I Craxiani sono peggio di Bettino
8 gennaio 2010 di Marco Travaglio
Tra le fumisterie politichesi che precedono il decennale della morte di Bettino Craxi, nessuno è ancora riuscito a dare una risposta sensata a una semplice domanda: perché bisognerebbe riabilitarlo? Secondo Piero Fassino, "al di là delle
Filippo Penati definisce Craxi "un grande statista", ma statista deriva da Stato: quanti Stati esistono in Italia, se uno condanna un corrotto e un altro lo celebra come statista? Bobo, figlio d'arte, parla di "pacificazione", ma non spiega chi dovrebbe far la pace con chi: le guardie con i ladri? I ladri con i derubati? Il ministro degli Esteri Franco Frattini andrà addirittura in pellegrinaggio ad Hammamet: è lo stesso Frattini che protesta perché qualcuno, in America, critica la condanna di Amanda Knox a Perugia. Ma come può un governo invocare il rispetto della giustizia italiana se i suoi ministri sono i primi a delegittimarla? Letizia Moratti paragona le condanne di Craxi a quelle di Garibaldi e Giordano Bruno, come se questi intascassero tangenti miliardarie su conti svizzeri. Paolo Franchi, sul 'Corriere della Sera', sostiene che Craxi non si assoggettò alla giustizia perché "erano tempi in cui non si facevano prigionieri". In realtà Craxi doveva finire in carcere per scontare due condanne definitive a 10 anni emesse da un regolare tribunale al termine di regolari processi.
Per Carlo Tognoli, pure lui pregiudicato, è ora di "riscrivere la storia" perché "è falso che la classe politica fosse totalmente corrotta". Ma che rubassero tutti lo disse proprio Craxi alla Camera: mentiva Craxi o mente Tognoli? Carlo Ripa di Meana definisce Craxi "un gigante fra i lillipuziani", mentre "Mani Pulite non portò alcuna redenzione": ma le indagini giudiziarie servono a punire chi commette reati, non a impedire che altri ne commettano. Ripa paragona Craxi a Kohl. Forse gli, sfugge che dieci anni fa il patriarca della Germania unita fu indagato per i fondi neri della Cdu, ammise di aver incassato 1 milione di euro in nero, si scusò in lacrime, lasciò la presidenza del partito, pagò 300 mila marchi per chiudere il suo processo, ipotecò la casa e raccolse 3 milioni di euro per risarcire la multa pagata a causa sua dalla Cdu. Due mesi fa la sua erede Angela Merkel l'ha escluso dalle celebrazioni per i 10 anni dalla caduta del muro di Berlino. A proposito di giganti e di nani.
NOSTRO COMMENTO: Caro Marco, a sentire di continuo queste assurdità, spesso mi chiedo se siamo Noi a ragionare male oppure il mondo in cui viviamo non ci appartiene più. Come si può fare a lodare Craxi? Addirittura la Moratti paragonerebbe le condanne di Craxi a quelle di Garibaldi e di Giordano Bruno? Basta! E’ troppo! Non ricorrete a certi mezzi per sottolineare che le condanne della Magistratura per Voi non significano nulla! Est modus in rebus!