Riforme, doppio stop per il governo Renzi: Franchi tiratori? (31.07-2014)
«Stiamo mettendo fine ad anni di bicameralismo perfetto»: interviene anche Renzi- dalla direzione del Pd- nel corso di questa convulsa giornata in cui il ddl delle Riforme è in discussione al Senato: dopo quattro giorni è stato approvato solo l’articolo 1 del testo, non senza qualche intoppo. Nel pomeriggio i lavori sono stati sospesi per oltre due ore dopo le proteste dei capigruppo di opposizione, e il presidente Pietro Grasso ha
minacciato di far intervenire i commessi per cacciar via quanti «fanno gazzarra». E qualche ora prima la maggioranza è andata sotto nella votazione ad un emendamento presentato dalla Lega, mentre in commissione Giustizia un altro emendamento al decreto carceri è passato grazie all’appoggio di alcuni senatori della maggioranza. Ma Renzi ribadisce la sua volontà di resistere ai ricatti, di nessun genere: né quelli «della tecnocrazia e burocrazia», ma neanche quelli politici: «Vinceremo le elezioni regionali anche senza Sel - ha detto Renzi - perché non abbiamo bisogno di esser ricattati sulla base dei voti. Se uno mi accusa di aver stuprato la Costituzione e di essere l’emblema della deriva autoritaria, io un’alleanza non ce la farei». Dunque, marcia dritta sulla riforma del Senato, che è «straordinariamente importante e storica». E a chi accusa il Pd di svolta autoritaria, Renzi replica: «Noi abbiamo e avremo uno stile sulle riforme, che non è evitare il canguro, ma la lumaca: le riforme non devono diventare l’ennesima discussione su cui stare anni e anni, noi abbiamo voglia di cambiare» la Carta «assieme ai cittadini».
Renzi: «Non è remake dei 101, ma lascia amaro in bocca»
Il premier si sofferma pure sui “dissidenti” che hanno appoggiato la minoranza in Aula: «Non è il remake dei 101», assicura, riferendosi ai parlamentari che affossarono l’elezione di Prodi al Quirinale. «Ma lasciano l’amaro in bocca, perché non hanno avuto coraggio, rifugiandosi nel voto segreto:noi il dissenso l’abbiamo valorizzato nelle assemblee, in sede di dibattito, alla luce del sole». A conferma, ribadisce quanto detto già ieri, e cioè la possibilità che anche l’Italicum, alla luce del dibattito, venga modificato in Senato: «Qualora ce ne fosse la possibilità, davanti all’ipotesi di introdurre le preferenze credo che il Pd dovrebbe tornare indietro rispetto alla posizione che ha tenuto fin qui». Infine, a chi parla di «accordo segreto» con Berlusconi, Renzi risponde: «Il Patto nazareno è un atto parlamentare, può piacere o no, si può cambiare o no». E proprio mentre l’ex sindaco parlava ai suoi, in Aula scoppiava la bagarre: «Libertà libertà libertà», intonavano i senatori della Lega e del Movimento criticando le decisioni del presidente Grasso, ha sospeso la seduta per alcuni minuti. Quando l’ha riaperta il coro è ripartito.
La maggioranza sotto
I momenti di tensione non sono comunque mancati neanche oggi, dopo una giornata segnata dalla polemica sul canguro. Il momento più delicato c’è stato quando il governo è stato battuto in Senato su un emendamento della Lega durante la discussione del ddl riforme. L’Aula con 154 voti a favore, 147 contrari e 2 astenuti ha approvato a scrutinio segreto l’emendamento 1.1979 a firma del senatore della Lega Stefano Candiani che conferisce anche al nuovo Senato la competenza legislativa su materie «eticamente sensibili» come diritti civili, famiglia e matrimonio. L’esecutivo di Matteo Renzi va sotto di sette voti (154 a favore dell’emendamento, 147 contrari e due astenuti) e non manca chi, tra gli stessi Dem, cita «la carica dei 101» del Pd che lo scorso anno contravvennero alle indicazioni ufficiali del partito e affossarono l’elezione di Romano Prodi alla presidenza della Repubblica. A loro risponde a distanza Renzi dal Pd. Nessun commento invece da parte del ministro Maria Elena Boschi che è rimasta in Aula dopo la votazione.Il «colpo» non si è ripetuto per il secondo emendamento Candiani, sul quale si temevano nuove imboscate, e che proponeva la riduzione a 500 del numero dei deputati: il voto palese, deciso dal presidente Grasso tra le urle dai banchi dell’opposizione, ha sventato il secondo scossone (i no sono stati 194, 72 i si e 3 le astensioni).
