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23 novembre 2024
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Si cercano alleanze. Che caduta di stile!

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Gianni Letta: «È andata bene, ma la strada è lunga» Una cena da Vespa riavvicina Berlusconi e Casini Faccia a faccia tra i due ex alleati
 

Fonte: Corriere.it
ROMA — Il momento è grave, e Silvio Berlusconi vuole affrontarlo con tutte le armi possibili. Di dissuasione e di persuasione. Perché questo potrebbe essere il mese

 

della svolta per il suo governo, atteso alla prova del chiarimento interno (con Fini) e della ricostruzione di nuovi equilibri dopo lo scontro con le Regioni, le incomprensioni con Tremonti e perfino con la Lega. Per questo il premier giovedì sera ha visto con piacere a cena, a casa di Bruno Vespa, l'ex alleato Pier Ferdinando Casini, il quale a sua volta ha accolto di buon grado l'occasione di un chiarimento vis à vis, dopo che nei mesi scorsi i rapporti erano stati solo telefonici o limitati a qualche battuta estemporanea in occasioni ufficiali. E il chiarimento c'è stato, attorno a un tavolo al quale sedevano anche il governatore di Bankitalia Draghi, il segretario di Stato Vaticano Bertone, il presidente di Generali Geronzi, Gianni Letta e anche la figlia del premier, Marina.
«È andata bene, ma il percorso è lungo e non è facile...», ha commentato con i colleghi Gianni Letta l'esito di un colloquio nel quale Berlusconi ha proseguito in privato il corteggiamento che va avanti da settimane in pubblico a Casini. «Pier, se torni con noi possiamo rifare un grande partito centrista, governeremo per i prossimi trenta anni, gli italiani ci chiedono questo», è stato il senso dell'accorato invito, condito a quanto sembra dall'illustrazione di una situazione nella quale i problemi del rapporto con Tremonti, delle richieste della Lega e naturalmente del ruolo di Fini non sono stati affatto sottovalutati da un premier conscio che si è a una svolta della legislatura.
Ma Casini non si è lasciato intenerire: se in pubblico è stato molto netto («Non c'è spazio per i trasformismi, serve una fase politica nuova»), in privato ha usato parole e concetti molto simili. «Silvio, io non posso certo entrare al governo aggiungendomi alla tua maggioranza: passerei per quello che si vende per una poltrona. Diverso sarebbe se si andasse ad una crisi e alla nascita di un nuovo governo, su una base paritaria e di condivisione: allora sì che avremmo una fase due, quella che damesi dico che serve al Paese. Ma tu devi dichiarare che la tua maggioranza non è autosufficiente. E comunque, io non entro per sostituire Fini».
Se è chiaro il timore di Casini — entrare in un governo i cui nodi non sono sciolti e che magari è destinato a fallire, giocandosi così l'ipotesi di un terzo polo—si capisce anche la paura del premier: aprire una crisi senza avere la assicurazione totale— anche da parte del Quirinale —, di uscirne ancora da premier o, qualora andasse male, alla guida del governo fino alle elezioni. Avere Casini dalla sua parte sarebbe fondamentale per lui almeno per marginalizzare il ruolo di Fini e avere più forza contrattuale con Lega e Tremonti, ma «per ora», come dicono i suoi, si può solo registrare una ripresa di rapporti, non una soluzione a portata di mano. E intanto ci si prepara a un fine mese caldissimo, quello che vedrà il chiarimento con Fini. Con il quale il premier (che ieri sera sarebbe andato a visitare una misteriosa tenuta che vorrebbe acquistare) ad oggi non sa come convivere ma nemmeno come rompere. E che attende alla prova del voto su manovra e intercettazioni prima di verificare, quasi certamente entro i primi di agosto in un incontro, se si può arrivare a un chiarimento definitivo, in un senso o nell'altro.
Paola Di Caro 10 luglio 2010
L'avvertimento dei finiani: «Noi indispensabili per la maggioranza» Bocchino: siamo uno in più del numero necessario. E ancora: «Noi, un arcipelago che si sta radicando»

