza alla quale dovreste rivolgerVi e fare un gran bordello. Ormai è cosa nota (forse solo Voi fate finta di ignorarlo) che i Ns politici, almeno quelli più rappresentavi, prendono ordini da loro (FMI, BCE,BLINDERBERG, ecc... ) Che risposte Vi deve dare Letta quando ormai anche i ragazzi delle scuole elementari sanno che l’Italia deve pagare 80 Miliardi di interessi l’anno per debiti contratti con i Paesi dell’Eurozona + 50 miliardi l’anno, per venti anni, di fiscal compact (di questo regalo non finiremo mai di ringraziare Monti Mario!) per ridurre di 1.000 MLD il nostro debito pubblico. In totale l’Italia ha come spese fisse ed irrinunciabili la bellezza di 130 MLD di EURO. Con tutto questo ben di Dio di soldi che l’Italia deve annualmente sborsare che cazzo di risposte volete ottenere dal Presidente Letta? Niente! Se no prese per il culo. E allora fatevi prendere Voi altri Sindacalisti per il culo dal Governo senza parlare a nome del popolo Italiano che ha capito meglio di Voi come stanno le cose.