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Brexit, Gb fuori da Ue

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Brexit, Gb fuori da Ue. Farage: "È Independence Day". Cameron: "Mi dimetto". Tracollo Borse

di PIERA MATTEUCCI (23-06-2016)

Fonte e link: http://www.repubblica.it/esteri/2016/06/24/news/brexit_gran_bretagna_in_out-142697042/

Dopo una notte di serrato testa a testa, ha vinto il Leave sul Remain. Crolla la sterlina, segnando i minimi dal 1985. Il leader dell'Ukip chiede le immediate dimissioni del premier. Parte l'effetto domino, Geert Wilders vuole consultazione per l'Olanda. Salvini: "Ora tocca a noi". Riunione straordinaria a Palazzo Chigi con Renzi, Visco e Padoan

LONDRA - È stato un testa a testa costante, con continui ribaltamenti di fronte: alla fine ha vinto il Leave sul Remain e la Gran Bretagna è fuori dalla Ue. Il premier britanico, David Cameron, ha annunciato le sue dimissioni: rimarrà a Downing Street altri tre mesi, ma poi è necessario che per la guida dei negoziati con l'Ue ci sia una nuova leadership.

Alta l'affluenza alle urne: ha votato il 72,2% dei cittadini. Il voto, oltre a far precipitare il Regno Unito nell'incertezza, rappresenta la sconfitta più netta per i fautori di una maggiore integrazione europea dopo la Seconda Guerra Mondiale e rischia di innescare un effetto domino in altri Paesi.

Uno dei timori più grandi è l'effetto domino che il risultato potrebbe innescare, anche se, secondo il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, "non ci sarà alcuna reazione a catena. Non credo che altri Paesi saranno incoraggiati a percorrere questa strada pericolosa". Schulz ha sentito la cancelliera Merkel, come ha fatto anche il presidente del Consiglio, Matteo Renzi. "Se devo dare un nome all'Europa, voglio chiamarla 'casa' - ha detto Renzi". E assicura: "È un giorno non facile, ma l'Europa ha dimostrato di saper superare le difficoltà, l'Italia farà la sua parte".

Il presidente Usa, Barack Obama, è stato costantemente informato dell'esito della consultazione durante lo spoglio e in giornata parlerà con David Cameron. "Il popolo britannico ha parlato", ha detto Obama, auspicando che i negoziati che si apriranno tra Regno Unito e Unione europea "assicurino stabilità, sicurezza, prosperità per l'Europa, la Gran Bretagna, l'Irlanda del Nord e per tutto il mondo". "Avrei preferito un risultato differente, ma rispetto pienamente la decisione presa", è stato il commento del vicepresidente Usa, Joe Biden. E la Federal Reserve ha fatto sapere di essere "pronta, se necessario, a fornire liquidità in dollari attraverso i canali esistenti con le banche centrali, per affrontare le pressioni sui mercati globali" esercitati dalla Brexit. Pressioni che "potrebbero avere conseguenze avverse per l'economia americana", si legge in una nota della banca centrale statunitense.

"Il risultato del referendum in Gran Bretagna avrà senz'altro conseguenze per il mondo e per la Russia", ha detto Vladimir Putin commentando da Tashkent il Brexit. Lo riporta Interfax. Secondo il presidente il risultato "mostra il malcontento per lo stato della sicurezza e la mancanza di appetito per sovvenzionare altre economie". Putin ha sottolineato che "la Russia non ha mai interferito, non sta interferendo e non interferirà nella scelta della Gran Bretagna" e ha poi definito le parole di Cameron secondo cui la Brexit avrebbe fatto "felice" il presidente russo come un "tentativo scorretto di influenzare l'opinione pubblica" e "manifestazione di un basso livello di cultura politica".

Girandola di incontri. Un altro rischio a cui è inevitabile pensare è quello dell'unità europea, ma il presidente del Consiglio Ue, Donald Tusk, ha dichiarato che la Ue è "determinata a mantenere la sua unità a 27" e ha sottolineato che fino a quando la Gran Bretagna non lascia, vengono formalmente applicate le norme Ue. Il presidente ha annunciato un incontro informale a "margine del Consiglio Europeo (del 28-29 giugno, ndr) e proporrò anche di cominciare un'ampia riflessione su futuro della nostra Unione". Ricca l'agenda per gli incontri che Tusk avrà nei prossimi giorni con i leader europei. Intanto lunedì Hollande incontrerà a Berlino Merkel e Renzi.

