IL NEPOTISMO NELLE UNIVERSITA’
Fonte: http://www.voglioscendere.it
L'autore di Un Paese di baroni (Chiarelettere) parla della riforma Gelmini e racconta il caso di un ricercatore di Bari diventato docente dopo anni di lotta.In questi giorni gli studenti stanno facendo sentire la loro voce in maniera molto decisa dalle piazze italiane contro la riforma Gelmini.
In Senato abbiamo assistito anche al grottesco tentativo di farla passare in tempi rapidissimi, cosa che probabilmente potrebbe venire nelle prossime ore.
In questo contesto mi piace parlare di una storia, che poi è la storia con cui apro il libro Un Paese di baroni, scritto insieme ad Antonio Castaldo, edito da Chiarelettere. E' la storia di un professore universitario, che dopo anni da ricercatore è diventato associato. Un professore che per riuscire a svelare i meccanismi che gli impedivano di diventare titolare di cattedra, aveva deciso di registrare il colloquio col professore ordinario. Un discorso che spiegava come funzionava il sistema, quella legge non scritta che da tempo, da anni, regola il reclutamento dei docenti all'interno dell'università italiana.
La bella notizia è che questo professore universitario è finalmente diventato docente ordinario all'Università di Bari. Lui si chiama Carlo Sabbà, ed è stato per tanti anni, lo è tutt'ora, un simbolo di questa protesta contro il nepotismo nel sistema universitario italiano e barese.
La questione dell'università di Roma a Tor Vergata emersa negli ultimi giorni, non la inquadrerei nel campo delle azioni "pre - riforma", quasi a dire che dopo la riforma queste cose svaniranno. Non è così. Non ci sono segnali in questo senso, previsioni di questo tipo. Quello che si capisce è che anzi sarà dato molto potere ai Rettori e ai professori ordinari che sono una casta nella casta e si darà molto potere, quindi, a chi finora ha fatto il bello e il cattivo tempo, a chi ha organizzato i giochi all'interno dell'università. Questa di Roma è una storia di una classica parentopoli universitaria italiana, è una storia che viene alla vigilia di un cambiamento, ma si inserisce nel solco di una dottrinità.
La storia di Carlo Sabbà, invece, sembra la storia che in qualche modo dimostra che ribellarsi sì può e non necessariamente si finisce stritolati dal sistema, credo che questa storia sia emblematica di questo momento. Cosa sta succedendo? In questo momento sta avvenendo una sorta di conflitto nel settore dell'università tra la casta dei garantiti, dei baroni, e tra chi invece cerca di sottrarsi a queste regole e di imporre un sistema democratico e trasparente di reclutamento come in tanti altri paesi del mondo. Ci sono stati diversi concorsi che sono stati vinti anche da professori che non erano predestinati.
Quindi è un momento di transizione, è un momento di scontro, di battage, di conflitto all'interno dell'università e bisogna seguire con attenzione. Mi auguro che gli studenti che stanno manifestando in piazza in questo momento, si rendano conto di questa situazione e capiscano che c'è una parte malata dell'università e che in qualche modo devono combatterla, come già stanno facendo.
*testo estratto dall'intervista audio
NOSTRO COMMENTO: questo del nepotismo nelle Università è uno vero schifo che risale all’epoca della ex DC in concomitanza con il cd “fenomeno della raccomandazione” in virtù del quale una miriade di “asini” hanno rivestito posti chiave nella pubblica Amm.ne perché appartenenti a determinate famiglie di “baroni” o perché raccomandati dai “Politici” . Oggi come allora il sistema non è cambiato. Si predilige la mediocrità al merito. Il fenomeno è particolarmente marcato nelle Ns Università come è chiaramente evidenziato nel video. Occorrerebbe porre un divieto normativo di partecipazione alle procedure concorsuali da parte dei candidati che sono legati da rapporti di parentela con chi riveste cariche nelle Università e nella PA in generale. Ma questo non accadrà mai!