Cancellieri, Civati (Pd): “Mozione di sfiducia, basta ipocrisia”. E’ lite con Fassina
"Non possiamo votare con i Cinque Stelle? E' l'argomento più stupido del mondo", dice il candidato alla segreteria. Cuperlo: "Il ministro valuti se ci sono condizioni per continuare". La renziana Rossi: "Deve dimettersi". Franceschini frena. E il viceministro dell'Economia si scaglia contro il deputato milanese. Renzi conferma: "Si deve dimettere prima della discussione della mozione"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 17 novembre 2013
Siccome per la serie ‘gli argomenti più stupidi del mondo’ il Pd dice di non poter ‘sfiduciare’ la Cancellieri perché non si può votare la mozione del M5S, segnalo che ne possiamo presentare una noi”. Lo scrive Pippo Civati, candidato segretario dei democratici, sul proprio blog criticando l’atteggiamento del Pd sul ministro della Giustizia, in relazione alle telefonate del caso Fonsai-Ligresti. “Martedì presenterò un testo all’assemblea del gruppo. Basta con l’ipocrisia. Non se ne può più”. Non la pensa così Stefano Fassina: “Civati deve ricordarsi che fa parte di un partito e che decisioni così rilevanti si prendono insieme” il viceministro al Tg3 parlando del caso Cancellieri. Poi, però, il numero due di via Nazionale ha aggiunto anche altro, sempre contro Civati: “Siamo in campagna congressuale ma a tutto c’è un limite. C’è l’assemblea del gruppo martedì sera” e lì verranno prese le decisione necessarie. Non solo. Per Fassina è il concetto che Civati ha dell’appartenenza al Pd ad essere profondamente sbagliato: “E’ un’idea di partito inaccettabile quella in cui uno si sveglia e presenta una mozione di sfiducia” ha detto il vice ministro, secondo cui, comunque, “il ministro Cancellieri deve valutare la posizione di una parte significativa della maggioranza: è evidente che il rapporto si è incrinato e che una valutazione vada fatta”.
E in serata, a Che tempo che fa, Matteo Renzi ha confermato la sua posizione: “Il punto vero è che il ministro della Giustizia anche secondo me si deve dimettere”. La novità, ora, è che il sindaco di Firenze detta anche i tempi per il passo indietro, che a suo dire deve esserci prima della discussione della mozione di sfiducia. “Credo che la gente che sta a casa, dal Pd non si aspetta l’ultima posizione sulla presa di posizione del ministro, siamo fatti per qualcosa di più grande del destino della Cancellieri”, ha aggiunto, sottolineando che “se si andrà a votare la mozione sfiducia al ministro il Pd dovrà prendere posizione, ma anche se passa la mozione perché deve cadere il governo? Il governo deve stare in piedi non su alchimie, ma per fare le cose che deve fare”.
La Camera, in tutto questo, discuterà mercoledì 20 novembre la mozione di sfiducia al ministro della Giustizia presentata da grillini in seguito al caso delle telefonate tra Cancellieri e i familiari di Giulia Ligresti, detenuta a Torino dopo l’arresto per l’inchiesta sul gruppo Fonsai. Il Pd finora è apparso diviso tra l’esigenza di non provocare guai al governo Letta (tra l’altro l’eventuale sostituzione del titolare di un dicastero così delicato potrebbe aprire un nuovo scontro con Sivio Berlusconi) e la perplessità suscitata dalla vicinanza del ministro a una delle famiglie imprenditoriali più discusse d’Italia.
Da ieri circola l’ipotesi che Annamaria Cancellieri potrebbe entrare nell’inchiesta torinese in veste di indagata per avere omesso dettagli importanti nelle sue dichiarazioni ai pm, e anche tra i democratici il fronte pro-dimissioni ha riacquistato vigore. ”C’e’ una questione di opportunità politica, credo che il ministro Cancellieri, per la sua storia, sia la prima persona interessata a valutare, con Letta, se ci sono le condizioni per continuare a fare il Guardasigilli con serenità”, dice a Repubblica Gianni Cuperlo, candidato alle primarie per la segreteria del Pd. “Non sarebbe accettabile che le dichiarazioni del ministro vengano poi smentite da circostanze di fatto”. Nessuno sconto anticipato, avverte Cuperlo: Cancellieri dirà la sua in aula, “poi discuteremo e valuteremo come gruppo”.
