«Lodo Alfano, avanti e in fretta Il premier? Danneggia il governo» Il vicepresidente Csm: «Basta annunci, è l'ora della serietà. Sullo "scudo" persi sei mesi»
Fonte:Il Corriere.it
ROMA - Il vicepresidente del Csm Michele Vietti è amareggiato perché il clima
Stavolta il premier parla di «associazione a delinquere» interna alla magistratura. Non è una barzelletta.
«Il presidente Berlusconi parla di complotti contro il capo del governo che coinvolgono non solo i "pm comunisti" ma anche i gip, i giudici di primo e secondo grado, la Cassazione, la Consulta. Come se ci fosse una sorta di Spectre che in realtà esiste solo nei film di 007. E per sconfiggere la Spectre si invoca perfino una commissione parlamentare d'inchiesta...».
Domani la I commissione del Csm discuterà delle accuse lanciate dal premier?
«Se andiamo avanti così, ma questa è solo una battuta, credo che dovremmo aprire una pratica a tutela di Berlusconi contro le sue dichiarazioni. Dico questo proprio perché vorrei sminare il terreno. Per ora, comunque, non mi risulta che sia giunta al comitato di presidenza del Csm alcuna richiesta di apertura di una pratica a tutela».
Pier Ferdinando Casini dice che le accuse di Berlusconi impediranno qualsiasi dialogo sulle riforme. Condivide?
«Tutto questo, e mi permetto di dirlo sommessamente al presidente del Consiglio, danneggia innanzitutto la sua credibilità ma anche l'immagine del governo. Danneggia le istituzioni perché dà ai cittadini l'idea di uno Stato percorso da bande in lotta tra loro. Danneggia la magistratura perché accuse talmente generiche - come l'associazione a delinquere - non consentono alcuna difesa. Non si può delegittimare la funzione fondamentale di chi è incaricato di garantire la legalità. Il premier danneggia il dialogo sulle riforme perché alimenta un clima in cui prevale lo scontro mentre il capo dello Stato ci ha messo in guardia contro le "sterili contrapposizioni"».
Nel 2008 lei con l'Udc fu il promotore di un seminario sulla giustizia. Che ne è di quelle proposte bipartisan?
«Convenimmo che andavano modificate le circoscrizioni giudiziarie: non è stato fatto nulla. Che andavano colmati gli organici nelle procure: oggi ci sono 1.200 posti scoperti. Che il processo penale era un lusso e non potevamo permetterci quella giungla di reati. Che andavano moltiplicate le pene alternative alla detenzione. Che bisognava riformare l'avvocatura...».
Oggi, invece, il premier parla di due Csm, di separazione delle carriere, di durata del processo.
«Due anni fa, quella istruttoria condivisa immaginava anche interventi sul Csm: non la sua duplicazione ma, piuttosto, un riequilibrio tra i laici e i togati e la creazione di un'Alta corte con competenza disciplinare per tutte le magistrature. Addirittura venne raccolta l'indicazione di Violante secondo la quale l'Alta corte avrebbe potuto decidere sui conflitti di attribuzione in materia di immunità parlamentare. Purtroppo quelle proposte sono rimaste lettera morta: abbiamo visto molti fuochi d'artificio che rischiano di diventare alibi per eludere proposte organiche».
Si riferisce a Berlusconi?
«È il momento della serietà, con proposte messe nero su bianco. Basta fuochi d'artificio, basta annunci che servono solo ad accendere sterili polemiche».
Adesso il Lodo Alfano costituzionale è l'ultima spiaggia?
«Sono stati persi sei mesi senza neanche l'approvazione in prima lettura della norma costituzionale. Non si può vivere nell'ansia di cosa farà la Consulta a dicembre e bene ha fatto il ministro Alfano a ribadire la sua fiducia nella Corte: non si vede perché si debbano sempre ipotecare le decisioni in anticipo. Se era importante mettere in sicurezza il presidente del Consiglio, la soluzione l'avevamo indicata: legittimo impedimento e norma costituzionale. E intanto torna il rumore di sciabole sulle intercettazioni, sul processo breve e, paradossalmente, sul processo lungo».
Servirebbe un cambio di marcia per i prossimi tre anni di legislatura?
«Una politica giudiziaria che mira all'efficienza del servizio e al rasserenamento tra i poteri presuppone una strategia di lungo respiro. Il capo dello Stato ci ha appena ricordato che la giustizia non si riforma con interventi disorganici o settoriali».
Dino Martirano
03 ottobre 2010 © RIPRODUZIONE RISERVATA
NOSTRO COMMENTO: Finito di leggere questo articolo, mi sono chiesto: perché mai si sono persi sei mesi, per lo scudo, come afferma il V. Presidente del CSM, Vietti? Si sono guadagnati sei mesi, direi. Non si riesce a capire in base a quale testo di legge ed in base a quale ragionamento il popolo italiano debba prioritariamente, ed a tutti i costi, creare uno scudo a Berlusconi che, ormai, per vetusta abitudine accusa da anni la magistratura, stavolta, addirittura con accuse abbastanza pesanti, definendo la magistratura come “una associazione a delinquere” . E Lei, per tutta risposta, On.le Vietti, afferma che si son persi sei mesi per creare uno scudo a Berlusconi? Francamente rimango allibito di una simile affermazione! Al contrario! Semmai bisognerebbe attivarsi e, direi, con immediatezza, a mandare a casa Berlusconi. Questo è quello che si deve fare. Ma l’ On.le Casini non gliele dice queste cose????