Si è tenuta in tarda mattinata una riunione telefonica tra i ministri delle finanze del G7 per esaminare la situazione economica e finanziaria alla luce dei risultati sul referendum. I ministri finanziari "riconoscono che la volatilità dei mercati può avere implicazioni per la stabilità economica e finanziaria ma ricordano che le banche centrali stanno assicurando ai mercati la liquidità necessaria a favorirne il regolare funzionamento", riferisce una nota dei ministri del G7 che precisano di "conservare la propria unità e la capacità di cooperare per la stabilità finanziaria".

"Esortiamo le autorità di Regno Unito ed Europa a lavorare in maniera cooperativa per assicurare una transizione morbida verso una nuova relazione economica tra Gb e Ue, chiarificando inoltre le procedure e gli obiettivi generali che guideranno il processo", è l'appello del direttore generale del Fondo Monetario Internazionale, Christine Lagarde. "Continueremo a monitorare gli sviluppi da vicino e siamo pronti a sostenere i nostri membri se necessario", ha aggiunto.

Crollano i mercati. Profondamente scossi i mercati finanziari, che alla vigilia, si erano posizionati per una vittoria del fronte pro-Ue mentre a spoglio ormai quasi completato, i voti favorevoli all'uscita si attestano al 51,8%, contro i 48,2% di preferenze per restare. Chiusura da incubo per la Borsa di Milano, con l'indice Ftse Mib che perde il 12,48% a 15.723,81 punti, bruciando 61 miliardi di euro, la maggiore perdita da quando è possibile ricostruirne a ritroso l'andamento, dal 1994, peggio anche del post crac Lehman il Ftse Mib del 2008 e del post 11 settembre 2001. Intanto affonda il prezzo del petrolio a New York: un barile viene scambiato a 47,54 dolllari (-5,13%). Wall Street apre col Dow Jones che perde il 2,33% e il Nasdaq il 3,90%. In profondo rosso anche l'indice S&P500 che cede il 2,33%. Londra chiude riducendo le perdite al meno 2,76 per cento dell'indice Ftse 100.

La gioia di Farage. Grande la gioia di quanti hanno spinto per l'uscita dalla Ue: "Ora potremmo cantare il nostro inno senza che Bruxelles ci dica che è sbagliato", ha detto il leader dell'Ukip, Nigel Farage commentando la vittoria le Leave. È "una vittoria della gente vera, una vittoria della gente ordinaria, una vittoria della gente per bene. Abbiamo lottato contro le multinazionali, le grandi banche, le bugie, i grandi partiti, la corruzione e l'inganno", ha detto Farage, che ha definito il 23 giugno come l'Independence Day della Gran Bretagna. "Il premier David Cameron si deve dimettere immediatamente", aveva detto subito dopo i dati definitivi. E non ha dovuto attendere troppo per avere una risposta.

Cameron si dimette. Le voci che il premier potesse lasciare subito l'incarico, infatti, si sono fatte più consistenti man mano che il voto si definiva. E, nonostante il ministro degli esteri di Londra, Philip Hammond, avesse detto che il premier avrebbe continuato il suo lavoro per garantire stabilità, Cameron ha annunciato che lascerà il suo incarico: "Ci dovrà essere un nuovo primo ministro eletto a ottobre", ha detto in conferenza stampa.

La decisione del primo ministro è arrivata un po' a sorpresa, dopo che anche tra i Tories, ottantaquattro deputati conservatori schieratisi a favore della Brexit hanno firmato una lettera in cui hanno chiesto al primo ministro di rimanere al suo posto qualunque fosse stato l'esito del voto: tra i firmatari vi sono anche l'ex sindaco di Londra, Boris Johnson e il ministro della giustizia Michael Gove. "Sono dispiaciuto per le dimissioni di David Cameron da premier, lo considero uno straordinario politico", ha detto Johnson, oggetto stamani di una contestazione.

Crolla la sterlina. La sterlina accusa il colpo, ampliando le perdite sul dollaro a 1,33. Solo ieri sera era a 1,50 dollari, grazie ai sondaggi che prevedevano un vittoria del campo favorevole alla permanenza nella Ue. La moneta inglese ha segnato i minimi dal 1985: è il calo più forte di sempre.