Ancora più determinata appare la componente che fa capo all’altro candidato segretario, Matteo Renzi: “Il ministro Cancellieri deve dimettersi”, afferma con nettezza la parlamentare renziana Maria Elena Boschi. “Io al gruppo del Pd ribadirò questo. Poi le decisioni si prendono insieme”. Perché se al momento non sono emersi comportamenti illeciti, il ministro ha però “dato l’idea profondamente sbagliata di un sistema in cui solo se conosci qualcuno riesci a vedere tutelati i tuoi diritti”. Se questa vicenda fosse arrivata dopo l’8 dicembre, data delle primarie, conclude Boschi, “il Pd avrebbe già chiesto le dimissioni. Al momento, il segretario è Epifani, vedremo che cosa proporrà”.
Toni molto più cauti arrivano da un democratico di governo come Dario Franceschini, ministro per i Rapporti con il Parlamento, anche lui intervistato da Repubblica. Secondo il quale è “un atto dovuto” respingere la mozione dei Cinque Stelle, e sul resto “deciderà il gruppo”. “Quanto a me - precisa – al riguardo condivido le parole e i gesti del premier e del Capo dello Stato”, che nei giorni scorsi hanno ripetutamente manifestato il loro sostegno ad Annamaria Cancellieri. “Non mi scandalizzo di un dibattito con opinioni diverse sull’opportunità delle sue dimissioni”, conclude, “tenendo ferma l’assenza di fatti di rilevanza penale”.
La proposta di Civati riapre il dibattito nel partito, ed è lo stesso ex rottamatore, nel pomeriggio, a rispondere “agli attacchi e alle ironie” dei compagni di partito. Sul caso Cancellieri, osserva, “tutti e quattro i candidati hanno fatto capire che avrebbe dovuto dimettersi lei, per toglierci dall’imbarazzo. Però non pare rilevante ai fini della scelta del Pd dei prossimi giorni. Eppure altri candidati sono dotati di centinaia di parlamentari. Ma non fa niente. Se cambiano idea, lo fanno per il bene del partito. E immagino anche dei suoi elettori”. Ce n’è anche per i concorrenti alla corsa per la segreteria: “La cosa che ancora mi sorprende – scrive ancora Civati – oltre alle incredibili falsità che alcuni colleghi deputati raccontano su di me presentando la loro mozione (sono soprattutto i cuperliani e soprattutto in Emilia-Romagna), è che io sarei quello strano del Pd perché dico certe cose. Il bello è che le dicono e dichiarano tutti, solo che poi cambiano idea”. Insomma, “la cosa che mi chiedo è molto semplice: se le mie sono posizioni da dissidente e da eretico, perché prima le assumono tutti quanti e poi le scaricano con fastidio, se non con disprezzo?”.
Una difesa senza se e senza me del ministro della Giustizia arriva invece da Renato Schifani, neoarruolato nel Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano: “No, non credo debba dimettersi”, ha detto a SkyTg24, ospite di Maria Latella. “La stimo. Ho fatto un intervento convinto in Aula, non mi pare che abbia compiuto fatti che abbiano rilevanza penale, ma su questo aspettiamo i magistrati, ha operato e sta operando con coraggio”.
”Se si andra a votare la mozione sfiducia al ministro Cancellieri il Pd dovrà prendere posizione, ma anche se passa la mozione perché deve cadere il governo? Il governo deve stare in piedi non su alchimie, ma per fare le cose che deve fare”. Così Matteo Renzi, a ‘Che tempo che fà, in onda su Rai3.
IL NOSTRO COMMENTO: Bravo Pippo Civati! Hai tutto il Ns plauso e appoggio! Ogni tanto bisogna tirar fuori le palle (Certo, per quelli che ce l’hanno!) Da ieri circola “l’ipotesi che Annamaria Cancellieri potrebbe entrare nell’inchiesta torinese in veste di indagata per avere omesso dettagli importanti nelle sue dichiarazioni ai pm.” Ma insomma! E’ una vera vergogna per l’Italia che ancora la Cancellieri stia a fare il Ministro. Se Letta e coloro i quali lo seguono nel PD in questa triste vicenda non hanno i co....per chiedere alla Cancellieri di dimettersi che vadano via dal PD. Non è più concepibile che si giochi a prendere per il culo gli Italiani facendo i soliti giochetti di piccola politica pseudo democristiana da strapazzo. L’Italia ha bisogno di chiarezza che, in atto, pare non ci sia. Anche se Noi non siamo del PD invitiamo Renzi e Civati a rottamare il più possibile.