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23 novembre 2024
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Un pasticcio all'Italiana: le scuse agli USA

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Facendo zapping su Internet ho trovato questo bell’articolo di Sandro Bugialli che peraltro condivido in toto e con l’occasione provo anche a rispondere ai tre interrogativi dell’articolista.

Haiti, Berlusconi, Bertolaso e le scuse agli Stati Uniti: un pasticcio all'italiana

Nell’incredibile telenovela della politica italiana, è entrato inaspettatamente (nel senso che da lui non ce lo saremmo mai aspettato) Guido Bertolaso, piccolo grande eroe della protezione civile di casa nostra.

Il quale a sorpresa, con una dichiarazione piuttosto forte sull’organizzazione degli aiuti ad Haiti (colpita come si sa da un terremoto che ha provato centinaia di migliaia di morti) ha creato un piccolo grande incidente diplomatico addirittura con gli Stati Uniti. Un incidente diplomatico che ha costretto Berlusconi in persona a chiedere scusa ai massimi rappresentanti americani.

Tutto chiaro fino ad ora, almeno spero. Quello che non tutti sanno però è che ad innescare la miccia delle polemiche era stato inizialmente proprio Berlusconi.

Ma andiamo per ordine e soprattutto andiamo a sfogliare alcune collezioni di giornali.

19 gennaio 2010, martedì.

Sono passati otto giorni dal devastante sisma che ha colpito l’isola caraibica (le scosse si sono verificate il martedì precedente alle 22.53, ora italiana). Port au Prince, la capitale, e alcuni sobborghi sono praticamente distrutti. Morti dappertutto, gente ancora sotto le macerie, i sopravvissuti stremati dalla fame, il mondo (con gli Stati Uniti in testa e l’Onu) si è mobilitato con uno sforzo enorme di aiuti ma sull’isola regna ancora il caos. E gli aiuti non riescono ad arrivare dove dovrebbero.

E’ a questo punto che Berlusconi dice: “Ad Haiti c’è una situazione veramente drammatica, ci dovrebbe essere un’autorità che coordini tutto, finora questo non è accaduto”. Parole critiche, parole dure del presidente che decide di inviare ad Haiti, oltre a vari aiuti e alla portaerei Cavour, il responsabile della protezione civile Bertolaso, l’uomo della provvidenza nel terremotato Abruzzo e e in tanti altri disastri naturali e non che via via colpiscono l’Italia.

E Bertolaso annuncia: “Andrò lì in punta di piedi, per vedere innanzi tutto come stanno lavorando i nostri uomini che in una situazione di caos sono riusciti ad organizzare un ospedale da campo già perfettamente funzionante. Incontrerò le Nazioni Unite e farò incontri bilaterali con altri Paesi impegnati sul luogo così da poter immaginare quale potrà essere un contributo davvero utile per la popolazione di Haiti da parte dell’Italia”.

(Nessuno l’ha scritto e nessuno l’ha detto: ma secondo molti Berlusconi, facendo quella dichiarazione che ha fatto e inviando ad Haiti Bertolaso, un personaggio già conosciuto ed apprezzato dai grandi della Terra in occasione del G8 all’Aquila devastata dal terremoto, pensava forse in cuor suo di poterlo mettere a capo di tutti gli aiuti in terra haitiana e ottenere un risultato davvero di prestigio per la propria leadership).

Le cose vanno come vanno, Bertolaso ad Haiti incontra, vede, organizza gli italiani ma di più non può fare. E si arriva così alla sua clamorosa esternazione.

24 gennaio, domenica

Il responsabile della protezione civile italiana, forse rimuginando in cuor suo le critiche parole del premier Berlusconi, afferma a proposito della situazione ad Haiti: “Ci sono enormi organizzazioni coinvolte e moltissimo da fare, ma la situazione è patetica e tutto si sarebbe potuto gestire molto meglio”. Ed ancora: “Si viene qui, si dà un po’ da mangiare, un po’ da bere e il problema è risolto. Gli Usa confondono l’intervento militare con l’emergenza. Troppe stellette e troppi show per la tv”.

A queste parole apriti cielo. A prendere subito le distanze dalle parole di Bertolaso è il ministro degli Esteri Frattini: “Che manchi un livello adeguato di coordinamento è una cosa che abbiamo rimarcato sin dai primi giorni. Ma questo non significa che l’Italia abbia alcuna intenzione di criticare gli sforzi degli Stati Uniti, che la Farnesina ha già definito imponenti, figuriamoci. Né si può francamente pensare che il pur bravissimo Bertolaso (ed ecco che si ritorna forse ai nascosti pensieri del Premier) sia andato ad Haiti con il ruolo di coordinatore del mondo. Sarebbe fare un torto a lui stesso innanzi tutto...”

25 gennaio, lunedì

Al segretario di Stato americano Hillary Clinton queste scuse fatte da Frattini non bastano e va giù dura: “Di fronte ad un grande disastro c’è sempre qualcuno pronto a fare come diciamo noi in America, un po’ di “monday morning quarterbacking”, chiacchiere da bar sport del lunedì, tanto per intenderci. Seguono altre scuse di Frattini che isolano ancora di più Bertolaso. Che replica stizzito: “Respingo l’ipotesi della reazione emotiva. Sono pagato per stare calmo ma anche per fare le cose per bene”.

E arriviamo finalmente alle battute finali.

26 gennaio, martedì.

Per placare l’ira e il dispiacere di Hillary Clinton (”profondamente colpita dalle critiche”) scende in campo addirittura il Capo del Governo. Berlusconi è costretto a definire gli Stati Uniti “determinanti” elogiandone il ruolo nelle operazioni di soccorso ma ha anche dovuto pubblicamente bacchettare il suo amico Bertolaso sostenendo che “sarebbe opportuno evitare dichiarazioni che possano involontariamente innescare polemiche”

Fine, almeno momentanea, della telenovela. Tre domande per finire.

1) Chi ha cominciato ad innescare la polemica sostenendo che nella gestione degli aiuti ad Haiti non funzionava niente di niente?

2) Chi ha mandato Bertolaso ad Haiti come se potesse essere il salvatore del mondo?

3) Perché dobbiamo sempre farci riconoscere anche in situazioni così drammatiche?

NOSTRO COMMENTO agli interrogativi di Sandro Bugialli: In Italia si è talmente abituati ad esaltarsi ed a pavoneggiarsi anche quando si compie modestamente il proprio dovere che si perde il senso della misura. Questa abnorme esaltazione del proprio IO (che, a Nostro modesto avviso, altro non è che un indice di un manifesto complesso di inferiorità) porta come conseguente corollario la necessita di esaltarsi convincendosi di essere bravi, belli ed intelligenti e, soprattutto, esenti da errori. Tutto ciò porta inevitabilmente a cozzare la sensibilità altrui ed a criticare, anche quando non è necessario, chi, invece, compie il proprio dovere in silenzio, con capacità e competenza e senza esaltarsi. Ben ha fatto la Clinton a pretendere le scuse dal Nostro Premier. Ormai siamo così abituati a fare cattive figure all’estero che una più una meno non conta nulla. Tanto ci conoscono! Viva l'Italia!

 

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