ROMA - «Siamo uno in più del numero necessario per tenere in piedi la maggioranza». Italo Bocchino, ex vicepresidente del gruppo Pdl alla Camera e uno dei principali colonnelli finiani, lo avrebbe detto senza mezzi termini in una intervista ai microfoni di Cnr-media, rispondendo ad una domanda su quanti siano effettivamente i fedelissimi del presidente della Camera in Parlamento. L'intervista è stata raccolta durante un evento politico a Vicenza. Le dichiarazioni del portavoce finiano arrivano dopo le indiscrezioni sui tentativi di Silvio Berlusconi di riallacciare i fili con Pier Ferdinando Casini proprio in vista di un'eventuale defezione dei «ribelli» dell'ex An.
LA SMENTITA DI BOCCHINO - Lo stesso Bocchino, tramite il suo ufficio stampa, ha però diramato una diversa lettura delle sue parole: «Le notizie diffuse da Cnr media sul contenuto di un'intervista a Italo Bocchino sono prive di fondamento e non corrispondono a quanto dichiarato». Cnr pubblica però sul proprio sito il video dell'intervista e nella parte finale dello stesso il deputato spiega, appunto, che i finiani sarebbero almeno uno in più rispetto ai numeri necessari per tenere in piedi l'attuale governo. Dopo che l'agenzia ha confermato alle agenzie di stampa i contenuti diramati, Bocchino è intervenuto per una controreplica: «Cnr media ha posto in essere una grave disinformazione che sarà al centro di un esposto all'ordine dei giornalisti. Nell'intervista video - sottolinea il deputato - non ho mai detto che abbiamo i numeri per far cadere il governo, ma che siamo determinanti per tenerlo in piedi e che voteremo con la maggioranza fino all'ultimo giorno della legislatura. Che si tratti di una manovra sospetta lo prova anche l'assenza del video sul sito dell'agenzia, dov'è invece pubblicata soltanto una sintesi non rispondente al vero. Sarebbe pertanto opportuna la pubblicazione del video integrale, anche al fine delle valutazioni conseguenti su questa torbida vicenda».
L'«ARCIPELAGO» DEI FINIANI - Nell'intervista erano affrontati anche altri aspetti dei rapporti all'interno della maggioranza. Secondo Bocchino, ad esempio, ormai si deve parlare dell'esistenza a tutti gli effetti di una nuova componente in seno al Pdl: «Esiste - ha detto il deputato - un "arcipelago dei finiani" e si sta radicando sul territorio una corrente organizzata che è Generazione Italia. Le correnti favoriscono il dibattito interno ai partiti e, semmai, quello che bisogna evitare è il 'correntismo' cioè la compravendita delle poltrone: noi le abbiamo sempre rifiutate e continueremo a farlo». Quindi non c'è un prezzo per i finiani? «Gli acquisti si fanno al supermercato ed il solo pensarlo offende la serietà di chi fa politica» ha dichiarato facendo capire che secondo lui sono solo malignità giornalistiche le indiscrezioni che volevano il premier Berlusconi impegnato nel cercare di accaparrasi i voti della corrente di Fini.
IL DDL INTERCETTAZIONI - Bocchino ha mostrato maggiore sintonia con il resto della maggioranza parlando del ddl intercettazioni: «Penso che qualsiasi forma di protesta, addirittura lo sciopero, contro questa legge siano esagerate. Va migliorata, anzi, l'abbiamo già migliorata togliendo la possibilità di carcere per i giornalisti. Bisogna ridurre le multe per gli editori su cose che riguardano solo il Direttore del giornale, ma riteniamo che le manifestazioni di questi giorni abbiano uno scopo tutto politico che noi rifiutiamo».


NOSTRO COMMENTO: Il Cavaliere cerca alleanze. I finiani mostrano i muscoli. L'UDC è dispiaciuto di non poter accontentare, nell'immediato, il Cavaliere, pena lo sputtanamento. Che triste spettacolo! Che caduta di stile! Come si è ridotta l'Italia!

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