Federalismo, stop del Colle al testo Lega: ''Pronti a chiedere la fiducia'' Il Pd: ''Non accetteremo forzature''
Fonte:adnkronos.com
Roma - (Adnkronos/Ign) - Lettera al premier di Napolitano: ''Non si può firmare perché il suo iter non è stato perfezionato''. Da Bruxelles Berlusconi aveva detto: ''Problemi con il Quirinale? Spero di no''. Telefonata tra il capo dello Stato e Bossi. Calderoli: ''Riforma sarà confermata dal Parlamento''. Baldassarri: ''Serve decreto più serio''.
Casini: ''Follia pensare a scorciatoia''. Di Pietro: ''Subito il voto''. Tremonti: ''Svolta storica''. Dal Cdm l'ok definitivo lo stop in 'bicameralina'. Quando Napolitano non firma, i precedenti dopo
Roma, 4 feb. (Adnkronos/Ign) - Il decreto sul federalismo non si può firmare perché il suo iter non è stato perfezionato. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha inviato una lettera al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, in cui rileva che "non sussistono le condizioni per procedere alla richiesta emanazione, non essendosi con tutta evidenza perfezionato il procedimento per l'esercizio della delega, previsto dai commi 3 e 4 dall'art. 2 della legge n. 42 del 2009, che sanciscono l'obbligo di rendere comunicazioni alle Camere, prima di una possibile approvazione definitiva del decreto in difformità dagli orientamenti parlamentari".
Pertanto, il capo dello Stato ha comunicato al premier di "non poter ricevere, a garanzia della legittimità di un provvedimento di così grande rilevanza, il decreto approvato ieri dal governo", in relazione al preannunciato invio, ai fini della emanazione ai sensi dell'articolo 87 della Costituzione, del testo del decreto legislativo in materia di federalismo fiscale municipale, approvato definitivamente dal Consiglio dei ministri nella seduta di ieri sera.
Prima della notizia della lettera del Colle, da Bruxelles il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi a chi gli chiedeva se il Quirinale avesse potuto sollevare problemi sul decreto aveva risposto: "Non lo so, spero di no".
Dopo lo stop del Colle, la Lega prepara le contromosse. ''Non c'è nessun problema per quanto riguarda l'iter del federalismo municipale - dichiarano i capigruppo della Lega Nord al Senato e alla Camera, Federico Bricolo e Marco Reguzzoni - perché la richiesta del passaggio parlamentare avanzata dal presidente Napolitano, che noi come sempre rispettiamo, sarà prontamente esaudita dal governo''. ''Il progetto delle opposizioni e di chi vuole bloccare il federalismo è destinato a fallire'', concludono.
Mentre il ministro per la Semplificazione normativa Roberto Calderoli annuncia: ''Se verranno presentati dei documenti sulle comunicazioni del governo sul federalismo municipale, allora io chiederò il voto di fiducia nel Consiglio dei ministri''. ''Quella di Napolitano è una interpretazione, la mia era diversa'', precisa. Comunque, ''ritrasmetteremo il testo alle Camere, andremo a riferire le motivazioni sul perché abbiamo adottato un testo piuttosto che un altro e la cosa finisce lì''. ''Non ho paura di andare in Parlamento a mostrare un prodotto di cui siamo orgogliosi", insiste. ''Spiace perdere così 10-15 giorni - sottolinea il ministro - ma non è un problema''.
Intanto, oggi il ministro per le Riforme per il Federalismo Umberto Bossi ha avuto una lunga e cordiale telefonata con Napolitano. Il leader della Lega, informa una nota, ha preso il duplice impegno di andarlo a trovare al Quirinale la prossima settimana e, di dare comunicazioni nelle aule parlamentari sul decreto sul federalismo fiscale municipale. Prima della lettera di Napolitano, Bossi, rispondendo a una domanda dell'ADNKRONOS se il federalismo a questo punto fosse fatto, aveva detto: "Ora è fatto", assicurando che il rischio di elezioni anticipate era scongiurato.
L'opposizione plaude alle valutazioni del Colle sul decreto sul federalismo e torna all'attacco. "Fermatevi. Non si può forzare la mano su un tema così delicato", dice Pier Luigi Bersani all'assemblea del Pd rivolgendosi al Carroccio. E aggiunge: "La Lega si renda conto che con Berlusconi il federalismo non lo fa".
Dal Terzo Polo il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini sottolinea: ''Dal Quirinale è un atto dovuto. E' una follia pensare di potere prendere una scorciatoia del genere''.
Mentre il presidente della commissione Finanze del Senato, Mario Baldassarri (Fli), commenta così, all'ADNKRONOS, la decisione del capo dello Stato: serve "un decreto più serio" per fare "un federalismo vero". Un provvedimento del genere "otterrebbe un largo consenso" nella bicameralina. Ora, insiste Baldassarri, "l'ideale sarebbe proseguire quel lavoro e completare l'iter" perché il governo "può fare un nuovo decreto e riportarlo in bicameralina".