Riunioni d'urgenza. Il presidente della Commissione Europea, Jean Claude Juncker, nella notte ha seguito dalla sua abitazione a Bruxelles lo spoglio del referendum britannico e ha convocato un vertice dei presidenti delle tre istituzioni europee con il premier olandese Mark Rutte, titolare della presidenza di turno della Ue. "Il popolo britannico con un processo libero e democratico ha espresso la volontà di lasciare l'Unione europea. Siamo dispiaciuti, ma lo rispettiamo. Questa è una situazione senza precedenti, ma siamo uniti nella nostra risposta", si legge nella nota dell'incontro. "Ci aspettiamo che il governo del Regno Unito dia effetto alla decisione del popolo britannico al più presto possibile, per quanto doloroso il processo potrà essere il processo". Nella dichiarazione è specificato che l'accordo raggiunto dal premier David Cameron con la Ue nel vertice del 19 febbraio scorso con le concessioni per lo 'statuto speciale' del Regno Unito "non entrerà in vigore e cessa di esistere".

Secondo una fonte del Parlamento europeo Juncker potrebbe nominare un commissario per elaborare l'uscita del Regno Unito dall'Unione europea a metà ottobre. "Si prevede che la richiesta per l'uscita del Regno Unito dall'Ue potrebbe essere presentata a metà ottobre. Sarà probabilmente fatta dal nuovo primo ministro del Regno Unito. Juncker dovrebbe nominare un commissario europeo per elaborare il dopo-Brexit", ha detto la fonte, aggiungendo che l'articolo 50 del Trattato Ue prevede una procedura di due anni per il "divorzio".

La Ue riunisce nel pomeriggio un vertice dei ministri degli Esteri, al quale partecipa Paolo Gentiloni, per analizzare il voto britannico. "Ora cominciamo il lavoro per avviare nuove relazioni con gli amici e gli alleati (europei, ndr), la Gran Bretagna resta impegnata a cercare la sicurezza e la prosperità di tutta la Ue, vogliamo continuare ad avere una relazione stretta", ha detto il sottosegretario britannico per gli affari esteri, David Lidington, entrando alla riunione. Lidington ha precisato che il lavoro di negoziato comincerà quando ci sarà un nuovo premier, e sarà condotto con "spirito di buona volontà".

Ma non è l'unica riunione: il presidente Francois Hollande ha convocato un incontro all'Eliseo con il premier Manuel Valls e i principali ministri del governo. Riunione straordinaria a Palazzo Chigi con Matteo Renzi e Visco. "Dobbiamo cambiarla per renderla più umana e più giusta. Ma l'Europa è la nostra casa, è il nostro futuro", ha twittato il presidente del Consiglio italiano. Anche la cancelliera tedesca, Angela Merkel, ha convocato i partiti e i capigruppo parlamentari del Bundestag per un confronto sull'esito del referendum. Inoltre, il ministro degli esteri tedesco Frank- Walter Steinmeier invita i suoi omologhi degli stati fondatori dell'Ue per consultazioni a Berlino sabato mattina. Qui, Francia e Germania presenteranno un documento comune, già pronto, sul futuro della Ue.

Rinviata presidenza Pd. Ci sono anche appuntamenti che saltano: il Pd, che aveva programmato per oggi pomeriggio la riunione della direzione, ha deciso di rinviare l'incontro alla prossima settimana, dopo l'esito del referendum. "La direzione nazionale del Pd, prevista per oggi giovedì 24 giugno - si legge in un comunicato ufficiale del partito - viene rinviata alla prossima settimana a causa del risultato del referendum inglese. A breve seguiranno nuove indicazioni per la riconvocazione della Direzione".

Scozia in controtendenza vuole restare nella Ue. La Scozia si è mossa in controtendenza con il resto del Regno Unito, esprimendosi per restare nell'Unione europea. Lo ha sottolineato il primo ministro scozzese Nicola Sturgeon. "La Scozia ha consegnato un voto chiaro, senza equivoci, per la permanenza nella Ue. Il popolo scozzese vede il suo futuro nell'Unione europea" ha detto Sturgeon, che da tempo solleva l'ipotesi di un nuovo referendum sull'indipendenza scozzese in caso di Brexit. "Aspettiamo il risultato nazionale, ma la Scozia ha parlato, e parlato chiaro" ha detto Sturgeon, che vuole subito un referendum per uscire dal Regno Unito.

