Furbetti ammazza-internet: Fava ci riprova
Fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/
E’ ostinato l’Onorevole Fava nella sua ferma volontà di imbavagliare il web e restringere la libertà di manifestazione del pensiero online.
Dopo l’ultimo tentativo fallito nelle scorse settimane quando aveva provato a infilare il suo emendamento ammazza-internet e anti-comunitario tra le pieghe della legge comunitaria, ora l’inarrestabile e “preistorico” deputato leghista ha infilato le disposizioni con le quali vorrebbe modificare la disciplina sulla circolazione dei contenuti online addirittura nel disegno di legge sulle semplificazioni.
Roba – esattamente come l’ultima volta – da furbetti del Parlamento.
Qualche settimana fa, l’emendamento dell’Onorevole Fava, era stato bocciato e poi cancellato da decine di iniziative bipartisan promosse da colleghi di tutti gli schieramenti che – sull’onda delle proteste online – non avevano tardato a comprenderne l’anacronismo e la portata liberticida.
E ora?
Ora l’Onorevole leghista ci riprova fingendo di ignorare la posizione del resto del Parlamento e facendo, evidentemente, affidamento solo ed esclusivamente sulla speranza che nella confusione della pioggia di emendamenti proposti al disegno di legge in materia di semplificazioni, il suo possa essere approvato e divenire legge senza che nessuno se ne accorga o trovi – ancora una volta – tempo e modo di espungerlo dal testo definitivo.
Inutile discutere ancora del contenuto – riconoscere a chiunque il diritto di chiedere la rimozione di un contenuto pubblicato online semplicemente deducendo di essere il titolare dei relativi diritti di proprietà intellettuale – il punto, infatti, è il metodo.
E’ inaccettabile che un deputato “imbuchi” un emendamento volto a riscrivere le regole della circolazione dei contenuti online nelle pieghe di un disegno di legge in materia di semplificazioni e nella piena consapevolezza del parere contrario dell’intero emiciclo.
L’emendamento va, adesso, immediatamente espunto dal disegno di legge e la Presidenza della Camera dovrebbe richiamare l’Onorevole furbetto al rispetto delle regole etiche – prima ancora che giuridiche – che dovrebbero sovrintendere all’attività di chi scrive le leggi in un Paese civile.
Non importa se sia giusto o meno o, magari, folle e anacronistico pensare di privatizzare la giustizia in materia di pubblicazione di contenuti online il punto è che se si vogliono cambiare le regole in una materia tanto delicata occorre farlo all’esito di un ampio, approfondito e trasparente dibattito parlamentare.
Un furbetto piccolo piccolo, non può mettere a tacere la Rete e fregare la sua intelligenza collettiva. Possibile che Lorsignori di Palazzo non lo abbiano ancora capito?
NOSTRO COMMENTO: Non c’è niente da commentare. C’è solo da aspettarli alle urne nel 2013. Mi auguro che gli Italiani abbiano buona memoria. Fate girare questo articolo in modo che si conoscano i nemici della Rete. Ma quando la smettono questi della Lega di misurare con lo stesso metro che misurano se stessi anche gli altri? Credono veramente che gli Italiani siano degli "Allocchi"
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