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23 novembre 2024
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La cultura volutamente dimenticata

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La cultura smantellata

Fonte:blogvoglioscendere

 

Studiare è ancora l'obiettivo dei nostri giovani? La cultura ha perso il suo fascino? I target televisivi che passano, come le analisi dei social media, fanno pensare ad un distacco notevole fra le nuove generazioni e la cultura. Abbiamo sentito Paola Mastrocolola, scrittrice e insegnante.

 

 
Perché ci si disamora così facilmente, oggi, della cultura e dell'istruzione?

Non crediamo più nella cultura da parecchi anni, direi una ventina di anni. Il processo ha subito una forte accelerazione in questi ultimi 4-5 anni e si è imposta un'idea non culturale della scuola, ma un'idea di formazione professionale che, quindi, porti a un'utilità pratica, pragmatica, spendibile subito nel mondo del lavoro. Questo è un grande tema però, perché anni fa pensavamo ad esempio che studiare Dante non fosse immediatamente utile alla professione, ma fosse molto utile alla formazione della persona e che quindi in qualche modo sarebbe servito anche alla professione. C'era cioè a priori una fiducia nei valori culturali, mentre adesso c'è una specie di velocità, di fretta, per cui le cose che facciamo devono tornarci utili immediatamente e la cosa buffa è che è l'America ci ha portato tutto ciò. Ma proprio in America adesso è iniziato un momento di grande riflessione su questo, non a caso è appena uscito il libro della Martha Nussbaum, appena tradotto da noi da Il Mulino. Il titolo è "Non per profitto - Perché le democrazia hanno bisogno della cultura umanistica". Contemporaneamente è uscito da poco il mio libro "Togliamo il disturbo. Saggio sulla libertà di non studiare" che sarebbe provocatoriamente l'idea che "va beh, se a nessuno più importa la cultura lasciamo perdere, buttiamo i libri via e facciamo solo i saperi utili allora".

Si è rotto il binomio cultura-successo?

Si è inserita l'idea di utile, mentre alla cultura appartiene l'ambito dell'inutile. La cultura, l'arte, pensi per esempio la scarsità di vocazioni artistiche tra i giovani, il coraggio di intraprendere strade artistiche o culturali, di fare Lettere come facevamo noi ai nostri giorni, pochissimi dei nostri ragazzi al liceo scelgono facoltà umanistiche come lettere, soppiantata da scienze della comunicazione, perché c'è la parola "comunicazione" allora sembra più utile. Quindi è tutto un mondo umanistico, artistico che la nostra società ha deciso di buttare via!

Forse si è persa un po' la concezione che occorre studiare per trovare un posto di lavoro...

Studiare. Studiare è un verbo che vogliamo appartenga al passato, noi usiamo formarci, oggi bisogna fare degli stage, laboratori, master, dei corsi di formazione. E questo mi spaventa moltissimo perché invece studiare è tutt'altro, studiare è passare un tempo molto lungo sui libri o comunque anche su altri strumenti, per l'amor del cielo, supporti vari, elettronici. Non importa il supporto, ma importa il tempo passato in occupazioni mentali speculative, anche apparentemente sganciate da un'idea di lavoro o di spendibilità (pessima parola) immediata.

Quali saranno gli effetti di tutto ciò?

Quali sono già gli effetti? Secondo me una tristezza infinita, un senso di desolazione, di vuoto che già si avverte tra i giovani, perché il problema è questo: se noi ci neghiamo la felicità di stare per ore a capire un canto di Dante o una pagina di Pirandello, noi svuotiamo la nostra vita, l'appiattiamo sul presente e sull'utilità, e ci neghiamo quella che io nel mio libro ho chiamato la "felicità mentale" questa sorta di lusso, se vogliamo, che ci prendiamo ogni volta che stiamo fermi sulle parole, sulle grandi parole di una grande opera dell'ingegno umano come sono i libri.

NOSTRO COMMENTO: Prendiamo lo spunto da questo video che, in linea di massima, condividiamo, per evidenziare che, oggi, in Italia c'è poca cultura perchè c'è molta disoccupazione. La gente sceglie di occuparsi delle cose che possono tornare utili ad un lavoro immediato che consenta di sbarcare il lunario. Tutto ciò, ovviamente, a danno della cultura ed a vantaggio di chi ci governa. Giorni addietro leggevo che il tasso di analfabetismo in Italia ha raggiunto punte del 40%. Non è poco! Il Governo cosa fà? Niente!  Più allocchi circolano, meglio è per questo Governo. Quale il rimedio? Allo stato, NESSUNO . Cosa fare? Sperare che questo Governo vada via immediatamente ed augurarci  che il prossimo Governo  investa molte risorse nella cultura. Non è detto che lo farà.

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