Sindaco Londra: "Europei benvenuti". Il sindaco di Londra, Sadiq Khan, ha rassicurato il milione di cittadini europei che vivono nella capitale britannica : "Siete i benvenuti qui": L'esponente laburista ha anche rassicurato sul fatto che la metropoli continuerà ad essere prospera e aperta agli investitori.

Effetto domino. L'esito del voto fa scattare, come si temeva, l'effetto domino. Il primo segnale arriva dall'Olanda. "Hurrah per i britannici. Ora è il nostro turno. È tempo per un referendum olandese", ha scritto il leader degli euroscettici olandesi, Geert Wilders esulta su Twitter, prefigurando una Nexit dopo la Brexit. Anche dalla Francia arriva la reazione: "Vittoria della libertà! Come chiedo da anni ora serve lo stesso referendum in Francia e nei Paesi dell'Ue": scrive la leader del Front National, Marine Le Pen, che assicura che, se il suo partito vincerà, sarà subito avviata la procedura per il referendum Frexit. .

Dall'Italia, poi, arriva la gioia di Matteo Salvini: "Evviva il coraggio dei liberi cittadini! Cuore, testa e orgoglio battono bugie, minacce e ricatti. GRAZIE UK, ora tocca a noi". Anche Donald Trump, il candidato repubblicano alla Casa Bianca, è entusiasta del risultato del referendum: "È una grande notizia" che i britannici si siano "ripresi il loro Paese".

"Il Leave del Regno Unito sancisce il fallimento delle politiche comunitarie volte all'austerità e all'egoismo degli Stati membri, incapaci di essere una comunità", scrive il M5s sul blog di Beppe Grillo dove si enfatizza lo strumento referendario. "Vogliamo un'Europa che sia una 'comunità' e non un'unione di banche e lobby. Ora la parola ai cittadini", aggiunge il post intitolato, "O l'Europa cambia o muore".

Le reazioni. La prima reazione al voto inglese è stata del vice cancelliere tedesco Sigmar Gabriel: "Maledizione, un brutto giorno per l'Europa" ha twittato. "L'Europa dovrà adesso rimanere unita, insieme dobbiamo tirare fuori il meglio dalla decisione dei nostri amici britannici", ha detto poi il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, che ha dichiarato di essere in stretto contatto con i suoi colleghi del G7 (Usa, Francia, Italia, Regno Unito, Canada e Giappone). Quello di oggi è un "taglio netto" per l'Europa, ha commentato la cancelliera tedesca Angela Merkel. Ma avverte che ora serve un'analisi "calma e composta" dell'esito del referendum.

"Rispettiamo e ci rammarichiamo della decisione degli elettori britannici. Questa provoca gravi danni a entrambe le parti", ha detto su Twitter il presidente del partito Popolare europeo (Ppe) al Parlamento europeo, Manfred Weber. "Non ci può essere nessun trattamento speciale per il Regno Unito", ha ribadito Weber, e quindi "i negoziati di uscita devono concludersi entro due anni".

Il premier belga Charles Michel ha chiesto di convocare al più presto un 'conclave' senza la Gran Bretagna. "Per 40 anni la relazione tra la Gran Bretagna e l'Ue è stata ambigua, ora è chiara. La volontà degli elettori deve essere rispettata. Ora c'è bisogno di un negoziato chiaro e veloce per l'uscita" della Gran Bretagna dall'Ue, ha scritto sempre sul sociale il presidente dell'Europarlamento Martin Schulz.

Anche il premier spagnolo Mariano Rajoy ha accolto "con tristezza" la vittoria del 'si' al referendum. In una breve dichiarazione il capo del governo di Madrid ha però raccomandato agli spagnoli "serenità e tranquillità" davanti alla decisione britannica.

Per la candidata alla nomination democratica per la Casa Bianca Hillary Clinton l'esito del referendum sulla Brexit "mette in evidenza ancor di più la necessità di una leadership salda, stabile e di esperienza alla Casa Bianca per proteggere il portafoglio e i mezzi di sostentamento degli americani".

