Liberta di opinione

23 novembre 2024
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Il Governo si appresta a mettere il bavaglio alla Rete.

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Dal sito www.guidoscorza.it  riportiamo due articoli molto significativi che il Governo si sta approntando a varare per mettere il bavaglio alla rete ed alla Giustizia.
 
Forse si può "chiudere la Rete" ma NON si può prenderla in giro...
 

Fonte:http://www.guidoscorza.it/
Ieri ho già scritto che la Commissione Giustizia del Senato, non solo non ha

 

  approvato il testo dell'emendamento al DDL intercettazioni da più parti proposto al fine di escludere i blog - e più in generale i siti internet di informazione "non professionale"- dall'obbligo di rettifica ma, al contrario, ha approvato uno degli emendamenti più ambigui ed inopportuni sin qui presentato.
Il testo, infatti, ora, recita così:
28. All'articolo 8 della legge 8 febbraio 1948, n. 47, e successive modificazioni, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) dopo il terzo comma è inserito il seguente:
«Per le trasmissioni radiofoniche o televisive, le dichiarazioni o le rettifiche sono effettuate ai sensi dell'articolo 32 del testo unico della radiotelevisione, di cui al decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177. Per i siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, entro quarantotto ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono»;
b) al quarto comma, dopo le parole: «devono essere pubblicate» sono inserite le seguenti: «, senza commento,»;
c) dopo il quarto comma è inserito il seguente:
«Per la stampa non periodica l'autore dello scritto, ovvero i soggetti di cui all'articolo 57-bis del codice penale, provvedono, su richiesta della persona offesa, alla pubblicazione, a proprie cura e spese su non più di due quotidiani a tiratura nazionale indicati dalla stessa, delle dichiarazioni o delle rettifiche dei soggetti di cui siano state pubblicate immagini o ai quali siano stati attribuiti atti o pensieri o affermazioni da essi ritenuti lesivi della loro reputazione o contrari a verità, purché le dichiarazioni o le rettifiche non abbiano contenuto di rilievo penale. La pubblicazione in rettifica deve essere effettuata, entro sette giorni dalla richiesta, con idonea collocazione e caratteristica grafica e deve inoltre fare chiaro riferimento allo scritto che l'ha determinata»;
d) al quinto comma, le parole: «trascorso il termine di cui al secondo e terzo comma» sono sostituite dalle seguenti: «trascorso il termine di cui al secondo, terzo, quarto, per quanto riguarda i siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica e sesto comma» e le parole: «in violazione di quanto disposto dal secondo, terzo e quarto comma» sono sostituite dalle seguenti: «in violazione di quanto disposto dal secondo, terzo, quarto, per quanto riguarda i siti informatici, quinto e sesto comma».

