Ecco a voi il lodo Fini-Matteoli
Di Marco Travaglio
Il 28 ottobre, anniversario della marcia su Roma, il governo s’è presentato alla Camera in formazione inedita: al completo. C’era da salvare il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli, imputato a Livorno di favoreggiamento per aver avvertito nel 2004 (quand’era all’Ambiente) il prefetto dell’indagine e delle intercettazioni a suo carico per uno scandalo di abusi edilizi.
Ma la legge costituzionale 16.1.1989 n.1 parla chiaro: il Parlamento “può negare l'autorizzazione a procedere” solo se il ministro inquisito “ha agito per la tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante ovvero per il perseguimento di un preminente interesse pubblico nell'esercizio della funzione di governo”. Nessuna delle due ipotesi ricorreva nel caso Matteoli: salvo ammettere che il favoreggiamento rientra nell’”interesse pubblico”. Infatti Matteoli ha dovuto negare di averlo commesso e la Camera s’è associata. Ma spetta al tribunale accertare se il ministro - come dice l’accusa - chiamò il prefetto per avvertirlo delle indagini o - come sostiene lui - per parlare di incendi. E poi: come si fa a dichiarare “ministeriale” un reato che si ritiene inesistente? Si rischia di violare, oltre alla legge, anche la logica. Ma la Camera se n’è infischiata e ha emesso la sua sentenza. Si è sostituita ai giudici. E ha ripristinato per i ministri l’autorizzazione a procedere abolita nel 1993 per i parlamentari. Ciò che non è riuscito a Berlusconi è riuscito a Matteoli. Nulla da dichiarare, presidente Fini?
NOSTRO COMMENTO: Anche Noi ci associamo alla richiesta di Travaglio al Presidente Fini che in apparenza su molte tematiche appare critico e distante dall’azione Governativa ma, nei fatti, col silenzio, la asseconda. Come nel caso di specie. Sic!