Per Donald Trump il presidente americano Barack Obama "potrebbe aver causato" l'esito del referendum sulla Brexit, se non fosse intervenuto a favore del fronte favorevole alla permanenza nell'Unione europea "le cose sarebbero forse andate diversamente". Il magnate newyorkese ha anche elogiato il premier britannico David Cameron per la decisione di dimettersi, affermando che "probabilmente ha fatto la cosa giusta" dopo aver appoggiato il fronte Remain sostenuto anche da Obama. Per Trump, l'ex sindaco di Londra Boris Johson che ha guidato il fronte Leave sarà un buon sostituto di Cameron, perché "ha avuto ragione quindi è in vantaggio".

"Grande dispiacere per il risultato Brexit. Ora è il momento della coesione, l'Ue dovrà reagire al momento difficile rafforzandosi", è stato il commento del presidente del Senato italiano, Pietro Grasso.

C'è anche chi non vuole commentare Brexit, ritenendola un fatto interno alla Gran Bretagna: è il caso della Russia il cui ministro degli Esteri, Serghei Lavrov, ha risposto a chi chiedeva un commento: "Non ho un'istruzione medica quindi non commento i casi medici".

Per Silvio Berlusconi la decisione del popolo britannico "conferma le ragioni del grido d'allarme che per primi avevamo lanciato fin dal 2011, nell'incomprensione generale, sul progressivo distacco fra questa Unione Europea e le ragioni, gli interessi, le passioni dei popoli che la compongono" si legge in una nota dell'ex Cavaliere. "L'Europa non e' riuscita ad essere quello che doveva e poteva essere. Il più bel sogno della nostra generazione sta fallendo sotto i nostri occhi. È urgente ricostruire l'Europa come comunità politica basata su valori condivisi, prima che economica o burocratica, vissuta dagli europei come la loro patria e non più come un'imposizione o una fastidiosa necessità. Ed occorre farlo rivedendo al più presto i trattati europei laddove essi si sono dimostrati inefficaci o dannosi. Proporrò quindi al PPE un congresso straordinario per lanciare un manifesto di rifondazione dell'Unione Europea, fondata su un metodo nuovo, che parta dal basso, dalla condivisione, dalla partecipazione, dalla sussidiarietà. Un'Europa come sarebbe piaciuta a Adenauer, a Schuman e a De Gasperi, spazio di libertà, di valori condivisi, di forti radici comuni, con una comune politica estera e di difesa".

Nessun cambiamento immediato. Cosa cambia ora, si chiedono in molti. E, soprattutto, cosa cambia per gli italiani nel Regno Unito? Al momento, assicura l'ambasciata italiana a Londra, che ha ricordato anche le dichiarazioni di David Cameron, nulla. "La situazione dei cittadini dei Paesi membri dell'Unione europea nel Regno Unito non cambia nell'immediato, almeno per i prossimi due anni". La rappresentanza italiana ha anche sottolineato le parole del ministro Paolo Gentiloni che "ha dichiarato che il governo italiano veglierà sul rispetto dei diritti acquisiti dei cittadini italiani tanto nell'immediato quanto nei futuri negoziati per l'uscita del Regno Unito dall'Unione europea".

I funzionari britannici dell'Unione saranno tutelati. I presidenti della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, e del Parlamento europeo, Martin Schulz, hanno inviato un messaggio agli oltre mille funzionari britannici nelle istituzioni comunitarie, promettendo che difenderanno i loro interessi nelle negoziazioni legate all'Uscita del Regno Unito dall'Unione europea. In una lettera in inglese, francese e tedesco, Juncker spiega ai lavoratori britannici che sono "funzionari dell'Unione" e che, come tali, "la porta non si chiude" per loro, saranno sostenuti nel "difficile processo" che inizia dopo il risultato del referendum.

IL NOSTRO COMMENTO: Siamo veramente contenti di aver sbagliato le Ns previsioni. Noi pensavamo che l'Inghilterra votasse per rimanere in Europa. Invece così non è stato! Meglio! Ci auguriamo che questo sia l'inizio di una lunga serie di uscite da questa Europa fallimentare sotto ogni punto di vista. Complimenti ed auguri al popolo inglese!

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