Bersani: ''Il Pd è in piedi ma ora dobbiamo accelerare per un'alternativa credibile''
Fonte: http://www.adnkronos.com
Roma - (Adnkronos) - Il segretario democratico in una lettera a tutti i coordinatori dei circoli: "Sentiamo forte in queste ore la delusione per avere perso la guida di alcune regioni ma si apre anche uno spazio per il nostro lavoro''. Inoltre, ''va rimarcato che per la prima volta dopo molto tempo si è verificato un arretramento consistente dei consensi del Pdl''
"Sentiamo forte in queste ore la delusione per avere perso la guida di alcune regioni, e il Lazio e il Piemonte per una manciata di voti - dice il segretario del Pd - La delusione è solo in parte attenuata dal fatto che abbiamo conquistato comunque la presidenza di sette tra le tredici regioni in palio: un risultato certamente non scontato alla luce dei rapporti di forza che si sono determinati nelle elezioni più recenti, tenendo conto che le elezioni regionali del 2005 si erano svolte dentro un altro universo politico".
"Va rimarcato che per la prima volta dopo molto tempo, nel voto di domenica e lunedì scorsi si è verificato un arretramento consistente dei consensi del Popolo della libertà, solo in parte compensato dalla crescita della Lega - spiega Bersani - le distanze tra il campo del centrodestra e il campo del centrosinistra sono oggi sensibilmente inferiori rispetto a un anno fa, e quindi pur dentro a elementi di delusione si apre uno spazio per il nostro impegno e per il nostro lavoro".
Tuttavia - chiarisce il leader dei democratici - dal voto emergono chiaramente alcuni problemi di fondo nel rapporto tra i cittadini italiani e la politica: c'è una disaffezione crescente, che si manifesta come distacco e radicalizzazione, verso una politica che gli elettori percepiscono come lontana dai loro problemi. Una crisi sociale ed economica pesante fa sentire ogni giorno le sue conseguenze sulla vita dei cittadini, senza che dal governo arrivino risposte adeguate alla gravità dei problemi. Il principale responsabile di questa situazione è il presidente del Consiglio; ma è una situazione che interroga anche noi".
Per Bersani, "la possibilità di cambiare il corso delle cose è legata alla nostra capacità di offrire un'alternativa positiva e credibile, di dare un'altra possibilità agli italiani. Adesso dobbiamo accelerare. Da qui dobbiamo ripartire mettendoci al lavoro per rafforzare il nostro progetto e per dare radicamento a un Partito democratico concepito come una grande forza popolare, presente con continuità ovunque la gente vive e lavora e capace di offrire proposte che abbiano un contenuto sempre più visibile e coerente".
Secondo il segretario del Pd, "diversamente, i rischi non solo di disaffezione dell'elettorato ma anche di radicalizzazione e di frammentazione impotente, non potrebbero che diventare più gravi. Dobbiamo servire il Paese raffigurandoci come un partito fondato sul lavoro, il partito della Costituzione, il partito di una nuova unità della nazione".
Bersani sottolinea che "il Partito democratico è il partito di una nuova centralità e dignità del lavoro dipendente, autonomo, imprenditoriale e della valorizzazione del suo ruolo nella costruzione del futuro del Paese. E' il partito che non accetta che il consenso venga prima delle regole e lavora per istituzioni più moderne rifiutando la chiave populista. E' il partito che dà una risposta innovativa al tema delle autonomie nel quadro di una rinnovata unità nazionale. Avvieremo insieme un grande piano di lavoro incardinato su questi obiettivi".
Nella conclusione della lettera, si legge: "E' evidente in questo l'importanza del ruolo dei circoli come punto di presenza e di impegno visibile del partito sui territori e come luogo della selezione della nuova classe dirigente della quale abbiamo bisogno. E' pensando a tutto questo che voglio ripetere anche qui che nel Partito democratico c'è spazio, come è nostro costume, per una discussione larga e libera sul dopo elezioni e sulle prospettive del nostro partito, ma non per dibattiti autoreferenziali che potrebbero allontanarci dal senso comune dei nostri concittadini".
NOSTRO COMMENTO: i cd. “rimedi” Bersani avrebbe dovuto trovarli prima delle elezioni non dopo. Ora non gli resta che leccarsi le ferite e prendere veloce la via per l’Africa come ha fatto il suo compagno Veltroni. Pur tuttavia ancora nel PD esistono forze e uomini che possono recuperarlo ma ci sono anche tanti amici del Cavaliere che andrebbero immediatamente allontanati o quanto meno messi in condizione di non nuocere. Occorrerà dare “credibilità” , selezionare opportunamente i “quadri dirigenti del partito” e fare una politica di “contenuti”. Riprendere l’elettorato di sinistra al Nord finito nelle mani della Lega. Infine trovare immediatamente un figura “carismatica” a cui affidare il compito “non facile” di salvare il salvabile. Occorrerà non insistere ancora con “Bersani” per due motivi: 1) Bersani ormai viene identificato come colui che ha perso le elezioni regionali 2010; 2) è ritenuto, a torto o a ragione, molto vicino a D’Alema, che l’elettorato identifica in uno dei tanti amici del Cavaliere. Il politico non sottovaluti l’elettore italiano. Non si illuda, neanche per un attimo, di avere a che fare con un elettore “fesso”. Capisce più di quanto i “furbetti” neanche se lo immaginano e col voto gli restituisce la pariglia. Come, fino ad oggi, puntualmente, è avvenuto. Per il bene della democrazia in Italia io mi auguro ed auguro al PD di non commettere più errori, anzi, direi, “orrori”. Sappiate trovare il meglio. Buttate fuori “a calci” come dice Di Pietro le mele marce se non volete che il Cavaliere “regni” indisturbato per altri dieci o venti anni.