Il voto segreto voluto da 89 senatori
Prima del voto in Aula c’è stato un acceso dibattito sull’opportunità del voto segreto sull’emendamento che ha messo sotto il governo. In particolare, il senatore del Pd Luigi Zanda ha duramente attaccato il presidente del Senato Pietro Grasso che ha difeso la sua scelta appellandosi al rispetto del regolamento. «Non ci sono i motivi per tornare in giunta per il regolamento, ma chiedo che ci siano almeno 20 richiedenti per ottenere il voto segreto», ha detto Grasso. La richiesta del voto segreto è stata avanzata da 89 senatori. L’emendamento aveva ricevuto i pareri contrari della relatrice di maggioranza Anna Finocchiaro e del ministro delle Riforme Maria Elena Boschi. Favorevole quello dell’altro relatore Roberto Calderoli. Poco prima del voto il senatore del Pd Felice Casson aveva richiesto di poter sottoscrivere l’emendamento leghista.
Caccia ai franchi tiratori
Nella maggioranza è già caccia ai «franchi tiratori»: si cerca chi ha tradito nel segreto dell’urna. Una ricerca difficile. Nel Pd, intanto, gli occhi sono puntati su quei senatori che hanno pubblicamente espresso le proprie perplessità sulla riforma. Felice Casson in Aula ha annunciato il proprio sostegno all’emendamento, aggiungendo la propria firma al testo, ma è l’unico che ci ha messo la faccia.
Aula divisa
E’ infuriata subito la polemica. L’europarlamentare Pd Pina Picierno interviene con un tweet: «A volte ritornano. La ricarica dei 101», con l’evidente riferimento ai 101 che affossarono l’elezione di Prodi al Quirinale. Le fa eco da Roma il compagno di partito Davide Faraone, membro della segreteria, con un alto tweet: «Si conferma la legislatura dei 101. Ma noi siamo più determinati. Serenamente andiamo avanti», mentre Ivan Scalfarotto, sottosegretario alle Riforme, a sua volta affida al social il suo disappunto: «La norma votata dal Senato non intacca la riforma, ma crea danno alle battaglie per i diritti civili, costrette al pantano bicameralista». Il presidente della Camera Boldrini invita «all’apertura. Si tratta di una riforma tormentata come è normale e giusto che sia, ci sono passaggi delicati». Nel frattempo, Luigi Di Maio, il vicepresidente della Camera di M5S, se la prende con Grasso, sul blog di Beppe Grillo: «Presidente, in questi giorni in Senato l’ho vista abdicare totalmente al Suo ruolo istituzionale di padre del dibattito parlamentare, che esiste in qualsiasi ordinamento democratico. Ieri ho visto Piero Grasso trincerarsi dietro il voto dell’Aula per non assumersi alcuna responsabilità».
Seduta sospesa
Continua la bagarre in aula anche in nottata, qualcuno chiede di sospendere la seduta. Alle 22.30 non si riesce ad andare avanti. «Sospendiamo l’aula, mi si dice che qualcuno si è fatto male, sarete responsabili anche di questo. L’aula è sospesa», ha detto il presidente Grasso. A ferirsi la senatrice Laura Bianconi, di Ncd, rimasta colpita durante i tumulti nell’Aula del Senato. Si sospetta una lussazione alla spalla e la parlamentare è stata condotta in Ospedale. Mentre il senatore della Lega, Nunziante Consilio, ha avuto un malore ed è stato portato in infermeria. Aspro il commento di Grasso per l’accaduto che ha annunciato sanzioni per il comportamento in aula: «Quanto avvenuto in aula oggi è un fatto molto grave. È un colpo drammatico alla credibilità del Senato».
IL NOSTRO COMMENTO: Che spettacolo desolante che offre il Senato ai propri cittadini! Caro Presidente Renzi è mai possibile che non riusciate ad individuare chi siano nel Vs partito i “franchi tiratori” e buttarli fuori a calci nel sedere? I Vs veri nemici sono proprio loro. Mandateli via. E’ gente vigliacca che si nasconde dietro il voto segreto per colpire alle spalle. Vanno individuati e rimossi immediatamente. L’alternativa sarebbe battersi per il voto palese. E’ un modo quanto meno per evitare di nuocere. Dovete fare pulizia nel PD. E’ uno schifo ! Se non rimuovete IMMEDIATAMENTE questa gentaglia finirete come i Cd “Carmelitani scalzi e con le pezze al culo!” NESSUNO VI VOTERA’ . Presidente Renzi si dia una mossa!