Con questo intervento - del quale, davvero, non si avvertiva la necessità - è stata fugata persino la speranza a suo tempo cullata da alcuni amici e colleghi che la norma potesse e dovesse essere interpretata come se per siti informatici dovessero intendersi solo i giornali, quotidiani e periodici.
La locuzione "ivi inclusi", infatti, rende evidente che l'ambito di applicazione della norma è destinato ad estendersi ben al di là dei "prodotti" cui oggi si applica la disciplina sulla stampa.
Oggi, quindi, il rischio di una chiusura della Rete per rettifica è concreto e, sfortunatamente, temo, a questo punto. non si possa far nulla per scongiurarlo.
Se, tuttavia, nel Palazzo, possono determinare - per malafede o analfabetismo tecnologico - la "chiusura della Rete per rettifica", quello che non possono fare è prenderci in giro perché la Rete - o meglio le persone in Rete, grazie alla Rete - hanno una memoria quasi pachidermica...
Trovo, allora, importante ricordare che, dinanzi alle proteste dei blogger, nella scorsa estate, mentre il DDL Alfano si trovava all'esame della Camera dei Deputati, numerosi esponenti di spicco della maggioranza così come alcuni - per la verità pochi - blogger filogovernativi, fecero proclami e promesse più o meno solenni nel senso che si sarebbe provveduto a modificare il testo in materia di obbligo di rettifica, invitarono a non preoccuparsi, determinarono la commissione trasporti ad un parere nel quale si evidenziavano i limiti del generico riferimento ai "siti informatici" e, soprattutto approvarono un ordine del giorno, mediaticamente "venduto" come la panacea di tutti i mali nel quale si invitava il Governo ad interpretare la norma in senso contrario a quanto stabilito nel testo ora approvato...
Dove sono finiti oggi Lorsignori?
Dove è finita la ferma volontà di scongiurare il rischio che - volontariamente o per errore - si finisse con l'imbavagliare la Rete?
Interviste e documenti parlamentari son linkati qui sopra a ricordare e testimoniare quanto poco gli impegni assunti e le promesse fatte siano stati rispettati e quanto, probabilmente, fosse giusto ieri preoccuparsi di quanto stava per accadere ed è poi puntualmente accaduto.
L'ho già scritto e lo ripeto senza voler trasformare un ragionamento economico, sociologico e giuridico in una questione politica: questo Goveno continua a guardare alla Rete - poco conta se per convinzione, convenienza, ignoranza o per un misto dei diversi fattori - come ad una grande TV e questo approccio non potrà che determinare una costante limitazione della liberà di informazione anche via web.
Qualcuno, anche questa volta, inviterà alla calma ed alla serenità perché tanto la perversa norma contenuta nel DDL intercettazioni a proposito dell'obbligo di rettifica è destinata ad essere interpretata nel senso da tutti auspicato ovvero nel senso di limitarne l'applicazione alle sole testate telematiche registrate.
Possibile che questo avverrà ma, permettetemi di ricordare a Lorsgnori quello che amava dire Giolitti: "le leggi si interpretano per gli amici e si applicano per i nemici".
P.S.
A proposito di informazione e libertà, qui sopra, potete seguire - sempre che da voi ci sia meno sole di quanto ce n'è oggi qui e che quindi non abbiate qualcosa di meglio da fare all'aperto - la diretta di una stimolante tavola rotonda in corso a Bari, appunto, su Internet e libertà.
DDL intercettazioni: un altro passo verso la "chiusura della Rete" per rettifica.
 

