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Perchè Fini non è intervenuto a difesa della rete?

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Giu' le mani dal web 27 Luglio 2010

Di Massimo Donadi
Loro, i finiani, dicono di aver lavorato per la riduzione del danno ma che la legge sulle intercettazioni sia ora una legge accettabile è una colossale balla. Ci sono aspetti talmente odiosi in questo provvedimento che lo rendono del tutto inaccettabile e non c'è passo avanti o indietro che tenga.

 

  Il ddl intercettazioni è un gigantesco ed inesorabile passo indietro che ci riporta al paleolitico dell'informazione e al pleistocene della libertà. Ecco due nefandezze su tutte, per rispedirlo così come è al mittente: hanno mantenuto l'abrogazione dell'articolo 13 della cosiddetta legge Falcone, depotenziando la lotta alla criminalità organizzata e, con il comma 29 dell'articolo 1, hanno imposto una nefasta limitazione alla libertà del web, mai pensata prima e che non esiste in nessun altro paese del mondo. Il comma in questione, infatti, sottopone qualsiasi pagina web, che sia quella facente capo ad un grande gruppo editoriale o al blogger Mario Rossi di Gallarate, alle stesse regole dei giornali: le rettifiche andranno pubblicate entro 48 ore, con la stessa evidenza della notizia originale. Chi non lo fa, rischia una sanzione salatissima, fino a 12.500 euro che se per il gruppo Espresso spa, per fare un esempio sono bazzecole, per Mario Rossi sono un incubo. Tradotto, in parole povere: la libera circolazione di idee e notizie sensibili non solo saranno vietate sui mezzi di comunicazione del padrone, leggi Mediaset, o asservite al padrone, leggi Rai, ma non potranno più circolare sul web, libero spazio per libere menti. Di questo passo e con questo governo, pensieri, riflessioni, idee, denunce rimarranno li dove sono nel cassetto dei sogni e delle buone intenzioni.
Ogni canale di comunicazione sarà inesorabilmente chiuso. Stiamo per diventare il primo e l'unico Paese al mondo nel quale un blogger rischia più di un giornalista ma ha meno libertà. Pretendere che un blogger proceda alla rettifica entro 48 ore dalla richiesta, esattamente come se fosse un giornalista, sotto la minaccia di una pesantissima sanzione pecunaria, significa infatti dissuaderlo dall'occuparsi di temi suscettibili che sputtanano i poteri forti, politici ed economici. Di cosa, dunque, dovrei gioire o essere soddisfatto proprio non lo capisco. Dovrei forse gioire del fatto che la criminalità potrà continuare a compiere crimini? Oppure che questo governo di irresponsabili ha deciso di farsi beffa della sicurezza degli italiani? O del fatto che stanno compiendo un vero e proprio scempio, che imbavaglierà per sempre le nostre bocche, fino ad addormentare le nostre coscienze? Per questo, appoggio la lettera appello che alcuni dei più importanti giornalisti operanti anche su internet hanno rivolto alla presidente Giulia Bongiorno. L'accesso alla Rete sta diventando in centinaia di paesi al mondo un diritto fondamentale dell'uomo. Sarebbe paradossale che proprio l'Italia debba rinunciarvi per sempre.
fonte: www.massimodonadi.it

NOSTRO COMMENTO: Ovviamente Noi siamo d'accordo pienamente su quanto esposto da Massimo Donadi . Ci siamo sempre occupati su questo Blog e su altri Ns Blog'S (libertadiopinione.it) della norma che riguarda l'obbligo di rettifica per il Blogger'S che, con molta cattiveria è stato equiparato al giornalista senza averne né la qualità né l'Editoria alle spalle. Si è voluto introdurre all'art.1, il comma 29, che prevede l'obbligo di rettifica per i Blogger's entro 48 ore, pena 12.500 euro di multa. Una norma del genere è stata voluta per tappare la bocca alla Rete che, evidentemente, dava fastidio al Dittatorello ed alla sua Casta. Per fortuna chi ha scritto questa norma, nella foga di portarla avanti, (o per ignoranza! Non bisogna mai meravigliarsi di nulla nella vita!) non si è accorto che viola, per essere benevoli, un paio di norme della Costituzione. Conseguentemente, e, nel caso malaugurato che dovesse avere ingresso nel Nostro Paese il DDl sulle intercettazioni ,(auguriamoci di NO!) si potrebbe sempre eccepire, nel corso di un giudizio, la legittimità Costituzionale delle norme sull'obbligo d rettifica per Blogger, con buone possibilità che la norma venga travolta dalla Corte Costituzionale. Ma per far questo passerà del tempo. Sarebbe invece il caso che i Finiani, che si esaltano per aver apportato modifiche sostanziali al DDL ( A noi non pare!) esamino bene questo aspetto della Rete, in atto molto trascurato, per far si che l'Italia non venga annoverata tra i Paesi del terzo Mondo. Se non lo faranno perderanno automaticamente tutti i consensi del mondo della Rete. Che non sono pochi! Ora i Finiani hanno tutti i numeri per farlo! Art. 1, comma 29, Presidente Fini Si ricordi! Questo comma, va cassato! Forse Le è sfuggito?
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