E torna a chiedere elezioni anticipate l'Idv. ''Dopo lo stop intimato dal capo dello Stato e, soprattutto, dopo la bocciatura da parte del Parlamento'' abbiamo ''la prova provata - afferma Antonio Di Pietro - che il Paese si sta avviando verso un pericoloso regime''. '' Per il bene del Paese si restituisca subito la parola ai cittadini'', conclude.
Il presidente dell'Anci Sergio Chiamparino sottolinea: ''Non è stata seguita la procedura corretta, che è quella di rimandare il decreto alle Camere. Adesso il governo segua questa procedura". Ma il prosindaco di Treviso, Giancarlo Gentilini (Lega) attacca: ''Mi dispiace, ma il presidente Napolitano sul federalismo non si schiera col popolo''.
Per i giuristi la posizione di Napolitano è corretta. "Mi sembra che il comunicato del presidente faccia riferimento a un vizio procedurale - spiega all'ADNKRONOS l'ex presidente della Consulta Cesare Mirabelli - cioè che debba essere data comunicazione alle Camere prima dell'adozione del provvedimento". Per il presidente emerito della Corte Costituzionale Antonio Baldassarre è una "decisione assolutamente giusta e ineccepibile, ma l'ostacolo al decreto è solo temporaneo". ''Il governo - osserva l'ex presidente della Consulta - può sempre decidere di andare in Parlamento per illustrare il decreto, nonostante la mancata approvazione in 'bicameralina'. Questo passaggio toglie al decreto la sua attuale condizione di irricevibilità da parte del Quirinale''.
Ugo De Siervo, presidente della Corte Costituzionale, sottolinea: "Quello di cui si sta parlando non è federalismo. Dire federalismo municipale è una bestemmia. E' come dire che un pesce è un cavallo, sono due cose che non stanno insieme. Si chiama autonomia finanziaria, anche la lingua ha il suo valore", conclude.
NOSTRO COMMENTO: ha ragione Il capo dello Stato! Certo! Deve essere data comunicazione alle Camere prima dell’adozione del provvedimento. Qui lo stralcio della legge.
Questi sono i commi 3 e 4 dall'art. 2 della legge n. 42 del 2009,
(1. È istituita la Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale, composta da quindici senatori e da quindici deputati, nominati rispettivamente dal Presidente del Senato della Repubblica e dal Presidente della Camera dei deputati, su designazione dei gruppi parlamentari, in modo da rispecchiarne la proporzione. Il presidente della Commissione è nominato tra i componenti della stessa dal Presidente del Senato della Repubblica e dal Presidente della Camera dei deputati d'intesa tra loro. La Commissione si riunisce per la sua prima seduta entro venti giorni dalla nomina del presidente, per l'elezione di due vicepresidenti e di due segretari che, insieme con il presidente, compongono l'ufficio di presidenza.
3. I decreti legislativi di cui al comma 1 sono adottati su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze, del Ministro per le riforme per il federalismo, del Ministro per la semplificazione normativa, del Ministro per i rapporti con le regioni e del Ministro per le politiche europee, di concerto con il Ministro dell'interno, con il Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione e con gli altri Ministri volta a volta competenti nelle materie oggetto di tali decreti. Gli schemi di decreto legislativo, previa intesa da sancire in sede di Conferenza unificata ai sensi dell'articolo 3 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, sono trasmessi alle Camere, ciascuno corredato di relazione tecnica che evidenzi gli effetti delle disposizioni recate dal medesimo schema di decreto sul saldo netto da finanziare, sull'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche e sul fabbisogno del settore pubblico, perché su di essi sia espresso il parere della Commissione di cui all'articolo 3 e delle Commissioni parlamentari competenti per le conseguenze di carattere finanziario, entro sessanta giorni dalla trasmissione. In mancanza di intesa nel termine di cui all'articolo 3 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, il Consiglio dei ministri delibera, approvando una relazione che è trasmessa alle Camere. Nella relazione sono indicate le specifiche motivazioni per cui l'intesa non è stata raggiunta.
4. Decorso il termine per l'espressione dei pareri di cui al comma 3, i decreti possono essere comunque adottati. Il Governo, qualora non intenda conformarsi ai pareri parlamentari, ritrasmette i testi alle Camere con le sue osservazioni e con eventuali modificazioni e rende comunicazioni davanti a ciascuna Camera. Decorsi trenta giorni dalla data della nuova trasmissione, i decreti possono comunque essere adottati in via definitiva dal Governo. Il Governo, qualora, anche a seguito dell'espressione dei pareri parlamentari, non intenda conformarsi all'intesa raggiunta in Conferenza unificata, trasmette alle Camere e alla stessa Conferenza unificata una relazione nella quale sono indicate le specifiche motivazioni di difformità dall'intesa.)