La "chiusura della Rete" per rettifica è, ormai, davvero vicina.
La Commissione Giustizia del Senato ha, infatti, all'esito dell'esame del famigerato comma 28 attraverso il quale si è, sin dall'inizio, esteso a tutti i "siti informatici" l'obbligo di rettifica previsto dalla preistorica disciplina sulla stampa, non ha ritenuto di approvare numerosi emendamenti volti a restringere l'ambito di applicazione di tale disciplina alle sole testate telematiche.
I Senatori hanno, invece, optato per l'approvazione di un emendamento a dir poco inutile e certamente inidoneo a risolvere il problema, secondo il quale l'obbligo di rettifica riguarderebbe "tutti i siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica".
Questo il testo del comma 28, come destinato ad essere proposto al voto dell'assemblea:28. All'articolo 8 della legge 8 febbraio 1948, n. 47, e successive modificazioni, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) dopo il terzo comma è inserito il seguente:
«Per le trasmissioni radiofoniche o televisive, le dichiarazioni o le rettifiche sono effettuate ai sensi dell'articolo 32 del testo unico della radiotelevisione, di cui al decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177. Per i siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, entro quarantotto ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono»;
b) al quarto comma, dopo le parole: «devono essere pubblicate» sono inserite le seguenti: «, senza commento,»;
c) dopo il quarto comma è inserito il seguente:
«Per la stampa non periodica l'autore dello scritto, ovvero i soggetti di cui all'articolo 57-bis del codice penale, provvedono, su richiesta della persona offesa, alla pubblicazione, a proprie cura e spese su non più di due quotidiani a tiratura nazionale indicati dalla stessa, delle dichiarazioni o delle rettifiche dei soggetti di cui siano state pubblicate immagini o ai quali siano stati attribuiti atti o pensieri o affermazioni da essi ritenuti lesivi della loro reputazione o contrari a verità, purché le dichiarazioni o le rettifiche non abbiano contenuto di rilievo penale. La pubblicazione in rettifica deve essere effettuata, entro sette giorni dalla richiesta, con idonea collocazione e caratteristica grafica e deve inoltre fare chiaro riferimento allo scritto che l'ha determinata»;
d) al quinto comma, le parole: «trascorso il termine di cui al secondo e terzo comma» sono sostituite dalle seguenti: «trascorso il termine di cui al secondo, terzo, quarto, per quanto riguarda i siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica e sesto comma» e le parole: «in violazione di quanto disposto dal secondo, terzo e quarto comma» sono sostituite dalle seguenti: «in violazione di quanto disposto dal secondo, terzo, quarto, per quanto riguarda i siti informatici, quinto e sesto comma»
Resta, dunque, l'obbligo di rettifica per i gestori dei blog negli stessi termini ed a rischio delle medesime sanzioni proprie di un editore e si chiarisce (ma chi avrebbe mai potuto dubitarne?) in modo ambiguo ed ipocrita che tale obbligo si riferisce anche ai veri e propri giornali online (ci sarebbe mancato solo che la legge sulla stampa dovesse applicarsi ai blog e non ai giornali online!).
Qui di seguito il testo di un comunicato stampa del Sen. Vita che promette di tornare all'assalto del famigerato emendamento nel corso dell'esame finale in aula:Roma, 20 maggio 2010
INTERCETTAZIONI: VITA (PD), "NORMA SU SANZIONI A BLOG DA RIVEDERE"
"Il provvedimento proposto dal governo sulle intercettazioni telefoniche è
una prova 'tecnica' di regime autoritario. Se dovesse mai passare, si porrà
il problema della disobbedienza civile. E' amaro dirlo, ma la coscienza lo
impone. Carcere e multe per giornalisti ed editori, censura e bavaglio per
l'informazione.
Se ne è parlato di meno, ma il testo contiene anche una improvvida norma sui
siti e sui blog, equiparati impropriamente, per ciò che riguarda le
rettifiche, ai giornali quotidiani con il rischio evidente di aprire la
strada a sanzioni per la maggior parte di loro insostenibili. Già nella
seduta di ieri si è avviato un chiarimento in seno alla commissione
Giustizia, ma sarà necessario tornarci. Infatti, maggioranza e governo hanno
voluto a tutti i costi mantenere la dizione generica di 'siti informatici',

che si presta appunto ad essere interpretata come una scure
omnicomprensiva".
Non credo ci sia altro da aggiungere: l'impatto del DDL intercettazioni sul mondo dell'informazione online e offline si presenta sempre più minaccioso e devastante.
Continuo, pertanto, ad invitarvi ad aderire all'iniziativa lanciata con Stefano Rodotà, Fiorello Cortiana, Juan Carlos de Martin, Arturo di Corinto, Alessandro Gilioli, Carlo Formenti e Enzo Di Frenna e a partecipare al prossimo appuntamento di protesta domani, alle 14 in Piazza Montecitorio.
NOSTRO COMMENTO: ho molto poco da aggiungere a tutto quello che il collega Scorza ha illustrato. Nel malaugurato caso che questo aborto di legge dovesse passare, in pratica, potremmo chiudere i siti internet. Conseguentemente ci dobbiamo sentire tutti impegnati e coinvolti perché ciò non accada. Aderiamo, pertanto, tutti uniti, all'iniziativa lanciata da Stefano Rodotà e compagni. Che questo serva da monito a tutti gli Italiani che hanno votato per Berlusconi. E' incredibile! L'accanimento di mettere il bavaglio alla rete ed alla Giustizia superano di gran lunga il notevole calo in termine di pubblicità e di voti che sicuramente determinerà il varo di questa abominevole legge al Governo. Almeno di questo sono contento.

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