LA TRISTE CORDATA DI ALFANO
Dal Blog di Antonio di Pietro, si riporta:
11 Luglio 2008
“Con prepotenza, arroganza, prevaricazione, sottomissione del Parlamento Italiano ai suoi voleri, ancora una volta ce l’ha fatta. Da ieri Berlusconi e fino a che sarà Presidente del Consiglio non è più perseguibile per i processi in corso.Non un "lodo" dunque (che sarebbe una cosa buona) ma un "dolo" (cioè una colpa grave), che marchierà per sempre l’immagine di questo Ministro della Giustizia (che bacia i mafiosi).
Da quindici anni questo signore, spergiuro poiché è provato che già in passato aveva dichiarato il falso ai giudici che lo interrogavano sulla sua appartenenza alla P2, sfugge ai tribunali ed ai suoi processi, anche attraverso parecchie legge fatte a suo uso e consumo, e falsifica la realtà sostenendo che viene sempre assolto. In realtà finora se la è sempre cavata grazie agli ostacoli frapposti a chi indagava su di lui (come con gli impedimenti alle rogatorie internazionali), a svariati meccanismi che costringevano a rinviare le udienze dei suoi processi (come il fatto che non potesse essere presente perché impegnato in attività di governo), al gioco delle prescrizioni (da lui perfezionato dimezzandole).
E’ triste vedere l’intera classe politica della sua maggioranza ridotta ad una accolita di domestici pronti a qualunque cosa per accondiscendere al padrone di casa.
E’ triste vedere Gianfranco Fini, Maurizio Gasparri, Ignazio La Russa ( e tutta Alleanza Nazionale) ridotti a fare i servitori di casa Berlusconi, mentre nel 1993 inneggiavano a Di Pietro ed alle sue inchieste e firmavano la legge che toglieva l’immunità ai membri del Parlamento, dichiarando che “L'uso dell'immunità e soprattutto l'abuso del diniego dell'autorizzazione a procedere vengono visti ...come uno strumento per sottrarsi al corso necessario della giustizia".
E’ triste vedere Umberto Bossi, Roberto Maroni, Roberto Castelli (e tutti i leghisti) ridotti oggi a fare i servitori di casa Berlusconi, mentre nel 1993 inneggiavano a Di Pietro ed alle sue inchieste e firmavano la legge che toglieva l’immunità ai membri del Parlamento, dichiarando la “inaccettabile degenerazione nell'applicazione dell'immunità parlamentare trasformata in immotivato e ingiustificato privilegio" con "conseguenze inaccettabili e aberranti" che vanno "eliminate" al più presto.
E’ triste vedere Pier Ferdinando Casini, ridotto oggi a fare il mendicante che bussa all’uscio di casa Berlusconi, mentre nel 1993 fu relatore della legge che abrogava l'immunità dichiarando che "Il principio del princeps legibus solutus (cioè il principe non è soggetto alla legge) è medievale e quindi superato. Se vi è istanza di eguaglianza, quindi, essa deve riguardare in primo luogo gli autori della legge".
COMMENTO DI FERNANDO: Mah! Che dire! Noi riportiamo la notizia così come appresa. Se è vero quanto assume Di Pietro nel Blog, bisogna ammettere che è veramente una triste cordata! Allora c’è veramente da chiedersi: dove andremo a finire! Solo Dio lo sa! E’ veramente TRISTE!