Ammazzeranno Gheddafi - Giovanni Fasanella - Cadoinpiedi.it
I raid aerei che colpiscono le case di Gheddafi e il suo bunker fanno pensare che il vero obiettivo della Francia sia quello di eliminare fisicamente il colonnello libico. Quali interessi si nascondono dietro questa pioggia di fuoco? Ne abbiamo parlato con Giovanni Fasanella, giornalista ed esperto di intrighi internazionali.
Sì, francesi e inglesi puntano a Gheddafi e alla sua eliminazione fisica. E non da ora, da 40 anni. I motivi sono due. Il primo è che l'espansionismo del regime libico e la sua politica panafricana hanno sempre costituito una minaccia mortale per gli interessi coloniali anglo-francesi in un continente ricchissimo di materie prime come l'Africa. Parigi e Londra non sono mai riusciti a controllare Gheddafi, come accadeva con dittatori cannibali del calibro di Bokassa e Amin Dada, da loro a lungo protetti in cambio di diamanti ed altro. Il secondo motivo è il petrolio libico: vogliono solo quello, delle popolazioni civili non glie ne importa una mazza, come direbbero a Oxford.
Il fatto che l'Italia dipenda, energeticamente parlando, dal nucleare francese ma anche dal petrolio libico, ci mette in una posizione di debolezze, anche rispetto alle decisioni sugli investimenti nucleari? Usano anche quell'arma per ricattare l'Italia e indurla a mantenere una posizione passiva, se non servile nei loro confronti. Dal punto di vista energetico noi dipendiamo in gran parte dalla Francia e dalle sue centrali nucleari. Francesi e inglesi controllano anche gran parte del nostro sistema bancario, della nostra industria e influenzano anche parte della nostra informazione. Se mettono le mani anche sul petrolio libico, ci priveranno anche di quella fonte energetica diretta, e noi diventeremo un protettorato franco-inglese.
Cosa succede se Gheddafi rimane vivo?
Se Gheddafi vive, certo, diventa molto alto il rischio di una lunga guerra civile interna. Ma non è detto: potrebbero crearsi anche le condizioni per una soluzione politico-diplomatica che garantisca ai libici il diritto all'autodeterminazione. Questo però dipenderebbe dagli Usa, dalla Nato e dalla capacità italiana di far valere le proprie ragioni all'interno dell'alleanza atlantica.
E se invece viene eliminato?
Se Gheddafi muore, Francia e Inghilterra si spartirebbero la Libia in aree di influenza, la Cirenaica ai britannici, la Tripolitania ai francesi. E con quel petrolio diventerebbero i padroni del Mediterraneo, dell'Africa e dell'Europa. Ricostituirebbero almeno in parte i loro vecchi imperi coloniali messi in crisi dalla politica estera italiana negli anni Cinquanta e Sessanta.
E' plausibile ipotizzare che la Francia abbia orchestrato il ribaltone libico approfittando dell'instabilità dei Paesi limitrofi?
E' più che plausibile. Questa è sempre stata una costante della politica anglo-francese nei confronti dell'Italia. Prima hanno usato il terrorismo per tenerci in uno stato di continua fibrillazione, poi la propaganda. La guerra psicologica e la guerra economica per indebolire le nostre strutture interne, radere al suolo il nostro ceto politico e distruggere la nostra immagine internazionale. Certo, noi li abbiamo favoriti fornendo loro materiale in abbondanza. Non siamo stati capaci, dopo la caduta del Muro, di cambiare registro estirpando dalla nostra cultura e dal nostro sistema il cancro della corruzione. Ma la nostra crisi interna, prima politca, poi istituzionale e infine costituzionale, è iniziata con l'assassinio di Aldo Moro: è da allora che abbiamo cominciato a smarrire il senso della nostra identità e della nostra funzione geopolitica.